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 LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO

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Emma Bricola
Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime16/11/2009, 23:24


   Lungo il belvedere, a ridosso del muro che costeggia il parco archeologico, un uomo era intento ad osservare i suoi piedi. Li scrutava con aria assente, distratta, per niente partecipe di alcunché di concreto, sradicato da ogni realtà.
   Eppure era lì, saldamente piantato e presente, pesante e immobile, come la grande quercia accanto a lui che altrettanto muta e grave filtrava il vento con sommessi sospiri.
   Egli non faceva nulla, se non dedicarsi alla sua occupazione preferita, forse l’unica: ricordare.
   Passeggiando nel parco, m’imbattei in quell’uomo.
   Trovai curioso che se ne stesse lì da solo, fermo, al freddo, tutto immerso nei suoi pensieri.
   Siccome non avevo niente da fare, mi misi a sedere su una panchina vicino a lui, osservandolo con la coda dell’occhio.
   Rimase immobile, e continuò imperterrito a fissarsi la punta delle scarpe senza degnarmi di un’occhiata.
   Restammo così più di mezz’ora ed io, vinto dal freddo, stavo per andarmene, quando lui alzò all’improvviso la testa, come se solo allora si fosse accorto di me.
   Mi guardava con grandi occhi umidi, eppure sembrava non vedere. Era come se ancora stesse osservandosi le scarpe, e mostrava per me lo stesso interesse che aveva avuto per i suoi piedi: un semplice punto di riferimento senza importanza, cui ancorare lo sguardo mentre la mente correva lontano. Poi, dopo avermi osservato un altro po’, finalmente mi rivolse la parola.

   Ricordante - “Buongiorno signore, lei mi ricorda qualcuno, o meglio, la sua barba, il taglio dei capelli, la fronte, mi ricordano la fisionomia di uno che ho incontrato qualche tempo fa, oppure che ho immaginato.  Non so.  Forse somiglia a una figura che è comparsa nei miei ricordi di ieri.  O forse mi richiama alla mente l’autista del tram che ho preso stamattina, o il mio professore di inglese al ginnasio.  Chissà. Faccio una gran confusione. Non sono un tipo molto concludente: le poche azioni che ho compiuto in vita mia non si possono definire tali; sono piuttosto tentativi abortiti, interrotti sul più bello. Capirà, passo tutto il tempo a ricordare, e la testa a volte mi gira come una giostra.  Nella sarabanda dei ricordi è facile equivocare, perdere il filo.  Dimentico nomi, azioni, fatti importanti, e magari ricordo particolari stupidi: un foruncolo sul naso, un occhio strabico… Questi particolari poi si mescolano a casaccio nella memoria confusa, cosicchè nel mio ricordo attribuisco al naso dello strabico un foruncolo che non ha e tutto viene stravolto.”
   Io - “Ma davvero lei passa tutto il tempo a ricordare? Non fa altro? Chissà quanti ricordi avrà da raccontare!”
   R. - “Caro signore, ho passato tutta la vita a ricordare.  Perciò non ho niente da ricordare.”
   Io - “Che significa ? Non capisco.”
   R. - “E’ semplice, gliel’ho detto: non ho mai vissuto realmente, praticamente. Ho osservato distrattamente la vita, che è scivolata su di me mentre ero tutto intento a fantasticare, a ricordare le mie fantasticherie.
   Per questo non ho niente da ricordare, se non i miei sogni. D’altronde, se avessi vissuto per davvero, non avrei avuto il tempo e la voglia di sognare, oppure mi sarei dimenticato tutti i miei sogni.  E allora, va bene così.”
   Io - “Ma come, vuol farmi credere che lei non ha alcun ricordo di fatti concreti? Non è possibile, tutti abbiamo qualche episodio da ricordare, un momento particolare che ha segnato la nostra vita.”
   R. - “Le sembrerà strano, ma è proprio così.  Per spiegarmi meglio, le farò un esempio: quando frequentavo il liceo studiavo, tra l’altro, la filosofia.  Bene, se lei mi chiede qualcosa, mettiamo, su Kant, io non me ne ricordo un’acca. Ricordo però perfettamente che sulla pagina iniziale del capitolo dedicato a Kant il mio compagno di banco, fanatico di sport, aveva scritto la formazione del Real Madrid, e ricordo anche un bellissimo sogno in cui Kant in persona illustrava dottamente il modulo tattico del Real Madrid, invitandomi a lasciar perdere la filosofia e ad incrementare le mie cognizioni calcistiche.”
   Io - “Questa poi! Kant che disquisisce di calcio!...  Ma mi racconti un altro sogno che ha fatto.”
   R. - “D’accordo. Ne stavo ricordando uno proprio poco fa, prima che tu arrivassi” (era passato a darmi del tu)  “Te lo racconto volentieri. Forse ti piacerà.
 
   Mi trovo in un luogo tutto speciale, una graziosa città arrampicata su una ridente collina. La specialità consiste nel fatto che ogni cosa è di vetro: case, automobili, negozi, fabbriche; persino i monumenti antichi.
   Passeggio lungo i viali della città e ammiro le sue bellezze. Mille riflessi brillano sui vetri attraversati dal sole, e tutto è luminoso e trasparente: i campanili, gli ospedali, il municipio, e forse anche le anime dei suoi abitanti.
   Li vedo, nei loro begli uffici di vetro, seduti alle scrivanie di murano, abbracciati nei letti di vetro mentre fanno l’amore, composti e sereni nelle fini bare di vetro fumè.
   Seduto alla terrazza panoramica di un ristorante di vetro, me ne sto beato a crogiolarmi al sole, e sbircio distrattamente le gambe della cameriera attraverso la gonna (di vetro).
   In quella, mi sento chiamare, mi volto, e vedo la mia ragazza.
   Si siede al mio tavolo, parliamo, ci guardiamo a lungo. Poi mi sporgo verso di lei, le accarezzo il viso, si lascia toccare.  Allora la bacio sulla bocca, e lei ricambia con trasporto.
   Poi, all’improvviso, si distacca e, “no”, dice, “non possiamo…”
   Ancora ho nelle orecchie il fragore dei vetri spezzati, il boato dei cristalli in frantumi, i loro mille frammenti che schizzano dappertutto, il crollo totale della grande città di vetro.”
   Io - “Ah ! Ecco, ti sei tradito, ho scoperto il punto debole del tuo ragionamento. Non vivi di pure fantasie, come cercavi di farmi credere. Hai parlato della tua ragazza, una persona in carne e ossa e non una mera evocazione intellettuale.  Sei un impostore.”
   R. - “La mia ragazza? Ma che hai capito?
   No, non è la mia ragazza, e neanche il sogno della mia ragazza.  E’ il ricordo di una ragazza qualunque, incontrata in un posto qualunque: forse la commessa del bar, la figlia del tabaccaio, la donna delle pulizie.  Che importanza ha? E’ solo il fantasma di una ragazza, un simulacro vuoto da riempire a piacimento con la prima idea che passa per la testa.  L’aggettivo “mia” non basta a darle un corpo, a possedere quel corpo, ad amarlo.”
   Io - “Allora non esiste proprio niente? Eppure, guarda, ti tocco la mano, sento il duro delle ossa, il calore della pelle, il palpitìo del sangue che scorre; la mano quindi esiste.”
   R. - “Esiste perché ricordi di averla toccata, perché ripensi a questo ricordo di un attimo fa.  Nel momento in cui smetterai di ricordarla, la mano cesserà di esistere, sarà solo una definizione astratta, un termine convenzionale per indicare un insieme articolato di ossa, epidermide e unghie.
   Ma s’è fatto tardi.  E’ ora che vada.”

   Queste furono le ultime parole che mi disse il ricordante, con lo sguardo già perso in altri ricordi da evocare.
   Poi scomparve, e non l’ho mai più incontrato.
   Chi dice che sia emigrato all’estero, chi sostiene che non esiste, e che è semplicemente un parto della mia immaginazione.
   Ma io so che c’è, esiste davvero, e la sua memoria non mi abbandona.
   
   E camminando fra la gente che passeggia inconsapevole e tranquilla, ben avvolta nelle proprie certezze.. tendo sempre le orecchie per distinguere, prima o poi, l’eco remota della città di vetro che cade in frantumi con clamoroso fragore.
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime16/11/2009, 23:31

PDG, password ok.
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Emma Bricola
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 07:46

Buongiorno pdg, ho letto il tuo malinconico scritto, mi è piaciuto:si presta a molte interpretazioni. Vivere di ricordi è , a volte, un errore che si commette. La vita è fragile e mi pare che il ricordante non voglia vivere : vagheggia solo la vita perchè , forse ne ha paura.Così si immagina quello che potrebbe essere ma non è stato.Non lo so se ho capito bene ma a me è sembrato così. Buona giornata e bravo! Very Happy
Ho solo un dubbio: dov'è il dubbio?Ma non ha importanza, è stato un piacere leggerti. Surprised
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Mario Malgieri
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 08:26

Un incipit e poi un incedere da romanzo di fine ottocento, seppure modernizzato dalla bella metafora della città di vetro, e come tale oggi, per me almeno, non di facile lettura.
Però prende, trasmette disperazione più che malinconia. A me ha fatto scattare una reminescenza scolastica:
........
Cadendo si dilegua, e par che dica
Che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
Del viver che daranno a te le stelle,
Certo del tuo costume
Non ti dorrai; che di natura è frutto
Ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
La detestata soglia
Evitar non impetro,
Quando muti questi occhi all'altrui core,
E lor fia vóto il mondo, e il dì futuro
Del dì presente più noioso e tetro,
Che parrà di tal voglia?
Che di quest'anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirornmi, e spesso,
Ma sconsolato, volgerommi indietro.


Ecco... il tuo brano direi che è Leopardiano... e scusa se è poco!
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PDG Lunedì
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 09:18

LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_biggrin Buongiorno a tutti e buona colazione insieme alla vostra Pidiggi.
Un saluto particolare alla nostra grande "capa" Daniela, sempre gagliarda e sulla breccia!
Bene, detto ciò, passiamo alle risposte:
@ Emma: Grazie. Riguardo al fatto che manchi l'aspetto del dubbio, forse hai ragione. C'è però l'altro tema del round, vale a dire il senso di vita inespressa del ricordante, che forse (proprio per ciò) ha la capacità di scrutare gli animi delle persone come fossero di vetro. E mettere a nudo la vacuità e la caducità delle loro attività (fin nelle "loro fini bare di vetro fumè..").
@ Mariovaldo: ti sono grato per le parole di commento, come sempre interessanti e profonde. Però, non credo proprio di essere leopardiano: magari avessi mezzo millimetro del suo talento!!!
Per quanto riguarda, in particolare, la "città di vetro che cade in frantumi con clamoroso fragore", è un sogno che feci qualche tempo fa, ed intorno al quale ho inventato il testo. E' una metafora della fragilità umana, anche delle persone apparentemente più forti. E' anche il simbolo dell'impossibilità, a volte, di portare a compimento le proprie aspirazioni, che, magari in vista della meta, si spezzano fragorosamente, oppure malinconicamente (non direi con disperazione).
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 09:52

Buongiorno PDG, buongiorno a tutti.
Stampo, leggo e torno Smile
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 10:24

Carissimi, mi devo assentare ( credo per un'oretta abbondante) per una riunione di lavoro.. LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_sad ..
Ci vediamo più tardi LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_biggrin
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 12:12

costantino liquori ha scritto:
Mi piace ma, un "Ricordante" che parla con lo sguardo perso in altri ricordi, dovrebbe, secondo me, parlare con uno sconosciuto in modo più frammentato, confuso ed assorto. Il termine "Ricordante" insegue volutamente un sistema Pirandelliano ? Se sì ci sta bene, altrimenti risulta due righe più su di tutto il brano. Detto questo, ripeto, l'idea è ottima

Sì, forse il ricordante avrebbe dovuto parlare in maniera più confusa, come suggerisci. Ma io l'ho immaginato come una persona "fuori" dalla realtà sì, ma anche, al tempo stesso, ferma e convinta nella sua apparente incongruenza.
Per quanto riguarda l'appellativo "il ricordante", m'è venuto così, spontaneamente, senza rifarmi a modelli letterari, di Pirandello o altri.

Grazie per essere passato e a presto LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO 899765
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Nuccio Pepe
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 13:05

Che ci sia un dubbio , quanto meno esistenziale, è ...indubbio !
Io vedo nel brano la descrizione di un disagio fisico e mentale.
Il fatto che il "ricordante " esista realmente o sia frutto di fantasia è relativo.
Anche a me ricorda molto Pirandello, magari semplicemente per affinità regionale o per averlo letto molto negli anni passati.
Forse per questo, pur trovandolo scritto molto bene non riesce ad entusiasmarmi, a coinvolgermi, così come mi succede per il mio illustre conterraneo.

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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 14:10

Nuccio ha scritto:
Che ci sia un dubbio , quanto meno esistenziale, è ...indubbio !
Io vedo nel brano la descrizione di un disagio fisico e mentale.
Il fatto che il "ricordante " esista realmente o sia frutto di fantasia è relativo.
Anche a me ricorda molto Pirandello, magari semplicemente per affinità regionale o per averlo letto molto negli anni passati.
Forse per questo, pur trovandolo scritto molto bene non riesce ad entusiasmarmi, a coinvolgermi, così come mi succede per il mio illustre conterraneo.

LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO 899765

Ringrazio anche te, Nuccio, per il tuo commento acuto e schietto (grazie perchè, pur non essendoti entusiasmato col mio racconto, lo hai giudicato "scritto molto bene").

Ora devo scappare via per impegni di lavoro. Buon pranzo a tutti e ci vediamo intorno alle 18, per un bel tè in piacevole compagnia (Nel frattempo, non mi massacrate troppo...pietà di me, Penna del giorno povera e indifesa..) LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_smile
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giampier
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MessaggioTitolo: Risposta che spero che arrivi.   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 19:20

Provo a lasciarti questa impressione, PDG. Dal PC del lavoro, a causa di alcune restrizioni, non posso logarmi a dovere, per cui spero che ti arrivi.
Io non so se il tuo brano si rifaccia a qualche grande maestro, del passato o contemporaneo che sia.
E neppure, avendolo letto velocemente a causa della minacciosa presenza del capo qui in ufficio, sono in grado sul momento di afferrarne un qualche senso recondito, se non suggerito da chi mi ha preceduto.
Mi limiterò pertanto a dire che l'idea mi è molto piaciuta, e - soprattutto nella "zona dell'incipit e subito dopo" - trovo che la scrittura sia veramente efficace, tanto che mentre la leggevo mi immaginavo di leggerla a voce alta (cosa che ovviamente qui nella carboneria non è possibile!).
Tutto il ritmo impresso e, ripeto, soprattutto nella prima parte, mi parla di un brano "parlato".
Mi è molto piaciuto, e secondo me la tua penna... c'ha anche la sesta marcia!
Complimenti.
Giampiero, alias il solito GeF.
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 19:32

Buona sera PDG. Trovo il dubbio nel ricordo del ricordante, un personaggio da cui farci affittare la memoria nei momenti di sbandamento. Un personaggio a cui, a mio modesto parere, chi illustra la storia inconsciamente s'affida come ad un altro sé.

fa pensare, dunque a me piace.

a rileggerci
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 20:29

giampier ha scritto:
Provo a lasciarti questa impressione, PDG. Dal PC del lavoro, a causa di alcune restrizioni, non posso logarmi a dovere, per cui spero che ti arrivi.
Io non so se il tuo brano si rifaccia a qualche grande maestro, del passato o contemporaneo che sia.
E neppure, avendolo letto velocemente a causa della minacciosa presenza del capo qui in ufficio, sono in grado sul momento di afferrarne un qualche senso recondito, se non suggerito da chi mi ha preceduto.
Mi limiterò pertanto a dire che l'idea mi è molto piaciuta, e - soprattutto nella "zona dell'incipit e subito dopo" - trovo che la scrittura sia veramente efficace, tanto che mentre la leggevo mi immaginavo di leggerla a voce alta (cosa che ovviamente qui nella carboneria non è possibile!).
Tutto il ritmo impresso e, ripeto, soprattutto nella prima parte, mi parla di un brano "parlato".
Mi è molto piaciuto, e secondo me la tua penna... c'ha anche la sesta marcia!
Complimenti.
Giampiero, alias il solito GeF.

Grazie mille per le belle parole, troppo buono. Fa molto piacere ricevere attenzione e commenti, soprattutto quando chi lo fa rischia addirittura gli strali del capo!
Un abbraccio e una felice sera LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO 899765
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 20:37

Oroserio Sergio ha scritto:
Buona sera PDG. Trovo il dubbio nel ricordo del ricordante, un personaggio da cui farci affittare la memoria nei momenti di sbandamento. Un personaggio a cui, a mio modesto parere, chi illustra la storia inconsciamente s'affida come ad un altro sé.

fa pensare, dunque a me piace.

a rileggerci

Grazie anche a te Sergio. Sono contento che hai afferrato e condiviso una delle sensazioni che ho avuto mentre scrivevo questo raccontino. E' un aspetto gradevole dello scrivere, al di là dell'effettivo valore o meno del testo: una specie di bonus, accresciuto dal clima particolare del nostro bel forum.
Grazie di nuovo e a presto! Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 20:43

Carissimi, ora vado a cena: tortellini al ragù e pollo arrosto con patate...
Poi torno eh! Spero di leggere qualcun altro. Sotto a chi tocca!
Buon appetito e a dopo! LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO 778559 Very Happy
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 21:14

Perchè mi ci sono ritrovata in questa tua? Aggrapparsi, parlarsi quasi in terza persona, aiuta. A vivere e sopravvivere.
Piaciuta molto.
Mi scuso per la latitanza di questi giorni.
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 22:48

Daniela Micheli ha scritto:
Perchè mi ci sono ritrovata in questa tua? Aggrapparsi, parlarsi quasi in terza persona, aiuta. A vivere e sopravvivere.
Piaciuta molto.
Mi scuso per la latitanza di questi giorni.

Sì, è questo il fascino della scrittura: fissare un'emozione sulla pagina, "aggrapparsi" a un sogno improbabile e impalpabile, che acquista forma e aiuta l'autore a sopravvivere, con la complice solidarietà di un lettore comprensivo..

Grazie per la condivisione! I love you LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO 952353
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Daniela Micheli
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime17/11/2009, 22:49

E' vero.
Perchè una volta scritte le pagine non appartengono più all'autore. Ma al lettore.
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Alain Colas
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime18/11/2009, 01:10

Come sempre arrivo a tempo scaduto, ma due parole voglio dirle.
L'immagine della città di vetro poteva essere descritta meglio, ma l'idea che traspare è sufficiente a far correre l'immaginazione.
C'è un po' di Pirandello in tutti noi, e meno male (mi spiace che Nuccio lo ritenga superato).
A me è bastato il titolo, per costruirci sopra fantasie d'acqua, di gesso, di trasparenze, di immobilità, come in un film di Bunuel.
Buona l'idea surreale, meno il finale. Brava Pdg.
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MessaggioTitolo: Re: LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO   LA CITTA' DI VETRO - CLAUDIO ESPOSITO Icon_minitime18/11/2009, 08:27

Caro GGM, non ritengo affatto superato Pirandello, anzi, solo che non mi trascina !

Un abbraccio panormita

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