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 Luiz. Prima parte

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Franca Bagnoli
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Franca Bagnoli


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MessaggioTitolo: Luiz. Prima parte   Luiz. Prima parte Icon_minitime19/4/2010, 22:04

Luiz era un ragazzo di 12 anni, figlio di un contadino, Paulo, che aveva la fortuna di possedere un piccolo appezzamento di terra non lontano da Recife, nel Nordest brasiliano.

La mamma andava a raccogliere il caffè in una piantagione confinante con il suo piccolo pezzo di terra. Qualche volta portava con sé la figlia di 3 anni, ma lo faceva malvolentieri perché nella piantagione non c'era un asilo e quando si effettuavano le fumigazioni ( irrorazioni di anticrittogamici ) dagli elicotteri, i lavoratori dovevano continuare a lavorare e se avevano bambini con sé non avevano modo di allontanarli dal campo.
Ma, tutto sommato, la famiglia di Luiz era felice. La terra era sufficiente a soddisfare i bisogni essenziali. Di tanto in tanto tutta la famiglia poteva permettersi di andare a Recife per comprare scarpe nuove ai bambini e, se l'annata era stata buona, anche un vestito nuovo per Paulo e Regina sua moglie.
La loro casa era poco più di una capanna, ma Regina l'aveva resa accogliente e sulla brace del piccolo camino quasi tutte le domeniche l'arrosto di un pollo o di un coniglio diffondeva un odorino che metteva allegria. Luiz giocava con la sorellina sul prato davanti alla casa e Regina ogni tanto si affacciava alla finestra e si rassicurava vedendo i bambini e sentendo le loro voci gioiose.
Da un po' di tempo Paulo e Regina frequentavano un gruppo di contadini che si riunivano per leggere la Bibbia insieme a padre Carlos, un missionario arrivato da poco. Finita la lettura parlavano della riforma agraria promessa dai vari presidenti che si erano succeduti nel governo ma non realizzata da nessuno di loro. Nel gruppo la maggioranza era di contadini senza terra che stentavano ad andare avanti con il lavoro nelle piantagioni, lavoro pagato pochissimo e privo di garanzie di qualsiasi tipo. Nelle riunioni si discuteva dei modi possibili di organizzarsi e reclamare la riforma agraria e una regolamentazione del lavoro nelle piantagioni..
Quando il padrone del latifondo confinante con il pezzetto di terra di Paulo e Regina seppe delle riunioni, si preoccupò molto e, chiamata Regina, le disse di non andare più alle riunioni di quel pazzo, sovversivo missionario. "Perché?" - chiese Regina. "Perché vi metterà nei guai" - rispose il padrone. Regina non l'ascoltò e, alla prossima riunione, raccontò tutto a padre Carlos. Questi sorrise e disse: "Nei guai già ci siete. Quanto guadagni, Regina, nella piantagione? Poco, molto poco. Non vedete che siete sfruttati? Quando tutti avrete preso coscienza di questo, sentirete la necessità di organizzarvi per reclamare i vostri diritti. A questo già stiamo lavorando, ma c'è ancora tanta strada da fare".
Il lavoro del gruppo andò avanti e stava nascendo il movimento dei Sem Terra.
Regina e Paulo, che la terra l'avevano, erano con loro. Passò un po' di tempo. Luiz cresceva e cominciò anche lui a frequentare le riunioni. Ormai aveva 14 anni ed era molto combattivo.
Un giorno il latifondista chiamò Paulo e, con un bel sorriso stampato sul viso, gli disse: "Voglio proporti un affare, Paulo. Vendimi il tuo pezzo di terra. Te lo pagherò bene. Potrai comprare altra terra, forse migliore". "Ma dove? - replicò Paulo - qui intorno non ci sono che latifondi. No, non posso venderti la terra. Serve alla mia famiglia. E poi, che te ne faresti di quel misero appezzamento? Se non sbaglio il tuo è di 500.000 ettari". "Va bene, come non detto" - rispose il latifondista. Due giorni dopo Paulo giaceva tra le piante di mais, in una pozza di sangue. Il proiettile di un pistolero l'aveva colpito alle spalle.
Regina, disperata, corse da Carlos. "Perché? - gridava - Perché?". Padre Carlos l'abbracciò e con un soffio di voce disse: "Il perché c'è, Regina. Se i piccoli contadini mantengono la loro indipendenza, chi lavorerà la terra di quei figli di....?" "E adesso che faccio? - chiese Regina singhiozzando - Il raccolto non è ancora pronto. Soldi in casa ce ne sono pochi. Non sono nemmeno sufficienti a seppellire Paulo". "Lo seppelliremo nella sua terra, sotto l'albero dove andava a riposarsi" - disse Carlos.
Regina piangeva, disperata. Luiz era furente. Avrebbe voluto una pistola per farsi giustizia. Pensò al machete e già vedeva la testa del latifondista rotolare per tutti i 500.000 ettari della sua maledetta terra. Regina lesse negli occhi del figlio la tragedia che avrebbe definitivamente travolto la sua vita. Guardò padre Carlos e chiese: " Ma non si possono denunciare l'assassino e il mandante?" "Si può, Regina, ma l'uno e l'altro troveranno testimoni pronti a fornire alibi che bloccheranno il giudice più onesto". Luiz guardò la madre e gli si strinse il cuore.
"Mamma - disse - andrò a lavorare, a spaccare pietre o ai forni per la produzione del carbone". " Ma sono lavori pesanti e tu sei ancora piccolo". Luiz non volle più discutere. Prese uno zaino e partì. Andò a spaccare pietre e la sua schiena. In poco tempo si spezzò anche la sua anima. Andò a vivere la vita di strada, fatta di piccoli furti, di arrangiamenti, di sniffate di colla per calmare la fame e del rischio costante della repressione feroce degli squadroni della morte.
Regina vendette la terra e andò a fare la serva in una ricca casa di Recife.
La figlia più piccola, Rosa, fu mandata, per interessamento di padre Carlos, alla Casa de meninas, un laboratorio di scrittura creativa organizzato da Associazioni di volontariato nella città di Teofilo Otani.
Regina sperava di rivedere un giorno i suoi figli e questi speravano di rivedersi e di ritrovare la madre. Ma nessuno dei tre aveva la certezza che il miracolo della famiglia riunita sarebbe avvenuto.

Nota. Questa storia è inventata, ma storie come questa sono comunissime in Brasile. La documentazione dei tanti problemi del Brasile, da quello della terra a quello dei bambini di strada si può trovare nei libri di Gilberto Dimenstein: "Storie di strada" "Bambine della notte" e "La guerra ai bambini in Brasile".
Dal bel libro di Giovanna Stanganello "Se dalla notte o dal giorno", riporto questa testimonianza della violenza degli squadroni della morte organizzati dai negozianti per "ripulire" le strade delle città brasiliane dai meninos de rua, costretti a rubare per non morire di fame. Una buona parte dei poliziotti dà una grossa mano ai commercianti nell'azione di "bonifica" delle vie della città.

"Chacina, strage organizzata da gruppi di sterminio per "ripulire" le città, le strade e piazze del centro o le periferie "selvagge". 23 Luglio 1993: Chiesa della Candelaria, una delle più famose e frequentate di Rio.....
"Riparati da vecchie coperte sporche e piene di buchi e da scatole di cartone, trenta meninos de rua stavano dormendo nella piazza prospiciente la chiesa. All'alba arrivarono due automobili gialle. Ne scesero cinque persone, solo una col volto coperto. Armati, sparano sui trenta bambini; ne ammazzano otto, di età compresa tra gli 8 e i 15 anni. Pivetes senza nome, figli della strada: sono 8 milioni i meninos che affollano le città brasiliane. Cresciuti troppo in fretta e uccisi da giustizieri assoldati da commercianti e imprenditori desiderosi di "ripulire" le strade......Risaliti in macchina e arrivati sulla strada che costeggia la spiaggia di Flamengo, i giustizieri hanno ricominciato i loro raid, uccidendo due ragazzi di 14 anni che dormivano in un prato. Un mendicante ha assistito per caso alla scena e i killer hanno deciso di eliminarlo: la mira, stavolta, non è stata precisa e l'uomo si è risvegliato alcune ore dopo in ospedale, col volto trapassato da un proiettile.
"Era un poliziotto, era un poliziotto!", ripete ora, la voce ridotta a un sussurro. Uno dei sopravvissuti, un ragazzino di 13 anni, ha visto in faccia i killer e non ha dubbi. "Sono poliziotti- ha detto ai giornalisti accorsi sul posto- Il capo del gruppo era un agente che giovedì sera aveva arrestato un nostro amico perché stava sniffando colla (la droga legale e micidiale, usata da quasi tutti i bambini di strada). Noi abbiamo tirato delle pietre contro l'auto della polizia e lui ha urlato che ce l'avrebbe fatta pagare. Si, posso riconoscerlo ma ho paura" .

Don Mauro Morelli, vescovo di Duque de Caxias..... ha divulgato una sua dichiarazione sul massacro della Candelaria affermando che " i bambini della strada considerano se stessi bichos (animali) e noi mostri. Nella notte dello stesso giorno, vicino alla Chiesa della Candelaria, nel centro di Rio de Janeiro, mostri armati di vigliaccheria e proiettili hanno sterminato bichinhos indifesi e addormentati nella fossa della miseria, figli maledetti del miracolo brasiliano. Non cerchiamo dati statistici, ma volti, nomi e indirizzi. Si, solidarietà e partecipazione per salvare vite, debellare la fame e sradicare la miseria. Cerchiamo cidadania! (cittadinanza)"
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MessaggioTitolo: Re: Luiz. Prima parte   Luiz. Prima parte Icon_minitime21/4/2010, 12:02

Non è una storia inventata. E' una storia come tante. Purtroppo
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Franca Bagnoli
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MessaggioTitolo: Re: Luiz. Prima parte   Luiz. Prima parte Icon_minitime21/4/2010, 12:20

Purtroppo si, Annamaria. Una mia amica è stata per un lungo periodo in Brasile a fare volontariato in una casa di bambine di strada. Ora controllo se ho postato la seconda parte.
Un abbraccio. Franca.
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MessaggioTitolo: Re: Luiz. Prima parte   Luiz. Prima parte Icon_minitime21/4/2010, 12:22

Franca Bagnoli ha scritto:
Purtroppo si, Annamaria. Una mia amica è stata per un lungo periodo in Brasile a fare volontariato in una casa di bambine di strada. Ora controllo se ho postato la seconda parte.
Un abbraccio. Franca.

la sto leggendo.
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MessaggioTitolo: Re: Luiz. Prima parte   Luiz. Prima parte Icon_minitime11/10/2011, 18:29

Mi è piaciuto rileggerla.
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MessaggioTitolo: Re: Luiz. Prima parte   Luiz. Prima parte Icon_minitime

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