L'OMBRA - ANNAMARIA GIANNINI

"La nostra è un'epoca essenzialmente tragica, perciò ci rifiutiamo di viverla tragicamente".
Come la protagonista de "L'amante di lady Chatterley" mi sono resa conto, da tanto, che a vivere s'impara solo vivendo.
Lascio scorrere il tempo, inesorabile, attraverso porte che mi rifiuto da sempre di chiudere a chiave e guardo le tracce lasciate da chi è passato attraverso me, a volte con grazia, altre con presunzione.
Sempre più raramente aneliti verde speranza diventano pennellate rosso passione, sempre più spesso quella che sembra la luna altro non è che un lampione.
Distesa nuda sul letto mi chiedo quando sarà la prossima volta che qualcuno troverà la strada per il mio cuore passando dall'interno delle mie cosce, e quando sarà che dopo un amplesso, non avrò voglia di alzarmi e fuggire, rifiutando carezze che dopo il sesso sento come lame affilate sulla mia pelle e che provocano reazioni scomposte della parte più indifesa di me.
Con gli occhi aperti nel buio cerco la verità in parole che non ho avuto il coraggio di dirti e che ho legato semplicemente al palo della noncuranza, aspettando che tu le intuissi e rientrassi in quella vita di cui io dovevo rimanere all'oscuro e non diventare margine da riempire nei momenti di noia.
Prendo la penna e scrivo di noi, ora che non siamo più niente e posso trasformare in parole il calore che mi hai regalato in pomeriggi di fuoco.
E' la tua lingua che mi lecca pian piano come fossi stata nettare e ambrosia, che indugia sui miei capezzoli e scende sulla mia pancia per scivolare più in basso, e lambire il mio clitoride, la cosa che meglio ricordo.
Tu che mi assaporavi come un frutto esotico,percorrendo tutte le mie curve a memoria con dita leggere, la testa piegata tra le mie ginocchia, come se pregassi.
Ricordo il camino acceso che giocava d'ombre sui muri ed ogni pensiero intrappolato nella carne e nel calore e nella pelle che cercava altra pelle.
Nessuno mi aveva mai baciata così, traendo così tanto piacere dal mio piacere, e con nessuno mi era venuto così naturale il desiderio di donare altrettanto piacere. Ti gustavo piano, con gioia, giocando e godendo della pronta risposta del tuo sesso tra le mie labbra.
Ridevamo mentre facevamo l'amore io e te, complici e grati di quella perfetta connessione di anima e sensi, e di quella completà libertà di intenti. Eravamo liberi di chiedere e felici di dare, e riuscivo a guardare i tuoi occhi mentre mi penetravi. Mi sentivo il fodero perfetto per la tua spada e mi stupivo di averti trovato, felice d' aver risposto al tuo richiamo.
Ricordo le tue mani sui fianchi ed io che seguivo il tuo ritmo per danzare con te.
Ma la rivolta degli angeli è sempre in agguato e il trillo del tuo telefono mentre facevamo l'amore è stato il richiamo che mi ha riportato alla realtà, come una sveglia puntata alla tempia di un'affannosa mattina d'inverno.
Era tua moglie e tu hai risposto, veloce, conciso, noncurante. L'hai chiamata per nome. La verità  a volte è un lampo di fari negli occhi che t'impedisce di vedere le precedenze del prossimo incrocio; questa la causa dell'incedere incerto e dei rischi del nostro viaggiare.
Lei è diventata reale, improvvisamente non più un'ombra tra la nostra camera da letto  ed il mondo ma una persona con un nome, un volto ed una cena da preparare.
Ed ecco come quello che poteva essere solo e semplicemente un racconto erotico è diventata la storia di un tradimento, di cui non voglio essere più protagonista.
Non posso farcela.
Non sarà il tuo corpo che si sdraia accanto al mio a cui domani penserò e nemmeno agli orgasmi gioiosi che mi hai regalato. Penserò che forse la vita potrebbe chiedermi il conto, per aver contravvenuto alla regola non scritta che da sempre mi ero imposta, tra tanti sentieri sconnessi.
Non fare mai agli altri...e non finisco il pensiero.
Il sole gira ed illumina il mondo, io mi rifugio nell'ombra dell'altra parte per il momento.
Indosserò un vestito nuovo domani, pensando che ci sono errori e lussi ai quali non ti puoi abbandonare. Non voglio vivere tragicamente, ma nemmeno essere causa io stessa di tragedia.
Peccato. Non ti amavo. Ma quanto mi piaceva fare l'amore con te, amico mio.