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 Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009)

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Daniela Micheli
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Daniela Micheli


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Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009) Empty
MessaggioTitolo: Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009)   Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009) Icon_minitime23/9/2009, 21:21

Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009) Via+D%27Amelio+-+Castello+Utveggio

Erano le tre di notte ai primi di marzo di quest'anno, a Palermo. Mi sono svegliato di soprassalto, mi sono alzato e sono andato a guardare, dal balcone al nono piano della casa dove dormivo, il monte che sovrasta Palermo.
Non c'era la luna, non c'erano le stelle, il cielo era nero, ma sulla cima del monte si stagliava un castello.
Emanava un lieve chiarore, come se fosse fosforescente, dotato di una luce propria, forse perché lo ho guardato a lungo tante volte illuminato dal sole, e quell'immagine si è ormai stampata nella mia memoria.
Ogni volta che vado in Via D'Amelio vado vicino all'olivo che mia madre ha fatto piantare nel punto in cui era stata piazzata la macchina piena di esplosivo, nel punto dove sono stati massacrati Paolo e i suoi ragazzi, alzo gli occhi, lo vedo e sto a lungo a guardarlo.
Chissà se Paolo prima di alzare il braccio per suonare il campanello del citofono della casa di nostra madre ha alzato gli occhi e lo ha visto per l'ultima volta, chissà se anche i suoi ragazzi prima di essere fatti a pezzi lo hanno guardato.
Di certo qualcuno da una finestra di quel castello li stava osservando e aspettava il momento migliore per azionare il detonatore.
Di certo Gioacchino Genchi arrivando in Via D'Amelio due ore sopo la strage ha distolto gli occhi dal tronco di Paolo in mezzo alle macerie del numero 19 di Via D'Amelio, ha distolto gli occhi dai pezzi di Emanuela Loi che ancora si staccavano dall'intonaco del palazzo dove abitava la mamma di Paolo e ha visto quel castello.
Quel castello, l'unico punto, come subito capì, da dove poteva essere stato azionato il comando che aveva causato quella strage.
E allora prese l'auto, fece quei pochi chilometri in salita che separano Via D'Amelio da quello sperone del Monte Pellegrino, andò davanti al cancello di quel castello e suonò un altro campanello, lo suonò a lungo ma nessuno gli aprì nonostante la dentro ci fossero tante persone come poté stabilire qualche tempo dopo elaborando, come solo lui è in grado di fare, i tabulati telefonici dove sono riportati le posizioni e le chiamate dei telefoni cellulari e dei telefoni fissi.
Incrociando quelle telefonate si riescono a stabilire delle verità che nemmeno le intercettazioni sono in grado di fare.
Si riesce a sapere che da un certo numero di ville situate sulla strada tra Villagrazia di Carini e Palermo una serie di telefonate partì per segnalare che Paolo stava arrivando al suo appuntamento con la morte.
Si riesce a stabilire che nei 140 secondi intorno all'ora. minuti e secondi dell'esplosione che causò la strage, delle telefonate partirono e arrivarono da una barca ormeggiata nel golfo di Palermo per segnalare che Paolo era arrivato al suo ultimo appuntamento e che l'esplosione era stata perfettamente sincronizzata con il suo arrivo.
Su quella barca c'era Bruno Contrada ed altri componenti dei servizi segreti civili, dentro quel castello, insieme a persone che Genchi, con le sue tecniche è in grado di individuare e avrebbe già individuato se non lo avessero subito fermato, c'era Musco, una lugubre figura appartenente e animatore di logge massoniche deviate che dovrebbe essere inquisito per tanti elementi che invece oggi si trovano solo come spunto nelle sentenze di archiviazione di processi che non hanno potuto svolgersi.
Che forse non si svolgeranno mai, protetti come sono da un segreto di Stato non dichiarato ma non per questo meno forte perché retto dai ricatti incrociati basati sul contenuto di una Agenda Rossa..
Perché invece di portare avanti quei processi si emanano sentenze assurde e vergognose come come quella che ha mandato assolto il Cap. Arcangioli, l'uomo fotografato e ripreso subito dopo l'esplosione in Via D'Amelio, con in mano la borsa di cuoio di Paolo che sicuramente conteneva l'agenda rossa.
Perché invece si svolgere altri processi che vanno a toccare i fili scoperti delle consorterie di magistrati, uomini di governo, massoni e servizi deviati, si massacrano altri giudici, non più con il tritolo, ma con metodi nuovi che non fanno rumore, non fanno indignare l'opinione pubblica, come le bombe che in Palestina amputano gli arti di civili palestinesi senza che venga versato del sangue.
Massacri, vere e proprie esecuzioni davanti a plotoni di esecuzione composti da altri magistrati, come la decimazione della Procura di Salerno, che vengono presentate da una stampa ormai asservita e pavida di fronte al sistema di potere con un'ottica completamente distorta e fuorviante.
Perché il percolo rappresentato da Genchi e dalle sue consulenze in un eventuale processo agli esecutori occulti di questa strage, anche se forse non si svolgerà mai, viene eliminato preventivamentre eliminando la possibilità di un utilizzo delle sue raffinate tecniche di indagine in grado di inchiodare i responsabili materiali di quella strage.
Almeno fino a quando, e non è impossibile che accada, qualcuno non deciderà che sia necessaria la sua eliminazione anche fisica sfidando le reazioni che questa potrebbe provocare nell'opinione pubblica.
Alla stessa maniera in cui fu sfidata questa reazione quando fu necessario eliminare in fretta Paolo per potere rimuovere del tutto l'unico ostacolo che si frapponeva al portare avanti una ignobile trattativa tra mafia e Stato, portata avanti, in prima persona, dai più alti gradi del ROS. Quella trattativa della quale oggi, punto per punto e in mezzo all'indiferenza e all'assuefazione dell'opinione pubblica, vengono realizzati quei punti contenuti nel 'papello' e che sanciscono la definitiva sconfitta dello Stato di diritto.
Vogliamo anche noi dichiararci sconfitti, vogliamo anche noi chinare il capo e dichiararci servi, vogliamo anche noi rinunciare alla nostra libertà?
Il 19 luglio non è lontano. Prepariamoci.
Quest'anno da quella via in cui tutto è cominciato alle 5 del pomeriggio di 17 anni fa, dovrà nascere e non dovrà più fermarsi la nostra RESISTENZA.
Non dovrà più fermarsi fino a quando non sarà fatta Giustizia, fino a quando quei criminali che, anche dentro le istituzioni, stanno oggi godendo i frutti di quella strage non saranno spazzati via per sempre.

Salvatore Borsellino, luglio 2009
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MessaggioTitolo: Re: Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009)   Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009) Icon_minitime24/9/2009, 07:33

Non si arriverà mai alla verità, per il semplòice motivo che non si vuole.
Rimane la magra consolazione della memoria delle persone normali, dei cittadini che non possono scordare.
In un mondo governato dalla mafia, non c'è soluzione, o forse almeno una ci sarebbe: che alla mafia ci si ribelli veramente sul suo stesso territorio. Cosa pressochè impossibile perchè la mafia è in tutta Italia ed è dilagata anche all'estero. A volte siede nei centri di potere e da lì parte la sua convalida. Neutral
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Luca Curatoli
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Luca Curatoli


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MessaggioTitolo: Re: Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009)   Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009) Icon_minitime8/10/2009, 12:34

perchè? forse perchè siamo presi da altre storie e la storia si serve degli stessi mezzi retorici per raccontarla. cosi mi capita di subirla la storia e davvero vorrei credere tanto fosse solo un testo, un bel testo orrendo, pieno di vita e pieno di morte. invece il luogo dove è stata fatto a pezzi quel corpo con l'intelligenza che rappresentava c'è esiste è tremendamente reale. cosa abbiamo perduto con il lavoro di un singolo uomo? e non azzecchiamoci parole che da sole non mi dicono niente. oggi per esempio la giustiza sorride vittoriosa, ma fuori per chi a cuore per vedere ancora, la guerra è ancora tutta lì.

vorrei tanto appassionarmi come dico io a quella storia. vorrei che qualcuno, più di qualcuno, la considerasse talmente viva, da non avere pace finchè non riuscisse a riannodare quei fili spezzati ad arte
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MessaggioTitolo: Re: Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009)   Castello Utveggio di Salvatore Borsellino (Luglio 2009) Icon_minitime

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