MALASANITA' - TECNAL

L'ennesimo presunto caso di malasanità verificatosi nell'isola di Lampedusa, già più volte alla ribalta della cronaca nazionale per i frequenti sbarchi di extra-comunitari, ha rischiato, per la sua complessità e per l'importanza dei soggetti implicati nell'intricata vicenda, di compromettere in modo definitivo le relazioni  diplomatiche fra l'Italia, la Russia e il Regno Unito.
Protagonisti loro malgrado, il multimiliardario russo Didim Iliodor Diabolik, chiacchierato  petroliere dal losco passato, membro del politbjuro ed amico personale del presidente della repubblica sovietica e la sua ultima fiamma, la famosa porno-attrice inglese di origine ceca Eva Marketa, duchessa di Kant, meglio nota negli ambienti dell'hard con lo pseudonimo di “Lady Deep”.
Nel tardo pomeriggio di ieri, dopo una immersione nei cristallini fondali al largo della famosa “isola dei conigli”, i due, anziché far ritorno sulla “Zoccoloska”, lo splendido yacht di trentasei metri di proprietà dell'uomo d'affari, hanno preferito attendere il tramonto sulla magnifica spiaggia dorata, meta preferita per la deposizione delle uova sia dalle tartarughe caretta caretta, che da altre specie marine rare e protette.
Travolti dalla sconvolgente bellezza dei luoghi, dalla temperatura frizzante e dai colori del tramonto, ben differenti da quelli baltici cui erano abituati, i due non hanno resistito all'impulso di abbandonandosi ad intimi approcci.
Quando l'attrice, erroneamente convinta di star facendo l'amore con il suo compagno, si è accorta che questo non si era ancora tolto di dosso ne la muta subacquea, ne l'immancabile calzamaglia nera che indossa anche per andare a dormire, ha cominciato ad urlare: qualcosa aveva preceduto il suo amante e si era furtivamente intrufolato nel luogo che, più d'ogni altro, le aveva dato fama e successo.
Immediatamente soccorsa, dopo l'accorato allarme lanciato dal suo compagno per mezzo di un telefono satellitare, la donna è stata trasportata d'urgenza, con un lapino telonato adibito per l'occasione ad autoambulanza, al posto di guardia medica dell'isola.
I sanitari che hanno accolto la paziente, dopo una prima, sommaria ispezione, si sono subito resi conto che la situazione appariva estremamente complessa.
Un consulto con gli specialisti dell'istituto di biologia marina presenti nell'isola, ha permesso di riconoscere nell'intruso uno degli ultimi esemplari del rarissimo grancius pilusus, meglio conosciuto con il nome di “puzzola di mare” per via dei nauseabondi effluvi che esso produce, per mezzo di una ghiandola situata nella regione dorsale, in caso di pericolo o di attacco da parte dei suoi predatori.
Il piccolo ma combattivo crostaceo (gli adulti raggiungono appena i ventisei millimetri di lunghezza ed un peso di circa dodici grammi), indispensabile anello dell'intera catena alimentare, cercava di trovare riparo nell'inconsueto ma accogliente rifugio, assumendo un atteggiamento oltremodo aggressivo.
Visto l'esito negativo dei numerosi tentativi di estrazione dell'inconsapevole ospite con i mezzi a disposizione sull'isola, i sanitari hanno allertato il centro nazionale per le emergenze sanitarie presso il ministero della salute.
Dopo un lungo consulto in videoconferenza fra gli specialisti del settore dell'intera comunità europea, si è deciso di affidare la direzione delle operazioni al noto professor Rock von Sigfred, dell'università di Innsbruck.
Il luminare, attraverso un ponte radio realizzato per l'occasione dai tecnici dalla protezione civile, è stato tempestivamente messo in contatto in tempo reale con la guardia medica, ed ha suggerito di tentare l'ardito intervento mediante l'introduzione di un appropriato elemento di ancoraggio per il crostaceo il quale, afferrandosi ad esso per mezzo delle sue stesse chele, sarebbe stato estratto con il minimo danno possibile.
Alcune fonti locali, che per la delicatezza del caso preferiscono mantenere l'anonimato, riferiscono che alla richiesta di chiarimenti sulla natura dello strumento da utilizzare, il cattedratico austro-ungarico abbia puntualizzato: “Una uccella maschia, ja”.
Tale comunicazione, intercettata dagli animalisti della locale sede della LIPU,  che nell'erronea interpretazione del messaggio temevano il possibile sacrificio di un raro esemplare di falco pellegrino, che in questo periodo dell'anno nidifica sull'isola, generava un conflitto di competenze fra il ministero della salute e quello dell'ambiente, risoltosi con espliciti riferimenti alla professione esercitata dalla sorella e dalla nonna del funzionario di turno di quest'ultimo, da parte del sottosegretario alla difesa, a sua volta tirato in ballo, con una nota ufficiale di protesta, da parte dell'ambasciata sovietica in Italia.
Rassicurati gli ornitologi, una volta chiarito definitivamente a quale tipo di uccello facesse riferimento il coordinatore delle operazioni, si invitava il signor Diabolik a provvedere egli stesso alla fase di adescamento ed estrazione del granchio ma, constatate le inadeguate dimensioni dei suoi mezzi, l'ipotesi veniva subito scartata.
Il professore ordinava quindi al sanitario responsabile dell'equipe sul posto di procedere ad una dettagliata ricognizione della dotazione di tutto il personale in servizio, di scegliere il più idoneo e procedere in modo sollecito a questa disperata corsa contro il tempo.
Il direttore del centro provvedeva, con l'ausilio di un rappresentante delle forze dell'ordine munito di righello in veste di notaio, a passare in rassegna i vari membri.
Quello più dotato delle caratteristiche richieste è risultato appartenere al dottor Franco Trentapance, che veniva quindi invitato a metterlo a disposizione, ma questi si rifiutava in modo tassativo.
Un fax di precettazione, consegnato personalmente dal comandante della locale stazione dell'arma dei carabinieri, intimava al sanitario di provvedere “con mezzo proprio” alla “rimozione e salvaguardia” del prezioso esemplare.
Di fronte a tale circostanza, il medico si è visto costretto ad abiurare la sua obiezione di coscienza e, dopo aver proferito un “obbedisco” di garibaldina memoria,  sollecitamente si è messo all'opera sotto lo sguardo compiaciuto del Diabolik che aveva preteso, ed ottenuto tramite le sue amicizie politiche ad alto livello, di poter assistere alle varie fasi del complicato intervento che veniva trasmesso in mondovisione dalle telecamere della onnipresente WCNN.
Dopo oltre mezz'ora di infruttuosi tentativi, scanditi ritmicamente dalla voce radiofonica del professor von Sigfred che ripeteva: “Afanti!”, “Intietro!”, “Ja,ja,ja,ja!”, il medico dovette, suo malgrado, dare forfait.
Immediate le reazioni dal mondo politico.
Il presidente del consiglio, attualmente in visita di Stato in Australia, informato telefonicamente, ha espresso il suo rammarico per il fatto che l'enorme  distanza che lo separa dal teatro dell'operazione non “mi consenta di risolvere personalmente la questione come sono solito fare”.
Il capogruppo dei senatori dell'opposizione ha prontamente accusato il governo di “atteggiamento troppo morbido” e di “ridicola inadeguatezza” delle risorse messe a disposizione.
Pronta la replica del sottosegretario agli esteri, che rassicurava sul fatto che l'esecutivo aveva dato disposizione alle locali autorità di fare in modo di “mettercela tutta, sino in fondo” pur di venire a capo dell'increscioso incidente.
Il sindaco dell'isola, in qualità di massima autorità sanitaria del comune, prendeva coraggiosamente in pugno la situazione e disponeva di ricorrere all'opera di un pescatore del luogo di nome Cosimino, dai più conosciuto come “Mommo tre gambe”.
L'arrivo di quest'ultimo alla guardia medica, scortato dalle forze dell'ordine come un capo di Stato, è stato accolto dalla folla di curiosi radunatasi attorno alla sobria costruzione con una vera e propria ovazione.
Informato sommariamente sul da farsi, sprezzante del rischio e del pericolo, dopo aver scrutato con attenzione l'inerme attrice distesa sul letto chirurgico, il pescatore dava il suo consenso all'operazione di recupero dichiarando: “Per la  scienza mi sacrificherò con anima e, sopratutto, corpo”.
Dopo qualche iniziale attimo di esitazione, l'uomo ha esibito al mondo intero ciò che tutti anelavano vedere, ricevendo gli ammirati complimenti sia da parte di Lady Deep, sia dei presenti, sia dei telespettatori, che hanno letteralmente ingolfato il blog organizzato per l'occasione dall'emittente nord americana.
Nuovamente, le reazioni politiche non si sono fatte attendere.
Per il capogruppo alla camera del partito di opposizione, il governo veniva così “messo pubblicamente in ridicolo” per la palese inadeguatezza dei suoi mezzi a confronto delle “enormi risorse” di cui possono disporre i privati.
Opportunamente replicava il ministro della pubblica amministrazione, il quale, ribadendo l'impegno pre-elettorale per una proficua collaborazione fra il settore pubblico e quello privato, sosteneva che non è tanto importante “la quantità” delle risorse, “ma come esse vengano impiegate”.  
La tempesta politica scatenatasi non ha, per fortuna, condizionato l'intervento di Cosimino che, di buona lena, ha iniziato le operazioni di recupero, sempre con l'attenta regia del professor von Sigfred.
Dopo oltre un'ora di martellanti tentativi, giunto quasi allo stremo delle forze, il coraggioso pescatore, forte della sua più che ventennale esperienza, decideva, suscitando vibrate reazioni di protesta da parte degli animalisti e dei presenti, di porre repentinamente termine alla vita del granchio schiacciandolo contro le pareti del suo momentaneo ed insicuro rifugio.
Gli ultimi, terribili attimi di vita del piccolo animale, che la direzione della nota emittente televisiva ha avuto il buon senso di non mandare in onda per l'eccessiva crudezza delle immagini, le possiamo solo immaginare dalla rabbiosa reazione di Cosimino che, ritirandosi precipitosamente con attaccato il granchio, rivolgeva incomprensibili espressioni dialettali, che ai più non sono parse di ringraziamento, nei confronti di una lunga e pittoresca serie di divinità: supponiamo che l'indesiderato ospite abbia strenuamente lottato sino alla fine tentando, a sua volta, di strangolare l'incursore.
A nulla, purtroppo, sono valsi i successivi tentativi di rianimazione.
Un più attento e meticoloso esame dell'inerme corpicino, riservava tuttavia un clamoroso colpo di scena: come intuito dalla provata “sensibilità” dell'esperto pescatore, non si trattava del rarissimo esemplare di grancius pilusus, ma di un comunissimo grancius vulgaris, presente sull'isola in numerosissime colonie, che aveva appiccicato sul piccolo carapace un minuscolo frammento di alga che lo rendeva indistinguibile dalla rarissima specie.
Grande la soddisfazione del mondo politico, accademico e dei comuni cittadini alla notizia che la specie in via di estinzione era salva: l'università di Melbourne  ha conferito al pescatore una laurea “honoris causa” in speleologia avanzata, mentre da Stoccolma giungono voci di una sua probabile candidatura al Nobel.
L'epilogo della vicenda, pur con l'inevitabile, tragico sacrificio del crostaceo, ha  riallacciato in modo stabile i fili delle relazioni diplomatiche, che hanno corso il rischio di venire bruscamente troncati, per quello che le agenzie di stampa di tutto il pianeta hanno definito come “l'incidente diplomatico del secolo”.
Il Cremlino ha proposto il pescatore per il conferimento della “grossa stella rossa”, la più alta onorificenza  conferita ad un civile dalla repubblica sovietica, mentre Sua maestà britannica, congratulandosi per l'impresa, ha fatto sapere che la prossima estate si recherà in vacanza nella splendida perla del mediterraneo per poter conoscere “quanto più a fondo possibile” l'eroe locale.
Il signor Diabolik e la signora Kant sono stati visti per l'ultima volta mentre si allontanavano in barca assieme a Cosimino bevendo champagne.