La prima volta che vidi don Tonino fu alla Cittadella di Assisi, durante
l'annuale Corso di studi cristiani. Era già vescovo di Molfetta ma si muoveva in
in mezzo ai convegnisti come uno di loro. Era un bell'uomo ancora giovane,
con una bella testa di capelli scuri, tagliati corti.
Ricordo la messa celebrata nel giardino della Cittadella, a sera tarda,
sotto un cielo stellato. Le parole della sua omelia mi commossero; erano
parole profetiche e poetiche, per me il primo approccio ad un linguaggio
che via via imparai a conoscere bene, sempre meravigliandomi della sua
originalità. Nei giorni che passai alla Cittadella scambiai con lui
brevi commenti sugli interventi dei relatori, inizio di conversazioni
più frequenti nelle quali sempre di più gli aprivo la mia anima. Quando
lasciai la Cittadella, di tanto in tanto sentivo il bisogno di un suo
consiglio o del suo conforto. Telefonavo alla Curia di Molfetta e me lo
passavano senza alcuna difficoltà. Qualche volta rispondeva lui stesso.
Non mi meravigliavo; la sua casa, la curia, era un centro di accoglienza
che non aveva niente di istituzionalizzato. Chi bussava, entrava. E la casa
si riempiva di immigrati, di tossicodipendenti, di sbandati. Ricordo bene
quando divenne Presidente di Pax Christi. Io, che facevo parte di questa
organizzazione aperta e coraggiosa, ero presente al Convegno. Il vescovo
di Ivrea Luigi Bettazzi, altro profeta di speranza, si alzò in piedi e
disse: "Io ormai, per limiti d'età, devo lasciare la Presidenza. La passo
ad uno molto più bello di me". Così, fra risate e applausi, don Tonino
prese in mano la direzione di Pax Christi. Definirei la vita di don Tonino
contemplativa e attiva. Immaginava Dio con due ali, una nascosta ma pronta
ad aprirsi per invitarci a volare con Lui e pensava che gli uomini avessero
una sola ala e avessero bisogno dell'ala di un altro uomo da abbracciare per
volare insieme. Contemplazione profetica. Ma il suo sguardo non rimaneva
fisso al cielo. Entrò subito nel cartello dei "Mercanti di morte" che si
battevano per fermare il traffico di armi. Fu anche grazie al suo impegno che
passò la legge 184 che restringeva, e di molto, il sanguinoso traffico.
Si, la legge 184 che in seguito è stata modificata, allargando gli spazi
del traffico e facendo gridare a Zanotelli: "Vergogna!"
Don Tonino si oppose al trasferimento degli aerei F-!2 alla base di
Gioia del Colle, partecipando a molte manifestazioni. E intanto la sua casa
era sempre più affollata di emarginati, sbandati, disperati ai quali
don Tonino (guai a chiamarlo eccellenza!) offriva la sua ala per
abbracciarli e sollevarli dal fango.
Nel suo linguaggio profetico e poetico entrò una parola domestica:
il grembiule, parola chiave a simboleggiare una chiesa fondata sul Vangelo
del servizio e della pace che esige la giustizia e la "convivialità delle
differenze". Nel 1993 andò, con 500 persone, in missione di pace
a Sarajevo. Il suo cancro allo stomaco era già in una fase molto avanzata.
Lo vidi l'ultima volta il 31 dicembre 1992, all'annuale marcia della pace
organizzata da Pax Christi a Molfetta, per evitare un viaggio a don Tonino
che era omai prossimo alla morte. La chiesa nella quale lo aspettavamo,
al termine della marcia, era gremita. Un lungo applauso mi annunciò il suo
arrivo ma non mi voltai. Lo vidi passare, di spalle, avviato verso l'altare.
La sua bella testa aveva pochi ciuffi bianchi. La chemio gli aveva portato
via i bei capelli. Scoppiai a piangere ma smisi subito quando vidi il suo
viso sorridente e sentii la sua voce serena e gioiosa come sempre.
Al termine della messa ci salutò. "Vado a riposare- disse - ma voi restate.
Le signore di Molfetta hanno preparato per voi dei tipici dolci pugliesi".
Quando arrivammo alla curia, dove eravamo ospitati io e tre amici, ci
scusammo con il custode che venne ad aprirci, per l'ora tarda. Erano le 2 di
di notte. "Che volete che sia? - rispose - Qui è tutto un via vai, di giorno e
di notte".
Dopo solo quattro mesi dalla missione a Sarajevo il Profeta morì.
Era il 20 aprile 1993. Arrivederci, don Tonino. Noi siamo qui ad aspettare
l'alba di un nuovo giorno come la sentinella di cui parlavi, riferendoti
a un passo della Bibbia.
Bibliografia minima: Sui sentieri di Isaia. Ed. La Meridiana 1989
Quella notte ad Efeso Ed. La Meridiana 1989
Maria, donna dei nostri giorni Ed. Paoline 1993
Sentinelle del mattino Ed. La Meridiana 1990
Maria, donna del terzo giorno Ed. La Meridiana 1988
Stola e grembiule Ed. Insieme 1993