Che bella questa pagina, Pdg ormai passata.
Mi ha messo addosso il rimpianto del dopo.
Mi ha inchiodato davanti al fatto che gran parte delle volte, dei fatti, si vive soltanto il dopo.
Gli anni '60, il '68, il post '68, tutti momenti di cui, essendo a quel tempo bambino, ho vissuto coscientemente solamente il dopo.
Anche il movimento studentesco, pur vivendolo nel "mentre", oggi lo ricordo come un dopo.
E la tua pagina mi ha messo anche davanti al fatto che oggi, di quell'entusiasmo giovanile - giusto o sbagliato che fosse non voglio qui entrare nel merito - è rimasto ben poco.
Oggi, che ormai non sono più un ragazzino, continuo ad avere un buon rapporto con i giovanissimi. Anzi, sul lavoro specialmente, mi stupisco tutti i giorni dell'affetto che mi dimostrano i giovani colleghi, pur senza che io faccia niente di gentile per farmeli amici. Mi cercano per andare a pranzo insieme, mi chiamano per prendere un caffè, mi lasciano una fetta di torta quando per un compleanno festeggiato in ufficio non sono presente in quel momento.
Eppure, in loro non ritrovo niente di quelle pulsioni che avevo io alla loro età, che mi squassavano il petto e mi facevano svegliare ogni mattina con la voglia di fare. Si vede che ogni generazione trova le proprie motivazioni in idee che a prima vista sono incomprensibili alle altre.
Non voglio arrivare a dire che i ragazzi non abbiano più ideali, che abbiano solo aspirazioni. Molti di loro hanno coscienze cristalline, solo che non si riconoscono più in quelle idee che furono capaci di smuovere le nostre, di generazioni. Insomma, io non so se quei periodi, che tu ben descrivi, alla fine siano stati anni magici o soltanto illusioni accartocciate. So soltanto che alimentarono i sogni di gran parte di noi. E il sogno si sa, è lo strumento più potente capace di muovere l’animo umano. All’inizio il mio stupore tendeva a trasformarsi in rancore, per questi ragazzi che si rifiutavano di riconoscere il “nostro” modo di pensare. Poi col tempo ho realizzato che non era giusto cercare di imporre loro le nostre, di idee, ormai divenute soltanto nostalgie, ad altre giovani persone che come noi stessi rivendicano soltanto il loro modo di vivere. Come noi, anche loro faranno i loro sbagli, e col tempo li ricorderanno con lo stesso struggimento che ci assale ripensando all’entusiasmo che non proviamo più. Ecco, la tua scrittura ha mosso questi pensieri nella mia mente. Mi ha fatto ricordare, insomma. Mi ha fatto ri-pensare.