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 La carta dell' ONU !945

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Franca Bagnoli
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Franca Bagnoli


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MessaggioTitolo: La carta dell' ONU !945   La carta dell' ONU !945 Icon_minitime6/6/2010, 08:00

Propongo uno stralcio della relazione tenuta a Pescara da Raniero La Valle
in occasione della presentazione del suo libro: "Prima che l'amore finisca". Da questo brano risulta che, dal 1945 la guerra è stata messa fuori del diritto.


2) La Carta dell'ONU

"Questo libro ricostruisce la vicenda del Novecento. Dopo il baratro della seconda guerra mondiale sembrò che l'umanità avesse toccato il fondo; essa aveva fatto la guerra più atroce che la storia avesse mai conosciuto. Una guerra che aveva provocato decine di milioni di morti, venti milioni solamente nell'Unione Sovietica
(a liberare l'Europa non è stata solo l'armata americana; c'è stato un contributo enorme da parte sovietica con un pesantissimo tributo di sofferenze e di morti).
E poi c'era stata la Shoà, c'era stato lo sterminio, i sei milioni di Ebrei, i 500.000 zingari e antifascisti di tutta Europa periti nei campi, e infine la bomba atomica, quest'arma di distruzione di massa non più necessaria ai fini della guerra, perché la guerra era ormai finita, finita in Europa e finita anche per il Giappone che era sul punto di capitolare; ma c'era il "difetto" che quella bomba era stata scoperta
troppo tardi quando per la guerra non serviva più. E allora si pose il problema
che gli stessi scienziati americani, a cominciare da Oppenheimer, posero al Presidente Truman: ormai quella bomba non si poteva fare esplodere. E così cominciò la discussione se si potesse usare lo stesso perché tutti vedessero di che cosa si trattava.
C'era una tesi che diceva: usiamola facendo un esperimento, mostriamola al mondo. E invece la tesi che prevalse nel gruppo dirigente americano fu quella contraria, fu che l'unica utilizzazione veramente dimostrativa sarebbe stata
di farla scoppiare sulle città, e siccome le città giapponesi erano le ultime ancora in guerra, si scelse prima Hiroshima e poi Nagasaki: ormai la bomba non serviva
più alla guerra che era finita ma doveva servire a fondare il dopoguerra che cominciava.
E' da questa tragedia enorme, da questo fondo a cui l'umanità era arrivata, che comincia il riscatto, la rinascita, la decisione di voltare pagina, di cominciare una storia nuova. Quando le Nazioni Unite (si chiamavano così perché erano quelle che si erano unite nella guerra antifascista) si riuniscono a San Francisco per fondare, appunto, l'Organizzazione delle Nazioni Unite, compiono un atto storico che rappresenta un momento di straordinaria conversione. Non si tratta soltanto di dire: adesso non c'è più la Germania nazista, non c'è più il Giappone, riprendiamo la strada che era stata interrotta; no, si trattava di dire che tutto il mondo, attraverso tutto il corso storico vissuto fino allora, con le sue dottrine politiche, con il suo diritto di guerra ("ius ad bellum"), era approdato a un punto in cui era
dimostrato che continuando su quella strada c'era la distruzione totale; e quindi bisognava "cambiare mente", bisognava convertirsi, bisognava cambiare strada, voltare pagina. E qui avvengono cose straordinarie, inconcepibili fino allora. Pensate cosa vuol dire che la guerra è messa fuori dal diritto. La guerra c'era sempre stata nella storia dell'umanità. Il legame fra la guerra e la politica, fra
la guerra e gli Stati, era stato indissolubile e la guerra era stata il supremo regolatore della vita internazionale. Quindi pensate quale rivoluzione era il dire: no, la guerra non solo non è il supremo regolatore, non solo non è l'espressione della
sovranità degli Stati, la guerra è un flagello. L'articolo 2, paragrafo 4 della Carta dell'ONU non solo vieta la guerra ma proibisce qualunque ricorso alla forza
e perfino la minaccia dell'uso della forza nelle relazioni internazionali; c'è l'unica eccezione (art. 51) che è costituita dal diritto "naturale" alla legittima difesa nel caso di una aggressione e di una invasione: ma anche questo diritto riconosciuto dalla Carta dell'ONU è condizionato al fatto che lo Stato aggredito appresti le prime
difese ma poi si faccia difendere dalla intera comunità internazionale, attraverso l'iniziativa del Consiglio di Sicurezza, che ne ha il preciso dovere.
Quando i Costituenti italiani cercano una parola per esprimere questa realtà nuova di esclusione della guerra, scelgono una parola che è straordinaria e che è la parola RIPUDIO. Il che vuol dire che l'Italia rompe il vincolo indissolubile fra la guerra e la storia umana. Non a caso il termine viene preso dal vecchio diritto matrimoniale: il ripudio. Cioè, questa guerra che è stata finora la nostra compagna viene, con infamia, estromessa. E da questo nasce tutta una costruzione
che non è solamente una rinuncia ai mezzi della guerra, ma è una alternativa, perché la guerra era funzionale a un certo ordine del mondo; senza guerra si deve fare un altro mondo. Per rendere credibile questa rinuncia bisognava che l'ordine del mondo cambiasse e la prima cosa che si fa, nel 1945, è di dichiarare chiusa l'età degli Imperi.
Da quel momento gli imperi cominciano a scomparire. Finisce l'impero inglese, quello francese, quello belga, quello tedesco. Certo, non dall'oggi al domani. Ma il processo è avviiato.
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