perchè?

racconto reale
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Sardegna,
notte di san Lorenzo,
quarto di luna che guarda
sul deserto di sterpi bruciati,
con rocce spettrali contro il cielo.
Sdraiato su una pietra,
abbraccio la volta stellata
che ruota lentamente.
Sento i “grandi spazi” di Lorenzo
che mi appare alla mente
con insistenza.
Lui amava queste situazioni.
Mi aveva raccontato
una della rare volte
che mi aveva accettato,
di una notte passata
nel cratere di un vulcano,
e mentre pensavo a lui,
trasognato,
una raffica di vento caldo,
da ponente,
si mette a spazzare la macchia
di sterpi e mirti bruciati
con violenza,
ed io la sento arrivare da lontano
come un’onda del mare,
e mi sorpassa,
sorpassa me che guardo il cielo
con occhi allucinati.
Un brivido mi percorre la pelle,
come se Lorenzo,
chissà da dove,
mi avesse dato un segno
della sua presenza.
Guardo la luna
sbiancare fragili nuvolette
che si sfilacciano verso oriente.
I grilli assordano,
i cani abbaiano in lontananza,
distrattamente,
per riempire la notte.
Uno però è vicino
e insiste.
Lo chiamo...
Silenzio.
Lorenzo svanisce nel nulla.
Non riesco a trattenerlo.
Mi è lontano anche nella morte.
Riprendo incerto
la strada del ritorno
incespicando nei sassi,
e chiedendomi:
“perchè?”

eugen