Foglie distratte friniscono distorte
dall’alito che strascica le nubi sulla luna
attecchendo tra brivido ed abbraccio,
nei timidi sorrisi e in ardenti carezze,
ai lati del sentiero che porta lontano,
dov’esausto e bramato s’abbevera un bacio.
Desquamati sussurri stridono eccependo l’udito,
eccentrici silenzi s’assiepano tra le dita,
baluginanti sguardi esterni s’intrecciano
in questo nostro aberrante viaggio.
Su questa ardita vetta, quando nebbia fugge
e il terrore si dipana sul tuo viso
mentre il tuo millantatore labbro
perde l’eristico duello e muto s’inchina
a quel bacio trascendente che l’eterno filtra,
scopriamo il capzioso assioma del vissuto.
Il livore dei puntini che ci mirano dal basso
l’invidia dell’asfalto che profuma il vento
sputa una facezia sul mio cuore.
D’un tratto geloso m’aggrappo
il mio amore ha vertigini
come la caduca foglia di un ramo.