I figli so' pezzi e core

“Pronto? Parlo con casa Nocetti? Buona sera, signora, sono il Maresciallo Marinucci, la chiamo qui dalla stazione dei carabinieri. E’ lei il genitore del minore Nocetti Andrea?”
“Sì, Maresciallo, sono io ma… che succede? Sta bene Andrea? Oh mamma mia, mi vien male adesso…”
“Andrea sta benissimo, si tranquillizzi signora. Lei è al corrente che suo figlio possiede una minimoto?”
“Una miniche? Oddiomio, no, non ne sono al corrente. Ma che ha combinato?”
“L’aspetto in caserma, le spiego tutto. A dopo.”
E quello chiude il telefono, lasciandomi con un pallore che nel giro di due secondi diventa fuoco a scaldarmi le orecchie e riempirmi d’ira. Anche di timore: ed ora che dirà suo padre? Minimo se la prende con me. Va bè, Dani, forza.
Il marito, come da copione, si incazza come una iena e non proferisce parola durante il tragitto che ci porta alla stazione dei carabinieri.
Qui, abbandonate sul prato, stanno tre di quelle moto che sembrano finte ma che so essere perfettamente funzionanti dai milioni di fotogrammi sorbiti sul canale satellitare; mi viene in mente dell’insistenza di Andrea nel voler acquistare uno di quei mini bolidi, ma credevo anzi speravo che avesse dimenticato quella sua ennesima voglietta. Evidentemente, se quello che Marinucci dice è vero, non solo non gli è passata ma è pura riuscito a coronare il suo sogno di centauro in erba.
Andrea è seduto sulla panchina tutto serio e timoroso. E ti credo, lo sarei anche io in quella situazione, seria e timorosa. Il mio stronzetto sa benissimo che se io lo guardo torvo rischia un’ora e mezzo di rimproveri verbali ma se lo guarda truce suo padre, come in questo preciso momento, quello che gli aspetterà è ancora nel mistero.
“Mai, in vita mia –esordisce- mi sarei aspettato di essere chiamato dai carabinieri! Ma che sei diventato d’un colpo? Un delinquente, ecco che sei diventato. E i soldi per la moto dove li hai presi? Li hai rubati? Ora non è il momento, ma stasera esigo una spiegazione su tutto e ti avverto, per ora, che per i prossimi mesi a scuola ci vai in corriera e me sbatto se ti devi alzare un’ora prima. Lo scooter è sequestrato fino a nuovo ordine.”
Sì, è decisamente incazzato nero; lo lascio parlare, per una volta che tira fuori la voce mi pare giusto che non offuschi la sua figura. Io mantengo lo sguardo duro ma non proferisco parola, nemmeno davanti al Marinucci che ci spiega che non ha potuto fare altro che eseguire il sequestro e “portare” il nostro figliolo in caserma; ci spiega anche che quelle moto non sono omologate e quindi non assicurabili, che si possono usare solamente nelle piste all’uopo adibite e non nei viali del parco cittadino ove scorazzano liberamente i pargoli. Al pensiero di mio figlio che investe un bambino e gli fa del male mi viene freddo e passa in secondo piano la curiosità di sapere dove ha preso i soldi per quell’acquisto insano.
Il Maresciallo prosegue poi che la moto sequestrata è sotto la nostra custodia e che non potrà essere usata fino a comunicazione del Tribunale con allegata multa di circa settecento euro; a quel punto starà a noi decidere se fare omologare il veicolo e usarlo, sempre nei circuiti.
Il silenzio è sovrano quando firmiamo la “riconsegna del minore” ed è un silenzio che si prolunga durante la preparazione della cena.
Una volta seduti tutti a tavola, i nuvoloni cupi che aleggiano iniziano a tempestare. Con una saetta improvvisa sotto forma di una sberla a cinque dita delicatamente poggiata a tradimento sulla guancia del figliolo che sente sicuramente un male della Madonna ma che non reagisce con niente, nemmeno una lacrimuccia scende a segnargli la gota.
“Dove hai preso i soldi? Dove l’hai comprata e quanto è costata”
“Sono quelli della paghetta e quelli che mi mancavano li ho presi a mio fratello, L’ho comprata al Moto Star per duecentocinquanta euro”
Al che il fratello, che si era messo tutto soddisfatto ad osservare in silenzio la scena, inizia ad aggiungere anche i suoi tuoni agli altri che già bombardano.
“Adesso me li restituisci, bambino imbecille, me li ridai tutti fino all’ultimo centesimo, cretino di un ladro”
“Matty a te ho preso solo cento euro, gli altri erano miei”
“Fanculo Andrea, fanculo! Sei un ladro, un piccolo ladruncolo delinquente. E poi domattina ci vado io al Moto Star perché non ci posso credere che un minorato minorenne come te vada là e questi gli vendano la moto”
E via così; un caos totale insomma che dura fino alla fine della cena che è stata decisamente poco gustosa.
Torna il silenzio quando un figliolo esce e l’altro si chiude in camera, con la luce chiusa, lo stereo ed il PC spento.
D’altra parte il mattino dopo si deve alzare alle sei per prendere la corriera ed andare a scuola, giusto è che si riposi.
Io e mio marito restiamo seduti. Ci chiediamo dove abbiamo sbagliato, perché un figlio è venuto bene e l’altro un po’ meno.
Non abbiamo risposte.
Se non che è colpa nostra.


Questa storia è successa la primavera dello scorso anno; la minimoto è tutt’ora sequestrata in garage, chiusa con lucchetti a prova di scasso, anche di figlio delinquente. Ci fu però anche un risvolto positivo a questa faccenda: quando successe il fatto il ragazzetto era insufficiente in dieci materie a scuola. Senza scooter e in punizione non sapeva come passare il tempo e si mise a studiare: fu promosso, a giugno.

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Consolatevi, madre di figli unici...
Mò vi appiccico il resoconto della mia seratina in svolgimento.

Uno arriva a casa dall’ufficio dove ha più o meno fatto finta di lavorare per circa nove ore.
Gli affamati sono già attorno alla tavola, pronti a mostrare al mondo le loro magrezze, che variano dal più esile sui circa ottanta chili al peso senior, che si aggira sui centoquattroesette (che lui dice essere anche la lunghezza del suo *bip*)
Ok, lupacchiotti, ora ci pensa mamma lupa! Che volete? Pasta asciutta di nuovo? Ma l’abbiamo mangiata oggi a pranzo… Va bene, siete gentilissimi, il miò ragù alla bolognese con variazioni tipicamente modenesi non può competere.
Guardatevi L’Eredità, intanto, che preparo.
Pure il secondo?!?!
Ma ragazzi miei, mi diventate enormi così!
Va bene, va bene, di secondo vi propongo una bella fiorentina ai ferri con un contorno di insalata, vi aggrada?
Ma che scema, figurati se gli aggrada…
Ok, vada per una frittata con la cipolla, sì lo so che la volete finemente tritata, visto mai che un pezzettino più grande vi crei problemi e che vi rimanga in bocca.
Il dolce non c’è!
Se proprio volete, c’è il barattolo della Nutella, quello che ha comprato papi sabato.
Finito?!?
Come finito? Era il barattolo da cinque chili, come è possibile?
Miiiiiiiiii ma voi non siete esseri umani, voi siete latrine!
Domani sera, ragazzi miei, ve ne andate a cena fuori, ché io c’ho da fare, lo capite o non che non posso passare il mio tempo libero a sfamarvi?
Ok, come non detto
Dimmi caro, che c’è?
Oh cazzo, pure?
E quando scade?!?
Maremma ciuca al palio di Battipaglia… Hai messo nel raccoglitore le fatture?
Bè, meno male.
E che *bip*, fare loro i fori e archiviarle veniva la paresi alle manine?
E ti pareva.
Va bene.
Muovetevi a mangiare che mi metto a fare l’IVA e ho bisogno del tavolo.
Ma guarda, non avevo dubbi… si suda un casino a sgomberare la tavola e lavare i piatti, eh ragazzi miei, aspettate che vi astergo il sudore, povere stelline di mammà.
Sentite, ve ne andate un pochino a prendere la luna là dove non batte mai?
Ohhhh ma grazie.
Dio che bello… Finalmente silenzio.
E le fatture.
Non ho alcun dubbio su cosa scegliere tra una pila di fatture da registrare e tre energumeni in casa a girarmi intorno come se fossi un U.F.O.
Sì, perché nel mentre i capelli si sono raddrizzati sulla testa, il colorito da verde è passato a paonazzo ed ora il mio viso è pronto ad esplodere.