La primordiale quietanza dell'intonaco feat Anam

E' successo che il numero delle crepe
nel muro della palestra si moltiplicasse
tutt'ad un tratto, quasi che ragni viscerali
ne conducessero i lunghi fumi dei capelli
di calcinacci fra nuvole e mattonelle,
così, ad un certo punto, ci siamo guardati
fra noi, smarriti nella brezza del giorno
a morir di distanze l'ossimoro di ossa
chete e bucoliche carcasse di suoni
ad ordir d'onda l'infinito: mangiavamo
quelle crepe, cibandoci delle crepe,
come stomaci da acquisire e sognar ancora
e i suoi capelli
in quella chioma fluente
nell'impulso delle ore
dei secondi a venire
e le dita piantare in quell'intonaco
quasi incestuosa
a farci male a scavare
in quello sguardo che era noi
e milioni di pagine di libro
di note di un aprile ancor più sereno,
in quella palestra le ombre
attrezzate a dovere
a credere che bicchieri di vino
potessero scandire, serene, le sere,
quando, invece, è la carcassa
del sole che liscia le persiane
delle finestre chiuse, sbarrati gli orrori
delle famiglie che agitano manine
e sorridendo mostrano strade dritte
per l'inferno; ciononostante,
le crepe minacciano l'usura dei venti
immobili a costipare le regole
di buon vicinato, la grezza apertura
mentale che si fa dono di nozze
per i maniscalchi ed i ramarri
che inquinano il suolo, sgravidando
uova che fra le dita assomigliano
a petali di riccio,
che fra le dita assomigliano
a petali di riccio,
che fra le dita mi ricordano
che non ti ho mai amata davvero
se non fra le crepe d'una porta socchiusa,
allora io dico: era tutto un sogno
nell'incastrarsi tra le dita
e poi nei nostri corpi,
nella brezza dei respiri relegati
ai ricordi di un futuro già anziano
e iniziato al primo battito di ciglia
e nel risveglio eravamo i nostri cocci:
rotti
vuoti spaesati
ossessivamente ritrovati tra la sabbia
che colava infame dalle crepe delle vite
messe alla gogna in quella paura prevedibile
che ci spinse a perderci
e, poi a ritrovarci uno nell'altro
quando ormai le navi ebbre presero a volare
e le rondini a tornar nel canto
di precise primavere.


6 – 5 - 2009