La pelle della luna

In questa notte appiccicosa
la timida luna
è quadro appeso nel cielo
dal buio smerigliato,
e l'acqua che sbatacchia
sotto rocce e case sospese,
e poi lontano, i tralicci
al gusto giallo dei lampioni
con dentro cicale,
sono:
barche ormeggiate sul fondo
nella mia pancia
sono:
punte diamantate che bucano
fiducia e cemento scrostato.

Quando questa notte si farà
foschia e lamento
e poi fantasma a forma di camelia:
tutto sarà burro da tagliare
quercia viva da ardere tra i denti
e nelle parole,
tutto sarà macchiato dalla fuliggine
e dal succo di fragole e zabaione.

E allora sappi che il vuoto
non si colma con il maestrale
e i minatori assetati
stan lì per parlarci di farfalle
di nuvole grigie dai camini
dal sentore primordiale,
dall’odore mai banale.

Il verde dei giardini mi confonde
in questo tempo illuminato
da un quadrante nautico
senza luce fragorosa,
e le tue bugie sono:
strade diroccate di marmo
e germogli piantati nel crudo
arso della Murgia
nel fondo bulimico
della pelle della luna.