compleanno

racconto reale

Era il tredici febbraio, compleanno di Lorenzo. In precedenza gli avevo procurato un monolocale in una casa nuova, con il bagno piastrellato bianco e blu. Ero a seconde nozze, e non volevo che subisse altri dolori oltre a quelli passati, e in casa mia non ci voleva stare...C’era aria di sessantotto, le brigate rosse stavano facendo del loro meglio, e lui non voleva far male a una mosca. E allora, occupazione di case destinate alla demolizione! Bisognava pure fare qualcosa di rivoluzionario, no?
Salgo le vecchie scale di sasso fino al quarto piano e busso a una porta sgangherata... Appare una ragazza che chiama Lorenzo. Mi presento a mio figlio con in mano una piantina grassa... Ero patetico con in mano il vasetto, in una casa occupata da gente lanciata verso epiche gesta. Mi facevo un pò pena...La ragazza disse: “però, tuo padre si ricorda!”
Cosa voleva concludere in quel tugurio mio figlio è sempre rimasto un mistero. Ma la sua ragazza era lì. Un lurido cesso era sulla scala. La cucina era incrostata come un fuoristrada perbene. In compenso il monolocale con il bagno a piastrelle bianche e blù era vuoto. Lorenzo mi fece vedere il suo localino con la finestrella che guardava sul castello sforzesco, e ne era orgoglioso. In seguito dovette sloggiare, perchè era un privilegio borghese... Le scale le discesi con un buco nel cuore.
Quando mi trovai sulla strada, mi girai a guardare il tugurio, pensando davvero che la rivoluzione non fosse il mio forte. “Sarà per la prossima reincarnazione”, pensai, e raggiunsi la fermata d’autobus, ove un gruppetto di persone, forse turbate da pensieri analoghi ai miei, stava aspettando.

eugen

Mi sembra quasi di conoscerlo Lorenzo sai?
Io sono nata nel '65 e del '68 ne ho sentito solo l'odore e fatto lo sforzo di non rendere quegli sforzi inutili, come altri. Ma non ci siamo riusciti.
Non so perchè, ne hai parlato qui ed altrove ed ora ho in mente uno sguardo ribelle,due ochi che cercano un'identità e nascondono un pò di paura.
Chissà se assomiglia allo aguardo del tuo Lorenzo? Un abbraccio.
Annamaria.

Anna carissima...ho un bellisimo ritratto di Lorenzo...ma è troppo pesante. Se riesco ad alleggerirlo, te lo posto...ti ringrazio per quello che dici...

eugen signori ha scritto:

Anna carissima...ho un bellisimo ritratto di Lorenzo...ma è troppo pesante. Se riesco ad alleggerirlo, te lo posto...ti ringrazio per quello che dici...

Ringrazio io te, per vavere il coraggio e lo spirito di farci partecipi. Sono una di quelle che crede nel balsamo della parola. Molti dolori mi sono adesso più lievi per aver avuto la forza di raccontarli, esplicitamente o no.

Anna....Sor_ri_de.
shhhhhhhhhhhhh

Hai anticipato quello che provo anch'io. Qualche mio scritto è molto vecchio e l'ho conservato, ma quando ho passato un momento terribile durato almeno dieci anni, ho scoperto che scrivere sulle sensazioni, sulle angosce e sui dolori, scarica un poco l'intensità della sofferenza, quasi se si riuscisse a versare un pò di dolore sul foglio. E' stato da allora che ho cominciato a raccontare i "fatti miei", pensando che molte persone possano condividere quei sentimenti che prima o poi tutti provano...un modo insomma per stare assieme. Poche persone stanno bene in solitudine, ma la maggioranza degli esseri umani ama condividere e comunicare. Forse una volta eravamo animali da branco...ahahah!
Buona serata a te! Eugenio

eugen signori ha scritto:

Hai anticipato quello che provo anch'io. Qualche mio scritto è molto vecchio e l'ho conservato, ma quando ho passato un momento terribile durato almeno dieci anni, ho scoperto che scrivere sulle sensazioni, sulle angosce e sui dolori, scarica un poco l'intensità della sofferenza, quasi se si riuscisse a versare un pò di dolore sul foglio. E' stato da allora che ho cominciato a raccontare i "fatti miei", pensando che molte persone possano condividere quei sentimenti che prima o poi tutti provano...un modo insomma per stare assieme. Poche persone stanno bene in solitudine, ma la maggioranza degli esseri umani ama condividere e comunicare. Forse una volta eravamo animali da branco...ahahah!
Buona serata a te! Eugenio

Chiudo la porta
s'un giorno fra tanti,
sorrisi stirati e piegati
da usare ancora domani,
parole consunte,
nessun segno lasciato,
un sogno invecchiato
in un vicolo cieco.

Sciolgo dai ricci
nodi, pensieri,
un urlo che implode.
Sul viso le mani,
sola carezza al sapone.

Da scuri serrati
filtra la luna.
Grani di polvere,
milioni,
vi danzano dentro.
Sul tavolo un foglio in attesa.
Ci vomito sopra il mio grido,
esplode in parole d'inchiostro.

Sto meglio.
Chiudo gli occhi,
ripongo i colori di oggi
fra i tanti ieri di me.

Etichette: giorni

Bellissima Annamaria...hai riprodotto tante mie sensazioni notturne, quando i pensieri ti cascano addosso...Quante volte mi sono alzato nella notte per riempire quel famoso foglio!
E dopo tornavo a letto..un pò rasserenato, aspettando l'alba per agire...
Buona serata ..carissima... Eugenio

Una pagina struggente.Ormai Lorenzo lo considero come un familiare. E vorrei essergli amica. Bunanotte, Eugenio.