Una giornata non qualunque
Se sono sopravvissuta a oggi, credo che diventerò immortale.
Sono arrivata in corsia in orario, una volta tanto.
Dopo aver sistemate le pazienti ed aver somministrate le terapie, abbiamo fatto l’accettazione dei nuovi ricoveri, oggi solo tre, fortunatamente.
Fortunatamente dico perché il reparto dove lavoro è l’oncologia.
Delle tre nuove ricoverate una era una nonnina, tutta bellina, capelli bianchi, grassottella, con la sua migliore camicia da notte.
Mi fa tenerezza vedere le vecchine come ci tengono ad essere belline e tutte ordinate, più di quando erano giovani.
Dispongono sul comodino le loro tovagliette ricamate, portano il loro bicchiere e tazzina da casa, hanno sempre tovaglioli e fazzoletti ben stirati, caramelline, Famiglia Cristiana e a volte un gomitolino per fare l’uncinetto.
Tentano di ricostruire il loro habitat, per non soffrire troppo il distacco da quello naturale.
Che triste dolcezza!
Tornando alla paziente di cui parlavo, la diagnosi era di neoformazione alla radice del naso.
Niente di che, di solito si tratta di piccoli tumori della pelle, da trattare con una decina di applicazioni di plesio.
Il dottore, sempre cortese, chiese alla signora di levarsi gli occhiali per poter vedere la lesione.
La signora, non si decideva, sembrava facesse finta di non sentire o proprio non ci sentiva.
Alle insistenze del medico alla fine si levò gli occhiali.
Venne via anche il naso.
Non scherzo, venne via proprio anche il naso, che era finto, attaccato agli occhiali come quelli di carnevale.
Al posto del naso c’era un buco, il tumore glielo aveva mangiato tutto.
Gesù, credo che il sangue mi sia fermato nelle vene, ho sentito persino screpolarsi il cervello, noooo, non era possibile, avevo le allucinazioni, avevo fumato troppo(io non fumo), avevo bevuto troppo (sono astemia). Avevo fatto troppo sesso, no sono vergine , non è vero né una cosa, né l’altra, ma cercavo disperatamente un aggancio per evitare lo svenimento.
Avete presente quando la realtà non coincide con la realtà? Ecco, proprio così!
Sia il dottore che io, credo che oggi avremmo meritato l’Oscar per la migliore interpretazione delle persone che trovano normalissima una situazione così.
Non uno sguardo rivelò il nostro sgomento, non un’espressione sottolineò la nostra incredulità, non un sospiro fece sospettare che non stavamo respirando affatto.
Finimmo il giro delle visite con la massimo signorilità, però capivo che nessuno dei due sapeva realmente cosa stesse facendo.
Bè, che c’è di strano, sempre quando ci si leva gli occhiali, viene via il naso, a volte persino un orecchio!
Ragazzi, ora cerco di riderci sopra, ma vi giuro che non è stato un bel momento, non tanto per la faccenda in sé, purtroppo in questo reparto ne ho viste di tutti i colori, ma non così all’improvviso, senza preparazione emotiva, senza alcun sospetto.
E per favore, d’ora in avanti, in mia presenza non levatevi gli occhiali.