PERCHE' HO DECISO DI NON PUBBLICARE LIBRI.
(fino a quando ci sarà questa industria culturale in Italia).
Dopo la morte di Dio, avvenuta soprattutto per il soffocamento del Titolare da parte della sua casta sacerdotale, ipocrita e corrotta, la nostra era sta assistendo ad un secondo omicidio spirituale: la fine dell’Arte.
Secondo la profezia di un noto scrittore, nel 2030 saremo tutti artisti, e avremo tutti a disposizione una bella casa editrice per farci pubblicare la nostra operilla.
Personalmente, almeno tre volte il giorno mi capita d’incontrare persone che hanno avuto un’ispirazione geniale e mi chiedono venti euro per la commercializzazione di tale trovata.
Per molti questa sarà una festa della libera espressione, per me invece una fiera della catastrofe.
Mi chiedo che fine abbiano fatto il lento apprendistato, la faticosa conquista di uno stile personale e di una poetica emozionante.
Si vuole tutto e subito e questo per me è una malattia, altro che una liberazione!
Forse, l'Arte può salvarsi grazie ai Forum come questo, dove ancora vengono praticate le antiche virtù dell'ascolto, della pazienza e della lenta costruzione.
Ci siamo mai chiesti perchè le case editrici siano tante e proliferano come funghi?
Ve lo dico io: perchè ci sono troppi poeti e autori; insomma troppe persone che si ritengono tali, perché l’hanno arbitrariamente deciso loro.
Il desiderio di ciascuno di essi di vedere ufficializzata attraverso la stampa di un libro, questa loro convinzione, associata alla loro debolezza dettata da un narcisismo senza fondamento, è il punto di forza degli editori carnefici.
Vergognoso, poi, come una casa editrice nota, si sia servita della TV per invitare tutti ad inviare al suo staff i propri manoscritti, da valutare .
L'editoria è ormai omologata così ad una fabbrica di detersivi!
Scommettiamo che quell'editore pubblicherà tutto, ma proprio tutto ciò che gli verrà proposto?
Non vale, oggi, la qualità di un’opera in una società culturalmente massificata e peggio ancora globalizzata.
Ciò che conta è la quantità che si traduce in profitto e business.
ESISTE ancora la cultura oggi?
Io vi dico che la cultura è morta! L'hanno uccisa, editori, critici assoldati da questi ultimi, facendo e disfacendo a loro piacimento per incassare un turpe salario, ma parliamoci chiaro e fino in fondo, la cultura e l’Arte le stanno uccidendo anche i falsi Poeti e gli editori e i critici posticci e prezzolati che esaltano gli Ego degli appartenenti a questo imperante RECLUTAMENTO ALLARGATO DI FALLITI, per spillare quattrini facili come birra alla spina.
Come uscirne?
Non ho una soluzione di facile presa e d’immediata applicazione.
Comincio a dare il mio esempio: io non pubblicherò MAI A PAGAMENTO.
Se qualcuno s’accorge che merito bene, se no, bisogna fermare questa sciagura, ci deve essere un’altra strada!
Al momento non si vede, la disperazione è somma e monetizzata; ma se tutti protestiamo nella stessa direzione forse possiamo sbloccare delle nuove alternative, se ci uniamo possiamo costruire un nuovo modo di vivere la cultura e l’Arte.
La profezia dice che dopo la morte di Dio e la fine dell’Arte, uccisa dai suoi stessi praticanti, toccherà alla scomparsa dell’Uomo.
Personalmente mi tocco e spero sia esagerata.
Cerchiamo di fare quello che possiamo per salvarle, poverette.
Non si vive di solo pane, mi pare.
Che ne sarà dell’anima dell’Uomo in un mondo senza cultura e Arte, svincolate dal profitto economico?
Questa eventualità mi suscita orrore e provo a fermarla come posso!
E voi, amiche e amici della cultura e dell’Arte?