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 La forza nel passato

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Mario Ughi
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Mario Ughi


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MessaggioTitolo: La forza nel passato   La forza nel passato Icon_minitime11/12/2009, 12:49

C’è una pagina bianca che mi aspetta, da riempire con caratteri e simboli che hanno perso di significato, in questo vuoto dell’anima che si manifesta per la prima volta in assenza di dolore. Mi chiedo se in fondo davvero di un vuoto si tratti, perché guardandomi dentro mi trovo fin troppo pieno di pensieri. Io che vorrei esserne in fuga. Troppi pensieri possono creare un vuoto? Non so.
Ma sebbene questa grande quantità di pensieri si ostini ad accalcarsi nella mente, l’anima dal canto suo per la prima volta in tanti anni sembra sia riuscita a distaccarsene, per vivere quasi serena in uno spazio tutto suo, che sembra vuoto, appunto. O sono pazzo, o i conti tornano.
Migliaia di pensieri si inseguono nella mia testa, e neanche uno che riesca a raggiungermi. Se non è una fuga, è qualcosa che vi assomiglia molto. E anche se fosse qualcosa di completamente diverso, persino l’opposto, credo che mi andrebbe bene lo stesso.
Non c’è da patire grande fatica a spiegare di quali pensieri io sia affollato: sono sempre gli stessi, vivo l’esperienza comune di restare aggrappato al passato.
Ne abbiamo parlato tante volte, ne abbiamo letto e scritto. I dolori di ieri che tornano a impregnare e rendere sterile l’oggi, col senso di sconfitta mai digerito, il perdono mal consumato, il folle desiderio di cambiare qualcosa di quello che abbiamo detto e fatto, o non detto e trascurato.
Gli errori che abbiamo commesso si ingigantiscono nel corso degli anni, alberi che abbiamo piantato nel giardino del ricordo, cresciuti sino a diventare enormi, gettano un’ombra spropositata sul prato, nascondono il sole.
E’ tutto ben archiviato e pronto all’uso: le facce, le parole, le voci e le musiche, i distacchi, i finti abbandoni, le fughe e i ritorni. Le accuse. Eppure di tutto questo, ormai, non esiste più niente.
E’ straordinaria la quantità di dolore che riusciamo a infliggerci nel semplice ricordo di atti che spesso abbiamo compiuto con estrema leggerezza o convinzione, guidati da una forza interiore che non riuscivamo ad eludere, perfetti nel gesto e nella parola. Convincenti. Appena voltiamo le spalle iniziano a farci sanguinare. Non volevamo davvero quello? Siamo fuggiti quando volevamo restare, siamo rimasti quando invece avremmo preferito indossare le scarpe da corsa? Il destino ci ha spinti verso una strada senza ritorno?
Chi può rispondere ai quesiti insoluti della mia vita, barricati nel fortino del ricordo, si faccia avanti.
Questo peregrinare tra le stanze della memoria, in fondo, mi toglie le forze, creando uno stato d’animo che altri hanno stigmatizzato come pigrizia. Io non sarei completamente d’accordo, ma accetto il giudizio con un sorriso.
Sorrido anche adesso, pensando che in fondo mi piacerebbe coltivare la speranza che questo senso di distacco al quale in questi giorni pare che l’anima mia sia pervenuta diventi duraturo, un vuoto cosmico dove l’assenza si trasforma in dolcezza, uno spazio attraverso il quale io possa stabilmente raggiungere almeno una delle uniche due cose che sempre si sono presentate come soddisfacenti al mio intimo sentire, se vogliamo escludere il procacciarmi una grande trombata: imbrattare con dei colori una bella bianca tela, e trovare una pagina bianca da riempire di caratteri e simboli.
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MessaggioTitolo: Re: La forza nel passato   La forza nel passato Icon_minitime11/12/2009, 15:09

La pagina l'hai comunque riempita e con parole precise e schiette. Mi sono spesso domandata anch'io se il lasciarsi coinvolgere dai dolori od errori passati sia una scelta od un destino. Perchè i dolori sono così tenaci e la felicità no?
Concludo poi con un pensiero solo...inutile stare a rimuginarci sopra, ormai il latte è versato, vediamo di non versarne altro.
Insomma, come disse quello...tirem inanz! La forza nel passato 946832
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