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 19 luglio 1943

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Franca Bagnoli
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Franca Bagnoli


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MessaggioTitolo: 19 luglio 1943   19 luglio 1943 Icon_minitime19/4/2010, 09:43

Ricordo benissimo il 19 Luglio del 1943. Mia madre aveva preparato una teglia di pomodori ripieni di riso e l’aveva portata al forno sotto casa. Mio padre era al lavoro allo scalo ferroviario di S. Lorenzo. Le faccende di casa erano esaurite: in una casa tanto piccola si faceva presto a sbrigarle. Oziavamo pigramente, mia madre ed io, aspettando che i pomodori fossero pronti e il ritorno a casa di mio padre per il pranzo. Questa atmosfera pigra e sonnolenta fu interrotta dall’ululato della sirena che annunciava il pericolo di un bombardamento. Io e mia madre non ci spaventammo. Tante volte aveva ululato la sirena e non era successo niente. Si erano sentiti solo i colpi della contraerea che forse si esercitava perché di aerei non c’ era nemmeno l’ombra.
Quel 19 Luglio, affacciandosi alla finestra del quinto piano si vedevano alzarsi in lontananza, sulla sinistra, enormi colonne di fumo contemporaneamente a terribili boati. Nella nostra incoscienza io e mia madre non ci spaventammo nemmeno allora.
Ma era l’inferno, un inferno che durò un’ora e mezza. Finalmente mio padre tornò. Era pallidissimo, ci abbracciò quasi piangendo e con un filo di voce disse: “Temevo di non trovarvi”. E raccontò l’inferno che avevano vissuto lui, il personale dello scalo di S. Lorenzo e migliaia di abitanti del quartiere omonimo. Era tornato a casa passando tra cadaveri di persone e animali, specialmente cavalli adibiti per il traino dei carri funebri diretti verso il Verano, il vecchio cimitero di Roma. Molto vicino allo scalo S. Lorenzo non era stato risparmiato dalle bombe e molte tombe erano state scoperchiate.
Sullo scalo ferroviario erano cadute 180 bombe. Mio padre si era salvato perché, per motivi di servizio era fuori dallo scalo. Mia madre ed io eravamo inebetite. Mio padre, calmatosi un po’, disse: “Mettete in valigia i vostri vestiti. Tu, Elena, telefona a tua sorella e chiedile di ospitarci per qualche tempo. La nostra casa dobbiamo darla al mio collega Onorino che ha perso la sua”. Erano tempi terribili ma valori come l’amicizia e la solidarietà erano molto sentiti. Ora li stiamo perdendo.
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