Storia minima

Ritratti distratti

Storia minima


La conobbi quando era già anziana, bassa, così grassa che si sarebbe fatto prima a saltarla che a girarle intorno, con i capelli bianchi, sdentata e occhiaie profonde. Era la prostituta di un paesino di montagna: venti case, un campanile, un negozietto d’alimentari, e un enorme tiglio in piazza. Case di pietra fuori dal tempo, inverni tristi e nebbiosi, ma soprattutto maledettamente gelidi.
Una persona meravigliosa.
La sua storia iniziò in tempo di guerra: allora era piccola e graziosa e quando le guerre finiscono, a volte regalano figli. A lei lasciò un bel maschio che crescendo, assomigliò tutto a J.Waine, in più le rimase una madre che avrebbe potuto dormire in un cassetto tanto era rinseccolita e vecchia. Questa madre di quasi novanta primavere aveva una particolarità curiosa: era tossicodipendente!
Durante la guerra, infatti, si era ammalata di non so cosa e gli americani l'avevano curata con la morfina dalla quale non si era più liberata. Altro regalo della guerra. Per questo motivo la mia amica Maddalena cominciò ad essere “ generosa” con i farmacisti della zona, onde procurarsi le famose fialette sottobanco. Finita la guerra una ragazza non sposata, con un figlio e una madre in quelle condizioni, non aveva grandi possibilità e oltre alle fialette, doveva procurarsi la "sopravvivenza".
E così scelse la Professione.
Devo dire che il Paesino dove viveva, accettò la sua attività al pari del falegname, dell'alimentarista o del prete, vero esempio di democrazia: nessuno si sognò mai di segnarla a dito. Vivi e lascia vivere. Solo una volta un ragazzo, come può succedere a volte e forse senza intenzione, chiamò il figlio in modo da ricordare la professione della madre, ma ne prese tante dagli altri amici, che non ci si provò più e la cosa finì lì.
Un giorno Maddalena s’innamorò, ricambiata, di un muratore vedovo con tre figli: Gaspare sapeva del lavoro della futura moglie, essendone un affezionato cliente, ma considerava la cosa come un semplice lavoro. Maddalena era felice, Gaspare si preparava al matrimonio, tutti i figli erano contenti e il Paese pure, considerando che tutti hanno diritto alla felicità.
La vita a volte però è peggio di un romanzo scadente e si verificò un fatto che mandò tutto a monte.
Gaspare una sera andò a trovare Maddalena senza preavviso e trovò in salotto numerosi clienti in attesa: la povera donna si giustificò dicendo che ormai avevano pagato l'abbonamento e lei, da vera professionista, doveva finire il lavoro.
Gaspare se n’andò senza profferire una parola ma non si fece più vedere.
Il sogno di Maddalena deflagrò quando in chiesa apparvero le partecipazioni di matrimonio di Gaspare, ma il nome della sposa non era il suo.
Con coraggio non pianse, non disse nulla, pensò con la ruvida saggezza della disperazione che le cose dovessero andare così.
Riprese il suo lavoro rimpiangendo il marito e i figli ormai non più suoi.
Strinse i denti e andò avanti. Anche il paese si commosse per quel grande cuore, gonfio d'amore vero che aspettava solo di essere donato.
Il destino si ubriacò nuovamente e nel suo vacillare pensò bene di cambiare nuovamente la strada di Maddalena.
Un bel mattino la sposina si stancò del muratore e dei suoi figli, fece le valigie e sparì.
Maddalena da quella gran donna che era non disse "ben ti sta" (sicuramente però lo pensò) e poiché Gaspare era finito all'ospedale per un incidente sul lavoro, prese i suoi tre figli, li portò a casa sua e con il suo lavoro sfamò tutti. Gaspare non si riprese e pensò bene di morire, ma lei continuò ad essere la madre di tutti. Diventò sempre più vecchia, più sfatta e quasi cieca e col tempo i figli se n’andarono per i fatti loro, com’è normale che accada.
Ora passa le giornate seduta su una seggiolina di paglia sull’uscio di casa, scambia due parole con le vicine che vengono a trovarla e prende l’ultimo sole, l’unica cosa gratuita della sua vita.

Stanno uscendo dei ritratti, qui sopra, che meriterebbero una sezione a parte...
Maddalena ci starebbe da signora...

chi di noi non ha conosciuto "personaggi"? Questa donna era meravigliosa, aveva tempo per tutti. Ricordo che il figlio della ladra del paese( perchè il mio paese era un poco come Spoon River, tutti i protagonisti erano identificabili nei loro vizi e virtù), rimasto orfano a circa 20 anni, si dedicò alla bottiglia. Morì poco dopo, per cirrosi epatica. Lei andava tutti i giorni all'ospedale, dopo aver percorso 3 chilometri nel bosco all'andata e altrettanti al ritorno, per arrivare alla stazione. Andava all'ospedale come se fosse suo figlio, il resto potete immaginarlo. Nonostante l'età e i problemi personali, aveva il tempo anche per mia madre, anziana e sola, poichè noi figlie vivevamo lontane.
Questo racconto è il primo in assoluto che io ho scritto. Un atto dovuto.

Sai, Rita, c'era una sezione all'inizio del forum che si chiamava I nostri folli quotidiani, poi tolta e le pubblicazioni conglobate in prosa.... Troppo dispersivo, dovrei pensare a ristrutturare il tutto e mettere dei tag alle pubblicazioni ma è un lavoro mastodontico e non credo di aver voglia di farlo. Il tuo è un bellissimo atto dovuto. Il mio primo scritto in assoluto fu per mio padre e ogni anno, il 24 maggio, lo ripropongo...
Mi hai dato un'idea, come io l'ho data ad Annamaria etc etc, una catena donne!

una catena di donne? perfetto!

Una catena di ritratti al femminile ed ai maschietti lasciamo la penna in azzurro...

Bellissimo questo ritratto, e ancor più bello perchè vero.
Sai, a volte uno si sforza di immaginare vicende, e poi scrivendole ha paura di esagerare "ma dai, persone così non possono esistere". Invece basterebbe quardarsi intorno togliendosi le fette di pregiudizi dagli occhi, come sai fare benissimo tu.

Ciao Mario!!!!!!

Daniela Micheli ha scritto:

Ciao Mario!!!!!!

Ciao a te!

Bella Maddalena, bella la storia, bellissimo il tono.

(solo non mi piacque "abbonamento")

Ci state a fare un "round" non in forma anonima dove raccogliere questi ritratti?

Daniela Micheli ha scritto:

Ci state a fare un "round" non in forma anonima dove raccogliere questi ritratti?

Mi pare che già facemmo qualcosa, in forma anonima però, molto simile giusto un anno fa:"
Ha un viso schiacciato, un gresmbiule a righe, un vassoio sotto il braccio. E' l'ultima donna di questa storia."

Ma si può anche rifare, volendo.

è vero, Mario.
io scrissi un capolavoro!
(scherzo...)

Perchè no, ma ci sono anche ritratti maschili di personaggi interessanti. R.

Avanti allora! Però lunedì inizia il round

Daniela Micheli ha scritto:

Sai, Rita, c'era una sezione all'inizio del forum che si chiamava I nostri folli quotidiani, poi tolta e le pubblicazioni conglobate in prosa.... Troppo dispersivo, dovrei pensare a ristrutturare il tutto e mettere dei tag alle pubblicazioni ma è un lavoro mastodontico e non credo di aver voglia di farlo. Il tuo è un bellissimo atto dovuto. Il mio primo scritto in assoluto fu per mio padre e ogni anno, il 24 maggio, lo ripropongo...
Mi hai dato un'idea, come io l'ho data ad Annamaria etc etc, una catena donne!

esato, condivisione e stimolo reciproco. Mi piace molto.

Daniela Micheli ha scritto:

Stanno uscendo dei ritratti, qui sopra, che meriterebbero una sezione a parte...
Maddalena ci starebbe da signora...

anche la mia Venerina.

Bella, bella, bella!

ah dimenticavo: stupendo.

Per adesso un rispettoso saluto alla signora Rita...ossequi...

Se volete aderire alla proposta, fate precedere i titoli delle vostre pagine con Ritratti distratti, ché poi li raccolgo assieme... Baci

eugen signori ha scritto:

Per adesso un rispettoso saluto alla signora Rita...ossequi...

Salve Eugen, ben arrivato. R.

Dani, intendi dire ritratti solo al femminile o ci si mettono anche quelli maschili?


Ho già messo in testa a questo racconto, la dicitura Racc. Dist.