Se le tope potessero parlare...

Che dirti, sorella mia?
Ok, ok, adesso andiamo in bagno perché mica hai un buon odore.
Mettici poi che hai pure gli ormoni sotto sopra causa la fase premestruale e che fa davvero un caldo porco, che sei in giro da stamattina e che le salviette igieniche rinfrescanti fanno quello che possono… insomma, è una cosa naturale odorare un pochino sopra le righe.
Oh, certo che sei bellina, nulla da dire: quella crema depilatoria che ho comprato dall’estetista è un portento, ne ho messo appena un velo e via che i peli son caduti come le foglie in autunno.
C’è chi gradisce il genere, nulla da dire; i gusti son gusti.
Ti confesso una cosa, ma non dirlo a nessuno, prometti?
Così pelata, a me, fai senso, altro che regressione infantile, mi fai proprio un effetto strano, troppo nude-look per i miei gusti, vuoi mettere con un bel taglio alla moicana oppure dei rasta che avanzano fuori dal brasiliano?
Poi, ed è la cosa che più mi fa arrabbiare, è che la scelta di raderti è stata fatta non perché a te andava di farlo, ma semplicemente perché il bastardo te lo ha chiesto.
Non ricordi che ti ha detto, lo stronzo? Ti ha detto, papale papale:
“Scusami tesoro, ma io, in tutto quel pelo, mi ci perdo e mi passa immediatamente il gusto di farti avere un incontro ravvicinato del terzo tipo con le mie papille gustative, capisci a me…”
Simpatico, davvero simpatico.
Tu però, brutta troietta che non sei altro, ti sei precipitata a supplicarmi di farlo, perlamordidio fallo sorella o questo se ne va a cercare una che è usa alla depilazione approfondita e non solamente per i peli che fanno ciao al di là dell’elastico come la pastorella svizzera sui monti.
Sì, lo so che usi biancheria di finissimo pizzo ma sempre elastico c’è, oppure avresti uno sbambellamento nel giro culo che te lo consiglio.
No, non ci provare a difendere la tua richiesta con la scusa che la prima volta il coglione ti ha fatto scoprire una novità di cui avevi sì tanto letto e tanto sentito parlare, ma confessa che tu credevi che gli orgasmi multipli fossero solamente per poche privilegiate ora protette dal WWF.
Lo so, è stato un gran bastardo perché poi ti ha ricattato e mai più ci è riuscito a farti toccare il
cielo così in alto, ma tu hai una vaga idea di cosa sarà quando quei fetenti peli ricresceranno?
Hai una vaga idea di cosa significa avere quella impellente necessità di grattarsi e non poterlo fare perché sei in mezzo alla gente e una signora come te, che inizia a grattarsi la patata, non è per niente fine?
Inutile però, ora, piangersi sopra, il dado è tratto.
Anzi è meglio dire, il pelo è caduto; sarà quel che sarà.
C’è un’altra cosa di te che mi fa arrabbiare e cioè che qualche anno fa, c’eri anche tu con le mani alzate, i pollici e gli indici uniti a gridare nelle piazze dito dito orgasmo garantito. Tu, a forza di frequentare dei pipini, ora mi risponderai, ché ti conosco, col cazzo col cazzo è tutto un altro andazzo.
Non si cambia idea così, no, è rinnegare le proprie convinzioni, rinnegare i propri trascorsi politici, la propria presa di coscienza.
Traditrice!
Poi, scusami tanto, fai un brainstorming e pensa a quanti, di quei cazzi, sono stati all’altezza del tuo dito medio: uno, due, forse tre?
Se li ricordi tutti quanti, compreso il periodo esatto della tua vita in cui li hai incontrati, stai confermando la mia teoria, ciccia, che devi tornare indietro, riprendere i tuoi valori e tornare ad essere autosufficiente, peli compresi.
Facciamo così: buttiamo nell’immondizia il tubo di crema depilatoria, soffrirai un poco mentre i peli rispunteranno ma poi, una volta ricresciuti, non li tocchi più; se ne crescerà qualcuno bianco andrai dal parrucchiere e ti farai preparare una tinta, un bel rosso aranciato secondo me sconvolgerebbe chiunque.
E sono anche sicura che non saresti uguale a tante altre passere implumi, ché di bernarde pelate ne trovi dove vuoi, ma di bernarde tinte…