Il lago di Como

Tina a quel tempo si trovava a Cernobbio.

Giovane sposa, forse moglie, sicuramente figlia nostalgica.

Quella sera era più triste del solito.

Dopo aver cenato nel ristorante dell’albergo

salì in camera insieme a lui. Fece una doccia,

mescolando le lacrime ai vapori.Avvolta da un telo

si presentò a lui. Aveva un disperato bisogno

di conforto. Una sorta di paterna benedizione.

Ma lui non poteva o non voleva.

Così Tina confondeva la passione con l’affetto,

sapeva che dopo un’unione fugace, lui l’avrebbe

abbracciata anche per pochissimo.

Lei gli avrebbe chiesto di stringerla sempre più

forte. Sarebbe scivolata dentro quell’abbraccio

allontanando per un attimo la morte.

Ma non si puo’ sposare un uomo per un abbraccio.

Lui si voltò dall’altra parte, addormentandosi

dopo aver cercato di possederla invano.

Lei si raggomitolò su pensieri stanchi,sino a

quando l’alba non andò a farle visita.

Le si presentò con lampare, riflessi argentei,

una luna crepuscolare, che si rispecchiava in

un liquido tremolio.

Pensò di portarla in regalo a lui, come un sogno,

un incantamento, o una seduzione da sedurre.

Ma così non fu.

Tina uscì vagando tra le nebbie del lago.

L’alba la stava consegnando ad un mattino

maligno, fatto di un vociare sguaiato e di

sguardi triviali. Tutto cambia, come cambia l' amore.

Questo pensava Tina mentre la nebbia le avvolgeva il cuore

in piccoli pezzi.

Piccoli dolori per piccoli pezzi di piccole cose.

Ripensò a quell'incantamento.

Anche la bellezza aveva assunto la ferocia

dell'assenzapresenza.




Cagliari, 30/12/2007

Non posso prendere una parola, una frase sola.
La prendo tutta.
La tengo con me.
E la metto alla finestra, per regalare a Tina un raggio di sole.
-------- Daniela

Mia cara, questa è la scrittura che invano cerco da quando scrivo.
Qui esce naturale, sofferta e limpida, distrutta ma eterna, eterea ma precisa, in un quadro di una bellezza struggente che entra nel cuore e nell'anima, come solo chi scrive col la penna che sanguina sa fare.
Sono felice di averti letto e di aver condiviso un malessere che sento dentro anche io, senza sapere bene come e da dove arrivano quei "Piccoli dolori per piccoli pezzi di piccole cose."
Grazie

Vabbè, quante storie per un po' di vaginismo...

Massimo vuoi una lavanda passa? ( pazza)

Lavassa deck!!

X Penna Libera
Quel " mia cara ", merita un Grazie.

X Guisso, eccoti ai tuoi antichi splendori.....quando commenti seriamente mi preoccupo.....

X Noc, tu si che mi capisci.....

__gin

Solo il "mia cara"?

quell'assenzapresenza mi fa sempre una strana impressione. così dopo pagine e pagine di amori, perfino amate, dopo aver messo nel tritacarne i massimi sistemi (in mancanza del tritacarne val bene un frullatore, o un mixer o uno shaker o...) si giunge alla condensazione estrema, all'esperienza di prendere perfino un sasso nella mano, per vederlo come se venisse da un altro mondo

chissà perchè il sasso, e non un'altra forma, di questo sentire. boh

nocturna ha scritto:

Non posso prendere una parola, una frase sola.
La prendo tutta.
La tengo con me.
E la metto alla finestra, per regalare a Tina un raggio di sole.
-------- Daniela

Daniela, senza che Gin ci veda, me la fai copiare prima?

Piccoli dolori per piccoli pezzi di piccole cose.

Prendo anch'io questa, questa bugia, questa che e' sopravvivere, che sopravvivere e' tanto uguale a assenzapresenza.

__________ romj