Un venerdì bollente

Sono proprio stanca, mi sfilo i guanti e mi siedo. Osservo quei corpi decapitati e perfettamente aperti, allineati sul piano di marmo, belli, compatti, dalla carne rosea. Un caffè ed una sigaretta e poi ricomincio. Guardo l’orologio sono già le sei del pomeriggio devo sbrigarmi, ho ancora tanto da fare. Ho invitato degli amici carissimi a cena, stasera menù siculo. Rigatoni con pesto alla trapanese, sarde a beccafico e caponatina. Eh si, io sono una sardicula, detto così fa pensare a dei pesci, le sardicule....approfittatene donne oggi abbiamo le sardicule, belle grasse da fare arrosto, spesso quei debosciati dei miei amici, si divertono a prendermi in giro. Metto su un pò di musica e al ritmo di black magic woman, inizio a prepare le sarde. Adoro cucinare a tempo di musica, sono due cose che riescono a darmi serenità. Entra in cucina Annabella: - Mamma che musica !- La folgoro con lo sguardo: - Se non lasci su quella musica, giuro che ti scaravento addosso i Sex Pistols, piuttosto dimmi se sei dei nostri insieme al tuo ragazzo -, la pupa bofonchia, credo che voglia dire si. Così tra uva passa, mandorle, basilico e quant’altro sono già le otto di sera. Una bella doccia, un pò di trucco e via ad apparecchiare. Eccoli sono arrivati, sono loro, i miei più cari amici. Gli devo molto, mi sono sempre stati vicini, in periodi un pò pesanti della mia vita. Sappiamo tutto l’un dell’altro e non c’è occasione, evento che non condividiamo assieme. Ultimamente però ho la sensazione che qualcosa stia cambiando. Stasera però non ci voglio pensare. Li voglio vedere così come sempre, i miei più cari amici e basta. Ci sediamo a tavola, la serata passa tranquilla. Sempre le solite battute sul fatto che sono un’astemia, con il sorrisino di mia figlia che non perde occasione per prendermi in giro, insieme ai debosciati. La cena è un successo. Ci trasferiamo in salotto per il caffè. Arriva il momento catartico del dopocena, troppi rigatoni, troppe sarde e troppo vino. Esordisce il mio amico:" Accidenti, ci stiamo proprio amminchionando, mettiamo un pò di musica, almeno ci svegliamo." E’ sempre lui, il giullare della compagnia non sta zitto un attimo, vulcanico e trascinatore. Si avvicina e mi dice :- dai balla questo tango, hai le scarpe adatte.- Ancor prima di dire si, mi ritrovo già in piedi. Non è certo questa la prima volta che ballo con lui, ma stasera mi sembra tutto diverso, come se lo vedessi per la prima volta. Mi stranisco sarà la musica dei " Gotan project", fatto sta che balliamo un tango un po' troppo attillato. E’ tardi quasi le due del mattino, ( la tragedia è dietro l’angolo) ho freddo , decido di fare una borsa d’acqua calda. Sono una freddolosa. Sto per salutare i miei amici, quando la borsa che tengo tra le mani scoppia. Un inferno. Corro in camera mia. Il collant e il tubino aderente, trattengono l’acqua calda. Cerco di spogliarmi, maledizione il collant si è attaccato alla pelle. Il dolore è insostenibile. Il primo ad accorgersi dell’accaduto, è il mio amico. " Gin, fammi entrare, devo versarti dell’acqua fredda, porca puttana, apri la porta." Non riesco neanche a parlare, tremo come una tarantolata, sinalmente arriva Annabella:" Mamma che cosa è successo, accidenti io mi stavo appisolando, per un momento ho creduto che ti fosse caduto addosso un pensile della cucina....." Continuo a tremare, avete presente Benigni nella scena dove lui muove il braccio tipo zabaione, ecco uguale. Mia figlia mi spoglia, mi aiuta ad adagiarmi sul letto, vivo attimi di panico. Non riesco a contrastare il dolore, sto per svenire. Alla buon’ora arriva la mia amica meglio tardi che mai:- Gin, ma così non puoi stare, morirai dal freddo, non hai nel guardaroba estivo qualcosa di corto.- La guardo esterrefatta. Le vorrei dire, che non posseggo abiti da porno star, dato che l’ustione interessa l’attaccatura della coscia. Riesco ad indossare un paio di short di mia figlia, devo muovermi, non so come stare. Faccio due passi,mia figlia dietro come a sostenermi. A questo punto la situazione prende una piega comica. Dagli short, fa capolino, il bordo della mutandina. Sono un vecchio paia di slip di mia figlia, con su disegnati degli orsacchiotti rossi. " Mamma, oggi ti sei giocata la dignità". Mia figlia, guardiana della mia integrità, cerca di ricompormi, quando ecco che il mio amico, decide di praticarmi una antica tecnica zen. Impone le mani su due punti, a detta sua, sacrali, in zona lombare, mentre emette dei suoni simili a muggiti. Tutto questo dovrebbe servire a non far rimanere la cicatrice. Siamo al paradosso. Mia figlia, si sgomenta per gli slip con gli orsacchiotti, il mio amico muggisce mentre la mia amica, continua ancora a cercare improbabili vestiti, degni di Cicciolina. In confronto la mia ustione è nulla. Finalmente la lucidità ritorna tra i convenuti, quindi ampio dibattito: pronto soccorso si, pronto soccorso no. Si mette la mozione ai voti, dopo aver disquisito sui vari codici verdi rossi e quant’altro. Mi sento quasi di troppo, ma chi c’è che sta male....non certo sono io. Ma quando quasi avevo perso le speranze, ecco che appare il "Foille" Mia figlia sta per spruzzarlo, quando con gesto felino, il mio amico glielo strappa dalle mani." Sei pazza Annabella, è un veleno, non metterlo" Interviene la mia amica: " Ma che kazzate dici, il "Foille" si mette per le bruciature, il pazzo sei tu ( è un’autorità in merito, vedova di medico.....) " Il "Foille" volteggia da mano in mano. Oddio, sono un branco di pazzi, con tutto il fiato che ho in gola urlo: " Basta, sto morendo dal dolore, mi date questo kazzo di "Foille" Non ci crederete, mi guardano male , come di chi si sente offeso.
Esausta decido di andare a letto. Saluto i miei amici. Arrivano le otto del mattino. L’ustione è adesso una bolla enorme. Vado dal medico, morale della favola ustione di terzo grado. Quindici giorni di cura salvo complicazioni. Credo che mi resterà la cicatrice. Penso a quando in facoltà ero soprannominata " Miss Dadaumpa".... penso all’estate che verrà, al bikini. Ormai sono quasi già passati venti giorni. La bolla si è trasformata in una sorta di pelle più vicina alle squame di un pesce che a quella di un essere umano. Che mi stia veramente evolvendo in una sardicula, bella , grassa , da fare arrosto....

Cagliari, 3/12/2007

mi sono scottata con te fin dalla prima riga
davvero bollente, ginevra

ero ancora sospeso alla tua misticita', e' stato un po' come vedere il papa fare pipì.
E' c'e' tutto in questo racconto, tutto il senso dell'amicizia, ma proprio tutto, pieghe risvolti e orli solamente " imbastiti ", anche dell'amicizia con i figli, piuttosto che i doveri.
Molto bello, come un pretesto, oppure un'altra cosa da aggiungere alla prossima cena.
imbastito, quei punti larghi che si fanno per provare, prima di cucire.

"ero ancora sospeso alla tua misticita', e' stato un po' come vedere il papa fare pipì."


Che dire, dal commento di "Sono", a quello di oggi, ho fatto carriera......


____gin

Io mi sono versata l'acqua bollente sul braccio nel tentativo maldestro(ma anche malsinistro visto che quello è il braccio ustionato)di riempire la borsa dell'acqua calda per cui non ho manco l'attenuante del caso.Per il resto che dire cara Gin,mi sei piaciuta.Come sempre.

Io so solamente che da quella sera, nel chiederle come progrediva la bolla, conobbi una splendida donna. La conosci, Gin? E' tutto, meno che una sardicula, bella, grassa, da fare arrosto....

Si cara, anche io ho conosciuto una donna eccezionale, volitiva,
sensibile e dolcemente fragile. Insomma tutte quelle qualità che così
raramente per non dire mai albergano in un uomo.Ora visto che gli
uomini sono quelli che sono, ovvero paragonabili a delle cabine
telefoniche.....quando sono libere è perchè nessuno le vuole,
pensavo.....e se ci fidanzassimo....io credo che sia proprio una bella
pensata!

___gin

Ginevralapazza ha scritto:

Si cara, anche io ho conosciuto una donna eccezionale, volitiva,
sensibile e dolcemente fragile. Insomma tutte quelle qualità che così
raramente per non dire mai albergano in un uomo.Ora visto che gli
uomini sono quelli che sono, ovvero paragonabili a delle cabine
telefoniche.....quando sono libere è perchè nessuno le vuole,
pensavo.....e se ci fidanzassimo....io credo che sia proprio una bella
pensata!

___gin

Sei gentile a paragonarli a "cabine telefoniche". A me, la storia del "libere perché nessuno le vuole" ha fatto ricordare, come mi scrisse Pier qualche commento fa: "Che sono un cesso? libero, occupato, libero?"... spesso liberi, hanno del tempo da perdere...
Ma non voglio eccedere, non voglio mi si scambi per la "volpe e l'uva"... ...

In ogni caso, al di là dell'incidente (che spero frutto di simpatica invenzione) , dico che questa tua pagina è narrata in modo esilarante, se non fosse così verosimilmente plausibile...

Ma che uomini avete conosciuto?

Riguardo al brano che ho letto, lo trovo BELLISSIMO.

Penna Libera ha scritto:

Ma che uomini avete conosciuto?

Rispondo per me, di pirsona pirsonalmente.....Se lo vuoi sapere vai a leggere " Elogio semiserio ad un uomo" ( a che punto mi son ridotta, mo mi pubblicizzo pure...)

___gin

gin_________________________________

e dai

Per la serie.... "Fai del bene (la cuoca) e poi pentitene"....