E la notte è pronta ad infilzarmi
coi suoi acumi di desideri
non appena mi siedo a mendicare
mi spoglia del mio ultimo vizio
rubando un’armonica a bocca;
melodia di schiavo liberato dalla solitudine.
Barili di ricordi mi versano addosso
litri di nero e qualche gemma
ed è più semplice fissare l’orologio
della cattedrale, trasportarti
tra le ore dell’inconsapevole rifiuto.
C’è un’intesa segreta tra i freddi scalini
la follia dell’alcool
genuflettersi ai piedi del silenzio
ora che il destino s’è fatto
grumo di pietre
nell’umido profumo di archi d’amore.