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 Fiori di monte

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Mario Malgieri
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Mario Malgieri


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MessaggioTitolo: Fiori di monte   Fiori di monte Icon_minitime13/4/2009, 09:34


Dalla cima del monte, quello alto che chiude la valle, il primo riflesso della luce rosea del mattino era sceso a illuminare la croce del campanile.
Gli faceva compagnia la solita brezza che, come restia ad abbandonare il luogo dove aveva trascorso la notte, prima di scomparire frusciando su per il bosco si era fermata ad accarezzare le poche case in pietra e legno accoccolate nel fondo della valle, attorno alla chiesa.
Essa vegliava con aria protettrice, la sua ombra ad avvolgere la piazza. A lato, il campanile, allampanato e sobrio se non per il vezzoso copricapo a cipolla che gli dava un'aria di burbero sorridente, era silenzioso, quasi non volesse svegliare i piccioni che avevano trovato riparo e sicurezza presso di lui.
Al primo raggio del sole che dal monte si era fatto strada timidamente, molti altri se n'erano aggiunti e già facevano a gara per illuminare le insonni lancette del grande orologio.
C'era nell'aria come un senso di attesa.
Nella valle risuonarono sette tocchi di campana, l'inizio di una domenica d'estate diversa dalle altre.
Come avesse aspettato quel suono, Tonio lo spazzino, famoso per essere più amico dell'ombra di rosso al bar che del sudore della fronte nelle vie, si mise all'opera. Di solito la domenica dormiva a lungo, gli amici di sempre sarebbero arrivati al bar non prima delle undici per iniziare il giro delle carte e delle ombre.
Ma questa era una domenica speciale.
Tonio lavorava meticolosamente con la lunga scopa di saggina, frugando ogni angolo e passando e ripassando come una massaia zelante nella propria cucina immacolata. La piazza doveva essere perfettamente pulita, nemmeno una foglia del castagno secolare aveva diritto d'asilo quella mattina, figuriamoci una cicca, una cartaccia o il ricordo lasciato da qualche cane frettoloso.
Dopo un poco, la figura allampanata e sempre più ricurva di Giuseppe, l'anziano sacrestano e campanaro, scivolò lungo le panchine della piazza. Passò silenzioso a fianco del carrettino di Tonio e si soffermò ad osservare lo spettacolo inconsueto dell'operosità del vecchio amico. Un cenno del capo era sufficiente ai due per intendersi, ma quel mattino ci aggiunsero pure un largo sorriso.
Il rumore di un motore fece allontanare spaventati i primi piccioni a caccia della solita colazione di briciole sotto i tavolini in ferro del bar. Erano rimasti delusi: Tonio era già passato da lì.
Un furgone si fermò davanti alla porta della chiesa e subito due giovanotti efficienti presero a scaricare, entrando e uscendo alacremente attraverso il portale che Giuseppe aveva aperto.
La gatta dell'emporio, mezza bianca e mezza nera, camminava pigramente lungo il muro della chiesa, reduce dalla fruttuosa caccia notturna. Adesso si sarebbe accoccolata al sole, tra i vasi di gerani ai lati della porta del negozio e si sarebbe concessa un meritato sonnellino. Improvvisamente, svoltato l'angolo che dava sulla facciata, si arrestò intimorita, si guardò intorno con la totale concentrazione di un gatto preoccupato e infine, perplessa e vagamente spaventata, decise per la prudenza. Con uno scarto improvviso accelerò l'andatura e attraversò la piazza, diretta verso la tranquilla protezione della sua casa.
Tonio stava ripassando la sua scopa sui gradini della chiesa ma si fermò guardandosi intorno. Aveva percepito come un refolo di aria gelida che lo aveva sfiorato. Guardò le foglie del castagno assolutamente immobili, poi scrollò le spalle e si diede da fare per terminare il suo lavoro.
Erano passare poche ore, ma ai tocchi delle undici la piazza era insolitamente affollata. Un brusio allegro rimbalzava sui muri delle case e sulla facciata della chiesa, davanti alla quale, dal portale ornato di fiori bianchi e sino ai tre scalini di marmo, era stata posata una passatoia rossa.
Giuseppe si attaccò alle corde per dare inizio allo scampanio festoso, mentre dall'interno giungevano le note dell'organo. Aristide, l'anziano maestro di musica che suonava in chiesa nelle grandi occasioni, stava dando il meglio di sé attaccando le note trionfali della "marcia nuziale".
La piccola folla della piazza aspettava solo il suono delle campane per disporsi ai lati della passatoia. Ognuno stringeva nel pugno il riso che era stato distribuito da uno dei parenti dello sposo e nessuno fece caso a un'esile ombra che si era avvicinata alla grossa automobile nera, tutta lucida di cromature e ornata all'interno di fiori bianchi. L'autista si era allontanato, era andato al bar a bersi un caffè. Lui di matrimoni ne aveva visti tanti, era il suo mestiere.
Finalmente gli sposi uscirono al sole, allegri ed emozionati.
Lui, Alberto, con gli occhi azzurri più luminosi che mai, i capelli ben pettinati e la barba che da tempo si era fatta crescere per dare un tono di virilità al suo viso da bambino scanzonato. Era elegantissimo col suo vestito della festa e un garofano bianco che spuntava dal risvolto della giacca. Lei, Caterina, dal sorriso contagioso che metteva allegria a chiunque le stesse vicino, il corpo slanciato fasciato da un bell'abito bianco che, dicevano le maliziose, non nascondeva del tutto il motivo di quelle nozze annunciate da tempo ma frettolosamente anticipate.
Mentre la pioggia di riso investiva gli sposi, ad Alberto per un momento si spense il sorriso, sostituito da un'espressione attonita. Tra tutti quei visi sorridenti che gridavano gli auguri, gli era parso di scorgere lo sguardo serio e un poco triste di una ragazzina. Un volto che non gli era sconosciuto.
Cercò nella memoria e subito gli si affacciò il ricordo di una domenica d'Agosto di alcuni anni prima, di un'arrampicata sul palo della cuccagna, di un mazzolino di fiori raggiunto e offerto a una bella ragazzina che veniva ogni anno in vacanza nel paese. Si chiamava Sonia, era stata il suo primo, dolce, intenso, amore di gioventù. A lei aveva donato quel mazzolino di fiori di bosco, giurando quell'amore eterno che solo i ragazzi sanno giurare.
Con lei aveva vissuto le prime, impacciate, infuocate ore di scoperta di quel tipo di amore che prima aveva solo immaginato, fantasticando sulle letture proibite.
Alberto cercò di guardare ancora tra la piccola folla, ma non scorse più quel viso. Che stupido, si disse tornando ad abbracciare la sua Caterina, non poteva essere Sonia, ora avrebbe avuto una trentina d'anni, se ... in un attimo ricordò tutta la triste vicenda. Se fosse sopravvissuta.
Ma dopo quell'anno del mazzolino di fiori e dei sogni da adolescente, Sonia non era più tornata. In paese si era saputo dell'incidente nel quale lei e i suoi genitori avevano perduto la vita finendo nel lago con l'automobile.
Ma non era il momento dei ricordi, il futuro l'attendeva al fianco della sua sposa.
Ridendo e proteggendosi con le braccia dalla tempesta di riso, la coppia arrivò alla macchina che li attendeva con le portiere aperte.
In pochi minuti di corteo strombazzante sarebbero arrivati a quel nuovo ristorante aperto da poco nella frazione a monte, in una bella radura tra gli abeti.
Caterina fu aiutata dalla madre a sedersi, sistemando il vestito in modo che non si spiegazzasse troppo, poi anche Alberto fece per prendere posto a fianco alla sua sposa.
Ma c'era qualcosa sul sedile di pelle chiara. Alberto lo guardò per un momento senza capire bene cosa fosse. Poi con un gesto brusco lo raccolse per osservarlo meglio alla luce del sole.
Era un mazzolino di fiori disseccati.
Mentre Alberto guardava attonito, piano piano i fiori si sgretolarono, lasciandogli tra le mani solo una polvere di ricordi.
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: Fiori di monte   Fiori di monte Icon_minitime13/4/2009, 11:44

Mi arriva come una fiaba per quel tocco di mistero di cui l'hai condita.
Giocoso il giorno di gioia ma una punta piccolissima di dolore che bussa nel cuore di Alberto.
Una lettura che mi riconcilia con questa mattina un po' così, che mi fa sentire presa in giro come non mai. Ma poi arriva una pagina e mi fa dire che a tutto c'è rimedio quando hai la scrittura nelle dita e mi fa tornare la voglia di credere ad essa più che alle persone.
Grazie, Mario.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori di monte   Fiori di monte Icon_minitime13/4/2009, 11:45

Scusa la divagazione, tu non c'entri nulla, ma non sopporto chi offende l'intelligenza che mi vanto di avere.
Un bacio e buona pasquetta Smile
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MessaggioTitolo: Re: Fiori di monte   Fiori di monte Icon_minitime14/4/2009, 13:57

Bel racconto. Ho percorso insieme a te il tragitto che mi ha portato in chiesa.
Durante il percorso ho incontrato un gatto. Mi dicono di non correggere i refusi, perchè non sta bene!!! Ma io non sono interessato a queste forme di falsità e sicuro di scatenare un po' di polvere... ho letto: Con uno scarto improvviso accelerò l'andatura e attraversò la piazza, diretta verso la tranquilla protezione della sua casa. Forse volevi dire con uno scatto improvviso?
Mi piace molto anche il finale.
Io ho interpretato così: un amore promesso e disatteso, per ovvi motivi, che ritorna dal subinconscio dello sposo per ammonire la propria coscienza.
A presto.
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: Fiori di monte   Fiori di monte Icon_minitime14/4/2009, 14:05

Mauro Tolu ha scritto:
Bel racconto. Ho percorso insieme a te il tragitto che mi ha portato in chiesa.
Durante il percorso ho incontrato un gatto. Mi dicono di non correggere i refusi, perchè non sta bene!!! Ma io non sono interessato a queste forme di falsità e sicuro di scatenare un po' di polvere... ho letto: Con uno scarto improvviso accelerò l'andatura e attraversò la piazza, diretta verso la tranquilla protezione della sua casa. Forse volevi dire con uno scatto improvviso?
Mi piace molto anche il finale.
Io ho interpretato così: un amore promesso e disatteso, per ovvi motivi, che ritorna dal subinconscio dello sposo per ammonire la propria coscienza.
A presto.


Nessuna polvere, anzi, se mi segnali refusi & pulci io sono contento. Ma in questo caso volevo proprio dire scarto, nel senso di cambio improvviso di direzione, oltre che di velocità. Spesso i gatti lo fanno, ma è un termine che si usa spesso (lo scarto di un cavallo) per animali e non solo.
Grazie mille per la lettura e quanto alla tua interpretazione, sì, è una molto plausibile.
Ciao
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MessaggioTitolo: Re: Fiori di monte   Fiori di monte Icon_minitime14/4/2009, 15:04

Ok, grazie per la precisazione. Wink
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MessaggioTitolo: Re: Fiori di monte   Fiori di monte Icon_minitime17/4/2009, 16:59

Questo è proprio un signor racconto, di quelli con la cravatta ed il vestito a festa.
Descrizioni da maestro e prosa in volo ...e si tratta della terza Very Happy
Sì, la mano conta e fa la differenza.
Molto, molto bravo, Mario.
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MessaggioTitolo: Re: Fiori di monte   Fiori di monte Icon_minitime

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