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 La fiaba del ricciononriccio

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5 partecipanti
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Marcello Devenuti
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Marcello Devenuti


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MessaggioTitolo: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime25/8/2009, 20:24

Storia di un riccio, che credeva di essere un riccio e, invece….

Se ne stava sempre in mare. In una di quelle isole mediterranee, tutte rocce e macchie verdebrunito. Una pietra lavica, conchigliata, era la sua casa(,) e non la lasciava mai.
Si teneva molto sulle sue. D’altra parte cosa aspettarsi da un riccio, se non un atteggiamento conforme ai motteggi popolari.
Va anche detto che il nostro aveva quel non so che di aristocratico….non per censo, certo, ma dovuto a una sua indole discreta, spruzzata di autosufficienza e distacco. Una ritrosia, da quello che raccontano, dovuta per lo più alla timidezza.
Qualcuno penserà che non avesse una socialità marina. Tutt’altro (ma qui l’agiografia esagera). Aveva le sue alghe, con le quali spesso discuteva sul tempo (meteorologico, sia chiaro, anche se lui avrebbe preferito un approccio meno concreto). Spesso bisticciava con quelle stesse alghe dirimpettaie di roccia, sia perché gli facevano troppo ombra o troppo poca. Scontroso, insomma, e al tempo stesso, delicatamente assente. Questa sua dicotomia caratteriale l’aveva portato alla “cozzoterapia”.
Stava chiuso, da riccio cocciuto e scontroso, con gli aculei pronti e appuntiti (il tutto per modo di dire).
A volte faceva quattro chiacchiere con una sardella estroversa. Evitava accuratamente una qualsivoglia confidenza con gamberi e granchi. Era sconcertato e intimorito da quel loro curioso deambulare terracqueo.
Un giorno di luglio o di agosto, almeno così si racconta, durante una giornata solare e di mare quieto, un grande e improvvisa ombra lo avvolse. Capì immediatamente. Provò a tirare fuori gli aculei e a chiudersi, ma non gli riuscì.
A questo punto la leggenda del Ricciononriccio si fa confusa. C’è chi dice che fosse l’ombra di un subacqueo, con tanto di fiocina e coltello. Altri raccontano di una sirena (ma fa troppo autoambulanza). Altri, infine, che si trattasse di un bagnante indigeno e autoctono, molto interessato a ogni forma di vita.
Si dice, ancora che il bagnante o sirena o subacqueo (fate voi), lo accolse con delicatezza e determinazione, conducendolo a riva.
Il Nonriccio si lasciò catturare, tra timori e piacevolezza, sorpreso dai cambiamenti che percepiva. Si accorse, senza stupore, che era privo di guscio e aculei. Assaporò il contatto e sorrise, “arricciando” le labbra.
Fu curato con amore e, nel corso del tempo, restituì altrettanto amore….
Ora, benché la questione mi lasci turbato, non posso omettere la versione maligna del finale della storia, che recita così: “COL COLTELLO E COL LIMONE FU MANGIATO A COLAZIONE
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Luca Curatoli
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Luca Curatoli


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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime27/8/2009, 11:59

preferisco l'immoralità della favola piacevolmente superficiale: dalla cozzoterapia all'amore
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Natascia Prinzivalli
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Natascia Prinzivalli


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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime27/8/2009, 14:40

COL COLTELLO E COL LIMONE FU MANGIATO A COLAZIONE” ,questo è a mio parere il finale più attendibile, giusto ed in un certo senso" tradizionalista". In primis, perché il ricciononriccio non possiede una sua identità conclamata, cosa questa, che, gli fa perdere la sua eleganza( vedi l'eleganza del riccio...), poi perché è un ingenuo: abbandona le sue vesti per fidarsi di chi? La sirena userà le sue gonadi come maschera anti age, il subacqueo lo userà insieme ad altri suoi simili per una gustosa spaghettata, con annesso Vermentino e l'indigeno ( autoctono è tautologico) dopo averlo spaccato in due gli verserà del sale per vedere camminare le due parti separatamente; hai presente la corsa dell'oca decapitata? una cosa simile, per il divertimento dei suoi figli deficienti e come se non bastasse vedere un sorriso nell'arricciamento di labbra per il contatto acidulo con il limone, mi sembra veramente una efferatezza stereotipata e stigmatizzata
Mi auguro che il riccio possa ritrovare al più presto la sua livrea d'ordinanza Suspect

____nat
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Natascia Prinzivalli
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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime27/8/2009, 14:43

DIGITAMAN ha scritto:
preferisco l'immoralità della favola piacevolmente superficiale: dalla cozzoterapia all'amore

Se alle volte non fossi così smodata nei commenti, avrei sicuramente quotato il tuo.

_____nat
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Marcello Devenuti
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Marcello Devenuti


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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime11/9/2009, 09:58

questa, in effetti è una fiaba e una favola, come indicato nella morfologia della fiaba da Propp. Parla di animali (favola) e di persone (fiaba).
Sono daccordo sull'immoralità e l'orrore di entrambe.

la cozzoterapia dell'amore? ambiguamente provocatoria.

si, Nat è smodatamente brava.
ciao a tutti
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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime16/9/2009, 13:12

Citazione :
una socialità marina.
sublime
l.
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Mario Malgieri
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Mario Malgieri


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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime17/9/2009, 12:56

Io preferisco i ricci di campagna, col loro musetto appuntito e il loro vagare furtivo per gli orti, ma il tuo riccionoriccio è proprio un bel personaggio!
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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime22/9/2009, 19:47

Poverio riccio, la timidezza lo ha preservato nel tempo da delusioni e slanci, l'unica volta che sorride viene fregato!
Metafora melanconica.
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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime23/9/2009, 12:25

Citazione :
il loro vagare furtivo
mario sei un sorso di acqua cristallina nella cappa quotidiana
grazie
l.
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MessaggioTitolo: Re: La fiaba del ricciononriccio   La fiaba del ricciononriccio Icon_minitime

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