Un viaggiatore fermo da troppo tempo
L’ancora draga fondali di insipienti memorie, mentre l’alcool veleggia su di lui, in lui
L’ebbrezza, compagna di risa, ora fa beffe dietro maschere di muffa e malva
E’ l’inganno cercato e lui scova sempre l’ingannatore travestito da vittima
Mangia se stesso, eppure continua a rigenerarsi, e a crescere in una icona di autopresenza
Arroccato in una apparente forma di superiorità, si autoafferma negandosi
In questo momento gli occorrono le parole dell’Altro, altrimenti i pensieri ventosi faranno inaridire i cactus dialettici
C’è qualche problema a ritrovare la luce
Il buio disturba, questo buio
Sarebbe bene riconoscere i tempi, i momenti transitori e sgarbati che scivolano tra i pensieri
Rispondere a tono, magari, violentando le supreme virtù dei propri convincimenti
Malgrado tutto, c’è ancora autoironia
Abbastanza per stupire un pensiero passeggero e farne un veleggiatore con mappe al seguito
La vita può regalare intensità impreviste, purché si voglia ascoltarle, con tutti i sensi
Capita anche di ritrovarsi sul crinale dell'insipienza, giocando compiaciuti eccessi
Ma passerà, come sempre e, come sempre, ci scopriremo sorpresi dalla stessa domanda
*Basterà una vita per poco di così poco, o un’ora per tanto di così tanto... .*