E hai mani così piccole

…e hai mani così piccole
che dentro ci nascono le stelle
che ti porti dentro l’azzurro
degl’occhi che da qualche parte
avrai pur preso e allora
ci si ricorda che tua madre
sorrideva a tuo padre,
vestendolo di cielo
prim’ancora che delle sue carezze


…e hai dita così sottili
che c’inciampo la notte
attraverso, quando rapita
alle sue spalle e ci lasci
un ultimo sguardo che è poesia,
quando ci lasci un’ultima occhiata
che è dipinta alle porte del tramonto,
quando ci lasci il tuo ultimo sorriso,
quello più bello che a contarne
d’emozione i battiti dell’esserci,
da un anno, fra noi,
sarebbe come numerare una dopo l’altra
le chiome delle onde dell’oceano
e Camilla,
buon compleanno
e questo è solo il primo,
ma in 365 giorni
un giorno ti spiegheranno
che tuo padre è riuscito
a NON fare parecchie cose fondamentali,
tra cui,
è riuscito a NON vedere la mia presentazione a Roma, troppo preso a tessere labirinti di fumo fra le auto di quel maggio nella capitale,
è riuscito a NON impedirsi di rompersi una gamba,
ma lui alza le spalle,
dice che tanto era stanco di giocare,
però, ammettiamolo,
non era così scarso e ora sta ingrassando
a forza di patatine che mi scrocca
con la scusa che io scrocco a lui,
è riuscito a NON venire ai concerti di musica qua attorno,
ma lui era impegnato a suonarsi la musica delle tue prime parole
tutt’attorno con l’emozione di quella prima volta
ed eri così piccola che ci stavi quasi in una mano,
di sicuro nell’abbraccio incauto delle fate,
e lui ti ha danzato Samarcanda,
ma tu lo sai, Camilla, che ci hai insegnato l’arte del sussurro
che non è privazione di voce,
ma è un nuovo linguaggio, fatto di buio,
e tutto perché nella stanza dove a volte dorme anche Luna
e quasi sempre due stelle,
i tuoi piedini,
due stelle,
le tue manine,
due stelle,
i tuoi occhioni,
due stelle,
le tue orecchine,
due stelle,
le tue braccine,
due stelle,
le tue gambine
e allora sogna
di costellazioni
e quante puntate dei Cesaroni
hai fatto perdere a tua madre
che ogni volta che mi volto
la vedo a divorarti d’amore
e cambiano i canali in tv
e cambia il tempo
e cambiano i governi
e cambiano le stagioni,
ma lei è sempre lì,
su quel divano rannicchiata
a scoprire quanto sia infinito
amarti anche quando gattoni
e finisci impigliata fra i fili
del televisore
e quando fai le facce buffe
e quando ti addormenti
e non lo sai quant’è emozione
sentire le tue dita chiudersi nel mio dito
e vederti ricamare un sorriso
su quel viso che, soltanto un anno e un giorno fa,
nessuno poteva sapere potesse essere così bello



13 - 7 -2008

Alla mia nipotina Camilla, per il suo primo compleanno