FIN CHE MORTE NON VI SEPARI - DIVAGAZIONI LATERALI

La storia di una vendetta, crudele.
Anita è una sadica o " solamente" una delusa in cerca di un riscatto nella vendetta ?
" Soffri come un cane ... " ... e poi appagata lo vede morire nel dolore ?
Ahmed scrive

Citazione :

Aveva infinite possibilità di riscattare, rimarcare la sua esistenza, ma ci voleva coraggio. Ha scelto la strada dell'inganno e dellla sofferenza regalata a chi non può reagire. Un pò vigliacca, questa donna, che non sa vivere con dignità.

e mi trova d'accordo.
Penso anch'io che il testo, l'argomento avrebbe meritato un approfondimento.
Comunque risvolto interessante sul tema "amore" ... vero Turi ?

Ciao PdG, ciao a tutti.
Splendido lo spunto di questo tuo racconto.
Un amore grande e succube che si trasforma in un odio che appare quasi disumano.

Mario ha detto: ma non lo si poteva ricoverare in una clinica questo pover’uomo e lasciarlo morire magari in solitudine, ma in pace?

No, non si poteva.
Sono d’accordo con la nostra Anita.
Lui ha ignorato il suo dolore ed ora lei ignora volontariamente quello di lui!
Legge del contrappasso perfettamente applicata!
Quasi un obiettivo di vita per Anita, valeva la pena di aspettare tanti anni accanto a lui… sperando in una fine di questo tipo!
Del resto come dice qualcuno: ricominciare? Quando lei accusa l’ultimo colpo ha già i capelli d’argento… troppi, troppi anni di sofferenza e sudditanza.

La vicenda che racconti è concettualmente intrisa di puro odio e della soddisfazione della rivalsa.

La frase che mi è piaciuta di più?

Non poteva evitare di guardare quelle mani bianche e secche, ora parevano morte solitariamente, come se si morisse a rate, un pezzo per volta.
Feroce, ancor più dell’immagine dell’iniezione con la siringa vuota!

Quello che mi è piaciuto di meno?
Dopo tutto quello che ho detto, mi sembra che lo stile che utilizzi, così piano e discorsivo non renda merito all’idea che hai avuto.
Sembra di avvertire solo un leggero fastidio nel racconto di Anita, quasi che anche questa vendetta feroce arrivi quando non ha più valore, quando non può più apportare nessuna soddisfazione.
E allora perché portarla a termine?
Insomma, odio e cattiveria sono raccontate, si comprendono, ma non trasmesse con la violenza che dovrebbero avere.

È il mio parere, naturalmente.

La penna del giorno ha scritto:

ehmm, forse hai ragione, sono afflitta da una perenne sintesi, per timore di esserer indiscreta verso il tempo di chi legge.!

Accidenti!
M'avevi risposto e m'era sfuggito, forse perchè siamo abituati a vederci "quotati" nelle risposte...
Riguardo al tempo di chi legge, ti consiglio senz'altro di metterlo in secondo piano. Il primo interesse, il maggior riguardo, dev'essere per i tuoi personaggi!
Non lo dico io (il che sarebbe di nullo interesse e valore ), lo dice Raymond Carver da qualche parte (se lo trovo torno e te lo cito direttamente, ok?) e mi sembra uno splendido suggerimento

Grazie Marghe.
In realtà non so proprio perchè sia venuto fuori questo testo. Ero partita per raccontare cose personali, poi la tastiera ha deciso diversamente.
Mi pareva di essere stata anche troppo pesante, invece mi dici che era meglio insistere di più.
A conti fatti credo di capire che non si può scrivere di un odio se non si è capaci di odiare, e fortunatamente io nemmeno ne ho avuto occasione.
E' una storia di rancore che finalmente trova uno sfogo, ma come dice anche Turi, non sono stata in grado di completare o approfondire il patos.
E' verissimo, questa storia è angosciosa, ma non completa. Inoltre la mia tastiera preferisce l'allegria, si vede che quella sera le girava male.

Se al racconto si aggiunge la mia fossilizzata timidezza, ecco che ne viene fuori un quadro tipo "toccata e fuga"; insomma appena accennato.
Devo dire che siete degli splendidi critici, mi pare di avere fatto una seduta analitica, mi avete fatto vedere qualcosa che non vedevo.

Sì Nuccio, una vendetta crudele, nemmeno tanto appagante, arrivata fuori tempo; come dice Marghe, quando non ha più valore. Andava fatta prima.

Curioso il fatto però che tutti abbiate messo a fuoco la ferocia della donna, ma non la mancanza di rispetto e di dignità che il marito ha negato a questo matrimonio.
Non dico che si fosse meritato tale fine, ma lui ha seminato ciò che alla fine ha raccolto.
Il destino in fin dei conti è sempre circolare.

turirubino ha scritto:

La penna del giorno ha scritto:

ehmm, forse hai ragione, sono afflitta da una perenne sintesi, per timore di esserer indiscreta verso il tempo di chi legge.!

Accidenti!
M'avevi risposto e m'era sfuggito, forse perchè siamo abituati a vederci "quotati" nelle risposte...
Riguardo al tempo di chi legge, ti consiglio senz'altro di metterlo in secondo piano. Il primo interesse, il maggior riguardo, dev'essere per i tuoi personaggi!
Non lo dico io (il che sarebbe di nullo interesse e valore ), lo dice Raymond Carver da qualche parte (se lo trovo torno e te lo cito direttamente, ok?) e mi sembra uno splendido suggerimento

Arieccomi, PdG, e complimenti per come stai raccogliendo le nostre osservazioni!
Ecco, ho trovato il passaggio di Carver: "Mi interessano molto di più i miei personaggi, la gente che popola i miei racconti, piuttosto che qualunque mio potenziale lettore".
Splendido, no?

Tu dici:
"Curioso il fatto però che tutti abbiate messo a fuoco la ferocia della donna, ma non la mancanza di rispetto e di dignità che il marito ha negato a questo matrimonio".

In realtà sono d'accordo con te, è uno di quegli aspetti che lei, Anita, avrebbe avuto bisogno di poter raccontare meglio, di farci considerare più a fondo... mi riferivo a questo nel primo commento, quando dicevo: "Anita è crudele. Spietata. Ma è, o è stata, anche mortalmente dolente.
E' un personaggio difficile da trattare, da avvicinare e scandagliare... estremamente interessante"
Ciao, ora basta. Prometto che non scoccio più!

No, no fai pure, mi fa piacere la tua attenzione. Facendomi un'analisi devo ammettere che a me quei due stanno proprio antipatici, li trovo davvero angoscianti, forse perchè mi riesce bene immedesimarmi nelle disgrazie altrui.
Craver dice bene, non si scrive pensando al lettore, altrimenti si scriverebbe solo per compiacere.
A me accade un altro tipo di cosa: ho paura di disturbare, come quando si telefona in un momento inopportuno. Certo con questo atteggiamento, non farò carriera, arriverò un giorno a scrivere il titolo e basta e poi fuggire. Magari vincerò il premio per l'autrice meno rompiballe!
La realtà è ben più profonda: tutti coloro che si mettono a scrivere, estraggono qualcosa dalla propria anima, si mostrano, si svelano, insomma hanno coraggio.
Io ne ho pochissimo, sono introversa, con un'autostima sotto le scarpe, quando scrivo è come se aprissi una finestra che poi richiudo subito.
Non penso a me in termini di autrice o scrittrice, ma solamente di narratrice, prioprio perchè narro e basta.

brrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

che paginetta rilassante!
Dici che il destino è sempre circolare, quasi un palindromo che da diverse chiavi di lettura ripete se stesso.
Quello che mi fa rabbrividire di più è la pacata rassegnazione di Anita, e il suo trasformarsi in un assassina, dando al marito anche il potere di cancellarle la coscienza. Se fosse stata mia amica le avrei consigliato di chiudere il marito in clinica, andarlo a trovare tutti i giorni vestita bene, truccata e animata da evidente fretta di andare da qualche parte a divertirsi. Forse ancora più crudele e senz'altro più appagante come vendetta. In fondo accelerandogli la morte non fa altro che fargli un favore e rischia pure a galera, se da un autopsia viene fuori che le medicine non gli sono mai state somministrate.
Altro che lama di coltello, questo è un rasoio.

Giusto, "la pacata rassegnazione", è la reazione di chi non ha nulla da perdere se non la propria rabbia.

Se fosse stata mia amica, dopo la prima Mimosa, le avrei consigliato di mettere sotto sale Arturo e farlo leccare dalle capre. Io però sono un tipo emotivo. sorry.

E' dura questa pagina. Mi rimane difficile annoverarla tra i testi sul tema amore. A parte l'innamoramento iniziale, tutto si svolge sul terreno del rancore, sopito dentro l'animo e poi lasciato libero d'agire, armato a vendetta.
Certo è che amore e odio si toccano sempre sulla linea di confine e che talvolta è difficile distinguerli veramente l'uno dall'altro.
Nel mezzo c'è l'indfferenza, che sempre è la parte più dura.
Qui la tua protagonista sceglie di agire meschinamente, e questo toglie valore al suo giusto senso di vendetta. Da sola si pone in una situazione che può sperare soltanto di non essere mai scoperta, altrimenti diventerebbe corollario a conferma di una vita vissurta senza mai un momento di personale brillantezza.
E' untesto che fa molto riflettere. E' un testo che ti porta a guardarti intorno, a cercare di guardare l'umanità conosciuta con un velo di sospetto.
Mi ha colpito. Sì.

Giampiero Pieri ha scritto:

E' dura questa pagina. Mi rimane difficile annoverarla tra i testi sul tema amore. A parte l'innamoramento iniziale, tutto si svolge sul terreno del rancore, sopito dentro l'animo e poi lasciato libero d'agire, armato a vendetta.
Certo è che amore e odio si toccano sempre sulla linea di confine e che talvolta è difficile distinguerli veramente l'uno dall'altro.
Nel mezzo c'è l'indfferenza, che sempre è la parte più dura.
Qui la tua protagonista sceglie di agire meschinamente, e questo toglie valore al suo giusto senso di vendetta. Da sola si pone in una situazione che può sperare soltanto di non essere mai scoperta, altrimenti diventerebbe corollario a conferma di una vita vissurta senza mai un momento di personale brillantezza.
E' untesto che fa molto riflettere. E' un testo che ti porta a guardarti intorno, a cercare di guardare l'umanità conosciuta con un velo di sospetto.
Mi ha colpito. Sì.

si, anche a me giampiero.

ragasssssi, d'ora in poi guardatevi alle spalle quando vi fanno un'iniezione!
Solo per prudenza, nè?

La penna del giorno ha scritto:

ragasssssi, d'ora in poi guardatevi alle spalle quando vi fanno un'iniezione!
Solo per prudenza, nè?

Pennaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa


se l'infermiera si chiamasse anita fuggirei!!

Agghiacciati
nomate
iniezioni!
Ti
ammazzaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Giampiero Pieri ha scritto:

E' dura questa pagina. Mi rimane difficile annoverarla tra i testi sul tema amore. A parte l'innamoramento iniziale, tutto si svolge sul terreno del rancore, sopito dentro l'animo e poi lasciato libero d'agire, armato a vendetta.
Certo è che amore e odio si toccano sempre sulla linea di confine e che talvolta è difficile distinguerli veramente l'uno dall'altro.
Nel mezzo c'è l'indfferenza, che sempre è la parte più dura.
Qui la tua protagonista sceglie di agire meschinamente, e questo toglie valore al suo giusto senso di vendetta. Da sola si pone in una situazione che può sperare soltanto di non essere mai scoperta, altrimenti diventerebbe corollario a conferma di una vita vissurta senza mai un momento di personale brillantezza.
E' untesto che fa molto riflettere. E' un testo che ti porta a guardarti intorno, a cercare di guardare l'umanità conosciuta con un velo di sospetto.
Mi ha colpito. Sì.

Trattasi di amore negato, anzi, disinvoltamente umiliato.
In realtà lei non fa nulla di illegale: semplicemente non fà. Il dolore di lui non la riguarda, come l'amore di lei non riguardava lui.

Meditate gente, meditate.

è a tutti gli effetti un testo noir dove l'amore ha solo l'effetto di incipit creando, nel lettore, la sindrome del giudice...giusto perchè ho usato il sistema con la mia ...quinta moglie, o sesta...non ricordo con precisione, ma se l'aria la inietti direttamente in vena è bellissimo vedere l'embolo che parte ...
Landrulele...
P.S. Piaciuto un sacco...

oh, yes, bastano 10 cc. di aria ed il gioco è fatto.
Si possono anche usare aghi di ghiaccio per perforare il pericardio e provocare il peggio. Il ghiaccio si scioglie e non lascia traccia.
Basta che il ghiaccio non sia ricavato da un ghiacciolo al tamarindo, metterebbe in sospetto la police.

Anita
Non
Indietrggia
Troppo
Amareggiata.


Amore
Ridicolizzato
Tormenta
Un
Ricordo
Ostile

Daniele Dossena ha scritto:

è a tutti gli effetti un testo noir dove l'amore ha solo l'effetto di incipit creando, nel lettore, la sindrome del giudice...giusto perchè ho usato il sistema con la mia ...quinta moglie, o sesta...non ricordo con precisione, ma se l'aria la inietti direttamente in vena è bellissimo vedere l'embolo che parte ...
Landrulele...
P.S. Piaciuto un sacco...

che, non te lo ricordi più? era la sesta, la tieni ancora in frigo, fino a quando passa il cammion dell'umido da riciclare. Sei sempre stato un ragazzo ordinato ed ecologico, me lo diceva sempre anche la tua settima moglie, quella che hai usato per fare il compostaggio!

A me piace particolarmente il titolo, il racconto è un poco "distratto". La storia è troppo improbabile, sa di paranoia. Mi spiace, ma la penso così!

...Il compostaggio??? madonna che cosa terribile...
non è meglio mia moglie che sta tranquilla appesa nell'armadio dal '93...?

ma gliel'hai messa in bocca la naftalina? mica peraltro, poi magari si tarma.

Rita Paleari ha scritto:

A me piace particolarmente il titolo, il racconto è un poco "distratto". La storia è troppo improbabile, sa di paranoia. Mi spiace, ma la penso così!

Rita, un poco di sana pazzia, c'è in tutte le coppie. Qui la pazzia magari non è sana, ora che ci penso.

La penna del giorno ha scritto:

ma gliel'hai messa in bocca la naftalina? mica peraltro, poi magari si tarma.

..ahahah ... formaldeide uhuhuh gngngn

Accidenti, e pensare che vi volevo raccontare una grande storia d'amore, ma per pudore non l'ho fatto. La grande storia era la mia, come penso tutte le vostre, perchè ogni persona è di per sè già una storia, un libro da esplorare. Ve ne sieta mai accorti?
Perchè non fare un round con le proprie storie, magari non d'amore, la moglie potrebbe capitare qui e leggere ( ); un semplice fatto accaduto, un fatto particolare e curioso da ricordare e condividere.

Giampiero Pieri ha scritto:

La penna del giorno ha scritto:

ma gliel'hai messa in bocca la naftalina? mica peraltro, poi magari si tarma.

..ahahah ... formaldeide uhuhuh gngngn

Formaldeide n.5? Ottima scelta, bel topolone!