Perché dire quando l’evidenza taglia il ferro, quando la strafottenza colora i mandorli in fiore,
quando la provocazione allarga le sue maglie tentacolari, quando l’ingenuità è stata calpestata con un ghigno infernale, quando la menzogna è arrivata a proteggere la melma, quando la bellezza dell’infanzia è sporcata dall’infantilismo adulto?
I silenzi fanno vuoto, le parole riempiono viltà.
Vedo anime putrefatte che cercano di saldare quel poco di vita che resta, che calpestano gli affetti più cari, che giocano a rimpiattino con l’altrui buona fede.
Parlano e sparlano, usano luoghi comuni, si rincorrono sapendo di non arrivare a nessuna meta e restano a metà di se stessi credendo che due pezzi di un puzzle compongano la vita.
E’ provincialismo di idee, è afferrare quello che è possibile quando capita, è ripudiare con un colpo di spugna la fiducia che trasudava sorpresa di bellezza.
Perché dire?
Per cancellare