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 Anna - terza e ultima parte -

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Alessandro Vettorato
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Alessandro Vettorato


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MessaggioTitolo: Anna - terza e ultima parte -   Anna - terza e ultima parte - Icon_minitime6/4/2009, 20:21

P.S.: prima di andarsene, Anna li aveva squadrati: “Vi uccido, prima o poi. Anche io ho fame”.
Dal mucchio, qualcuno: “Capiterà anche a te, stanne certa”.

E ora Kendra potrebbe aver annusato qualcosa.
Anna le è accanto: “Dove?”.
La fame le stringe lo stomaco in una morsa assassina. I crampi le fanno venire le lacrime agli occhi.
Kendra indica davanti a sé: “Lì”.
Anna e Selene raggiungono l’immondezzaio, lo scoperchiano, scoprendone gli intestini rivoltanti.
Chi entra?”. Sguardi affannosi fra le due, poi Anna si leva la camicia, rimanendo a petto nudo. “Ho fame. Un po’ di puzza non mi spaventa”.
S’immerge negli scatolami di cibi scaduti, tra assorbenti, bucce di banana, scivolose chiazze d’unto e sente, fra le dita, qualcosa di duro e spigoloso.
Ho trovato qualcosa” annuncia e lancia l’oggetto a Selene.
Cos’è?”. Voce che proviene dalle profondità del marciume.
Denti. Un intero arco dentario”. Selene prende un temperino e comincia a scavare l’interno di un dente, alla ricerca della polpa. La trova e la succhia, avidamente.
Anna sente Selene rimproverare Kendra.
La bambina scuote la testa. “Non sbaglio mai. Anna, cerca meglio”.
Vaffanculo, stronzina. Ti sei accorta che sono nella merda, immersa in questo cassonetto del cazzo? E mi dici di cercare meglio? Se quando riemergo non ho trovato nulla, mangio te”.
Kendra si spaventa davvero. Di solito Anna mantiene le promesse, anche le più trucide. Ha più anni di lei e, di conseguenza, più diritti. Uno di questi è il diritto alla sua vita.

Riemerge. In equilibro fra braccio e spalla, tiene un cosino color rosa grigio, avvolto in un panno lurido. Il cosino deve essersi lamentato così tanto da farsi sanguinare le corde vocali. Un rivolo si sangue gli cola da un lato della bocca e tiene gli occhi, spalancati come fanali, verso Kendra e Selene. Verso un mondo fatto di fumo. Di inquinamento.
Non è morto” ansima Anna. “Kendra, passami il bastone”.
Kendra obbedisce. Anna esce dal bidone e posa a terra il fagottino di carne.
Uccidilo” la esorta Selene, affamata.
Anna spoglia il bambino del suo panno.
E’ una femminuccia. È come noi” sussurra Anna.
Il bastone è leggero ed elastico fra le sue mani, gli uncini lucidi. Anna alza la lancia rudimentale.
La neonata smette di piagnucolare, la guarda. Le lancia un sorriso ed è qualcosa che fa sentire strana Anna. Fuori contesto. Per un attimo, Anna riflette sull’eventualità di non uccidere la neonata, di portarla a casa, di darle un nome. Di non ammazzarla, perché, un giorno, potrebbe arrivare a volerle bene. Ad amarla.
Salviamo questo piccolo corpo, ragazze, come ha fatto chi ci ha salvate da morte sicura, io, personalmente, in mezzo a una noiosa tormenta di neve azzurra. Regaliamoci questo inaspettato happy end.
Anna abbassa brusca la lancia, l’uncino affonda nelle carni tenere e la bambina non sorride più. Un colpo solo e il suo viso ora è come il loro. Vuoto. Insignificante. Senza vita.
“Portiamola a casa” sibila Selene, raccogliendo sui polpastrelli le gocce di sangue sparse tutt’attorno.
Kendra cerca di strappare i pochi capelli che spuntano dalle fontanelle della piccola vittima, ma Anna la blocca: “Abbiamo tutte fame, ma non qui. A casa”.

A casa: appoggiano la bambina sul tavolo e restano un po’ ad osservarla. Lasciano vagare lo sguardo sul minuscolo corpo martoriato. La ferita spicca e rifugge come posseduta di luce propria, dal piccolo ventre. Le mani sono chiuse a pugno e i pochi capelli sono stati spettinati dal vento della sera.
“E’ bellissima” dice Anna e le tocca la pelle, liscia e primordiale silice.
Kendra affonda il dito nella ferita e uggiola: “Dev’essere buonissima”.
“Come la cuciniamo?”.
“Umh… fritta…?” propone Selene.
“No, dai” dice Anna, contrariata “abbiamo mangiato fritto l’ultima volta. Propongo… arrosto”.
“Con contorno di unghie e vesciche?”. Kendra è elettrizzata. “Impazzisco per le vesciche”.
“E se poi finisce come quella volta che Susanna ha alzato troppo la temperatura e ha sciolto tutta la pelle? A quest’età occorre fare attenzione con la pelle. È delicata”.
Kendra scoppia in un latrato: “Ci siamo divertite, però”.
“Sai che divertimento” fa Anna “abbiamo perduto quasi tutta la pelle e buona parte delle carne si è carbonizzata”.
Anna ripensa a Susanna. Dopo quell’errore, Susanna è morta, uccisa in un agguato.
Anna non era presente, ma il giorno seguente aveva ricevuto in regalo la mano destra dell’amica, già cotta. Squisita.
“La questione resta in sospeso” dice Selene, cominciando a perdere la pazienza. “Dobbiamo decidere come cucinare questa fottuta neonata”.
Bollita? Allo spiedo? A bagno maria? Lessa? Condita?
Poi i loro stomaci si contraggono e si ribellano al digiuno prolungato e, tutte e tre, giungono alla medesima conclusione.
Si gettano sulla bambina selz service, strappando con le unghie brandelli di pelle, pezzi di carne, porzioni d’organi. Anna afferra un coltello, lo conficca nelle fontanelle, raggiunge il cervello e si nutre dell’anima insanguinata della neonata.

Non hai figli?”.
No. Non voglio che mi ammazzino”.


“Ciao, Anna”.
Anna non aveva alzato la testa. Sapeva già chi le aveva lanciato il saluto. La mano era scivolata sotto il bancone, ma, stavolta, la pistola non c’era. Aveva raschiato i denti uno contro l’altro e aveva aggirato il bancone, senza mai guardare il nuovo arrivato.
Gli era passato davanti e lui l’aveva bloccata, posandole una mano sul ventre.
Anna” sussurrò lo sconosciuto. “Anna, dov’è? Dove l’hai messo?”.
Nel sotterraneo. Sto chiudendo. Devo andare”.
“Ma dove te ne vai, piccola Anna?”.
A casa. Mi aspettano”.
Lo sconosciuto non le aveva lasciato il braccio, al contrario, la stretta aumentava gradualmente.
Resta qui. Rimani con me, almeno il tempo che io recuperi il corpo. A te cosa costa, perdere cinque minuti?”.
Anna aveva annuito e si era seduta. Aveva accavallato le gambe. Aveva acceso la sigaretta.
I passi dell’emissario, venuto a ritirare l’uomo impagliato, si andarono affievolendo poco a poco, man mano che questi scendeva le scale del sotterraneo.
Anna si chiese fugacemente che cosa ne avrebbe fatto di quel suo capolavoro impagliato, ma non erano fatti suoi.
Prese uno specchietto fra le mani e baciò la propria immagine. Chiuse gli occhi, amandosi così com’era. Aveva voglia di fare l’amore. Era stufa di lavorare in questo negozietto di animali impagliati, uccisi dalla follia umana. Era stufa di assistere, impotente, a quel massacro. Era stanca. Soltanto questo. Un semplice stato d’animo.
Lo sconosciuto aveva fatto ritorno, tenendo il ciccione fra le braccia, il viso coperto dall’immensa mole del morto.
Anna gli era andata incontro, tendendo le mani.
Aveva sussurrato: “Voglio vederti in faccia” e lui aveva posato il cadavere inzuppato di paglia a terra.
Lo immaginavo che eri tu” aveva dichiarato lei.
Lo scoiattolo rosso la stava osservando con le sue biglie di vetro, annuendo: “Lo so, lo so. Sei una ragazza molto percettiva”.
Poi si era caricato il ciccione sulle spalle ed era uscito dal negozio.
Anna aveva digitato qualche numero sul telefono e aveva aspettato, fin quando, dall’altra parte, non avevano risposto: “Pronto?”.
Ciao. Sono Anna”.
Anna… Come stai?”.
Bene. Ascoltami. Niente tragedie. Mi licenzio”.
Perché…?”.
Mi inquieta questo posto. Mi pesa addosso. Le chiavi del negozio te le lascio sotto il vaso, d’accordo?”.
Aspetta, Anna, ripensaci, non…”.
Click.
Comunicazione interrotta.
Anna aveva messo giù, poi era tornata a casa. Nessuno l’aspettava, ma lei ci era tornata felice, lo stesso.

Prima di addormentarsi, Anna apre l’ultima scatoletta di tonno che riesce a scovare nel frigo, nascosta dietro tante inutilità. Le piace il tonno. Le ricorda il mare.
Questo, però, non ha il sapore di tonno. Anna annusa, contrae il viso in una smorfia di disgusto e getta la scatola nel cestino della spazzatura.
Buonanotte, sbadiglia e spegne la luce.
Non si accorge che, dalla scatoletta, sono caduti due orecchini d’osso.





fine

1996
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Giampiero Pieri
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Giampiero Pieri


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MessaggioTitolo: Re: Anna - terza e ultima parte -   Anna - terza e ultima parte - Icon_minitime7/4/2009, 23:49

Non c'è che dire, talmente U.G. che tra un poco sbuca di nuovo fuori dalla parte dell'Australia... Very Happy
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