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 MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI

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MessaggioTitolo: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 08:38

La casa aveva esaurito la propria utilità.
Non era una casa nel senso tradizionale.
Anselmo era nato in un castello. Suo padre aveva voluto quella residenza
che da  tempo era stata messa in vendita, pensando di fare alla moglie sua adorata, un romantico dono.
Costruita come fortezza prima dell’anno mille, trasformata in palazzo fortificato in pieno Rinascimento, ubicato al culmine di una rocca incastonata tra due valli, attraversate dal fiume serpeggiante. Attorno, una corona di montagne, ricche di fitta boscaglia. Aggrappato alla rocca, il borgo medievale.
Anselmo aveva condotto per tutta l’adolescenza, fino ai vent’anni, una esistenza del tutto speciale.
Conosceva tutti gli anfratti del castello. Naturalmente anche i sotterranei dove ci portava gli amici del paese che venivano ammessi a giocare con il figlio del “castellano”.
Suo padre, avvocato, non aveva mai esercitato la professione; diceva che avendo  perso l’unica causa da lui patrocinata decise perciò di occuparsi totalmente dell’azienda di famiglia. Subito dopo la guerra aveva ereditato dal padre, una fiorente azienda agricola, decisamente all’avanguardia per quegli anni.  Praticavano addirittura l’import-export dei prodotti del suolo con la Germania. Si trovava  a circa 100 km di distanza dal castello, e per questo la famiglia alternava periodi di soggiorno al castello ad altri nella villa di famiglia.
Anselmo, unico rampollo, spaziava tra i saloni affrescati dai grandi maestri della scuola romana del ‘500, il giardino pensile, i torrioni merlati,  la corte con l’antico pozzo, dove una volta si era infilato, aiutato da un compagno di giochi, per calarsi dentro il secchio con la carrucola. L’intervento del guardiano evitò quella volta che finisse annegato.
Aveva una straordinaria inventiva oltre a notevoli capacità manuali. Costruiva marchingegni di ogni tipo, come innocue trappole  per la cattura di pipistrelli, piccioni, donnole, faine e tutto il bestiario che si aggirava sui tetti, o nei sotterranei. I sotterranei, o le segrete, come a lui piaceva chiamarle, erano i luoghi prediletti. La sua fecondissima fantasia  trovava lì sfogo crescente: certi giorni spariva fino a sera. Lo cercavano talvolta disperati, perché ci fu un giorno che cadde dagli spalti - si era sporto eccessivamente per aiutare un gatto in difficoltà – e così fece un volo di oltre 10 metri, dal quale ne uscì quasi illeso grazie ad un ramo di fico sul quale rimase appeso. Ma poiché era rimbalzato più volte sulle mura, per due mesi fu costretto a letto pesto e dolorante. Fu così che grazie al vecchio Zio Generale , che conosceva la sua passione per la tecnologia, allora emergente, ebbe in regalo un proiettore. Passava ore e ore a proiettare immagini sul soffitto.
Un’altra passione era la polvere da sparo.
Aveva trovato il modo di sottrarre al guardiano Filippo, cacciatore di cinghiali, qualche cartuccia del fucile. Le smontava, le svuotava e accuratamente le rimontava. Utilizzava la polvere per gli usi più disparati, come per potenziare il trenino, che sempre lo Zio Generale gli aveva donato. Soltanto che quella volta non aveva calcolato l’arrivo prematuro dello zio che si trovò a passare quando la scoppiettante locomotiva stava schizzando fuori dai binari. Le punizioni erano d’obbligo. Ed erano terribili per lui in quanto veniva isolato dagli scavezzacolli del paese, che secondo i genitori erano cattivi maestri, ignari forse che soltanto lui era la mente ed anche il braccio.
Sapeva anche riparare le lampadine fulminate. Non si sa bene come facesse, ma riusciva a riagganciare il filo staccato. Si era sparsa la voce e i paesani si rivolgevano a lui che provvedeva spesso in cambio di materiale di vario tipo: corde, ferri, attrezzi vari, con i quali sperimentava, costruiva….
Le scuole superiori le frequentava in città. Tante scuole aveva cambiato, insofferente com’era alla disciplina e allo studio. Si annoiava mortalmente.
Si ritrovò perfino in collegio, dai Salesiani. In un complesso lontano dai centri abitati, circondato dalle mura, ma differenti da quelle del castello di famiglia: tristi e inospitali. Trovava i suoi precettori molto severi. Un giorno venne ripreso per una negligenza e rispose male. Gli fu imposto di inginocchiarsi:  reagì invece mollando uno schiaffo all’insegnante. Fuggì la sera stessa calandosi dalle alte mura.
Era felice quando poteva ritornare al castello.
Di giorno era imprendibile. All’età di 15 anni riuscì a convincere i cacciatori locali a partecipare ad una battuta di caccia.
Inutili le proteste del padre e gli strepiti della madre, riusciva sempre a sfuggire al controllo per raggiungere i cacciatori nella boscaglia.
Conosceva da tempo l’uso del fucile. Aveva ritrovato nelle famose segrete, armi appartenute alle S.S. che avevano occupato il castello durante la guerra. Le teneva gelosamente e prudentemente nascoste; era riuscito a farle funzionare, oliandole periodicamente così come aveva visto fare da Filippo con il suo fucile. Poteva esercitarsi senza farsi accorgere. Sottoterra impossibile che trapelassero i rumori degli spari.
Anticamente anche i prigionieri in catene urlavano invano.
Le sere al castello avevano ritmi e cadenze diverse da quelle del giorno.
Alle sei del pomeriggio, specialmente d’inverno, la famiglia si riuniva in una saletta attorno al camino acceso e recitava, rigorosamente tutti insieme, il santo rosario.
Presenziavano i genitori, lo zio, gli ospiti saltuari, la servitù.
Anselmo raramente protestava, aveva sempre qualche pendenza inevasa, considerata la febbrile attività diurna, perciò faceva buon viso.
La mamma era apparentemente più severa del padre, ma il suo punto debole erano gli spericolati giochi di Anselmo. Quando ebbe la sua prima motocicletta, riusciva ad estorcerle i soldi terrorizzandola con le manovre più azzardate: un giorno entrò nel giardino della villa in piedi, a volo d’angelo, sul sellino della moto in marcia.
I tempi cambiavano in fretta.
L’azienda aveva necessità di rinnovamento. Per stare al passo con i tempi occorreva modernizzare gli impianti. Esisteva già ai tempi del nonno, una ferrovia locale, privata, sulla quale transitavano i vagoni carichi di patate, grano ed altri prodotti della terra. Anselmo era riuscito a corrompere il macchinista che, conquistato dalle sue spettacolari capacità, gli affidava per brevi momenti la conduzione del treno. Ebbro di felicità si lanciava all’impazzata sui binari, eccitato dal potente fischio dello  sbuffo di vapore.
I costi per l’azienda erano cambiati. Così il castello cominciò a diventare un “ramo secco” da tagliare. Impossibile affrontare un altro inverno con le spese del personale, del riscaldamento, della manutenzione ordinaria e straordinaria.
Fu comprato da una ricchissima americana che ne fece un cenacolo di intellettuali.
Anselmo non tornò più nei luoghi della sua infanzia.
Non parlava quasi mai del castello …..
Molti anni più tardi, rientrando da un viaggio di lavoro  vide comparire sulla segnaletica il nome della località dove aveva trascorso la sua prima giovinezza.
Istintivamente cambiò direzione, si diresse verso il borgo….
Fu uno schianto per lui accorgersi di non essere più il padrone del castello.
Realizzò in quel preciso istante una realtà che aveva completamente occultata nei più profondi recessi della mente.
Voleva fuggire, furioso per aver subìto la sua momentanea debolezza, poi l’incontro con i vecchi, quasi vecchi, amici di allora….
Il suo ruolo era cambiato. Negli anni successivi comprò all’asta la vecchia chiesa semi-diruta. Realizzò lavori impossibili. Quando scoprì la cripta piena di ossa e mummie la richiuse in fretta, in attesa che le autorità preposte rivolgessero altrove i loro controlli. Cercarono in molti a scoraggiarlo nell’impresa. Ma riuscì ad aggirare ogni ostacolo. Un  fuoco divoratore si era impossessato di lui, doveva tornare a tutti i costi,  ricreare le atmosfere di allora.
Non fu facile per lui reinserirsi. Non aveva un carattere malleabile  pur dotato grande carisma,  oltre ad una estrema versatilità. Si interessava di archeologia, lo studio dei luoghi e dell’ambiente associato ad uno sconfinato amore per la natura, di cinema e fotografia, temi questi ultimi legati alla sua professione. Cercò pure  di coinvolgere  gli abitanti  del luogo in varie iniziative culturali, pur rimanendo distante e  con un irrefrenabile piglio autoritario.
Covava antichi risentimenti, mai affiorati totalmente, la privazione del possesso, delle sue radici, per lui ancora difficili da metabolizzare.
E la vecchia chiesa divenne una strana appendice del maniero, situata sotto di esso, così che lui potesse osservarlo, ma dal basso; il muro a scarpa della coda lo sovrastava.
Si era riaperta una vecchia dolorosa ferita, ora non sanguinava più; il tempo sapeva bene operare. Averlo rivisto ed anche rivisitato era stato per lui un conforto, come rincontrare un amore di gioventù, segnato dalle rughe e da qualche chilo di troppo:  questo alleggeriva in qualche modo il rimpianto.
Nelle notti stellate, dal minuscolo terrazzo, irretito da Orione allo zenith, uno sguardo anche a lui, nella sua sagoma solenne, ormai deserto e solitario.
Memorie nella pietra.
Chissà se le pietre palpitano …..
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 08:40

C'è stato un qui quo qua, la pagina ora c'è. La PDG mi aveva avvisato che non sarebbe riuscita a postarla prima di stamattina presto, poi non è riuscita a connettersi coi dati forniti.
Speriamo che nel corso della giornata ci riesca.
Per ora, buongiorno a tutti quanti Smile
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 09:03

Puongiorno PdG ritardataria senza colpa Smile
Intanto complimenti per l'uso dell'incipit, lo trovo perfettamente inserito.
Il racconto poi è originale e interessante. Trovo che andrebbe forse un poco sfrondato, ampliando alcune parti, e sorvalando su altre, ma è questione di gusti personali.
Una noticina da ex campagnolo: la prima cosa che mi insegnò mia madre quando iniziai ad arrampicarmi sugli alberi fu quella di non fidarmi mai dei fichi: i rami sembrano grossi e robusti ma si spezzano di netto anche col peso di un ragazzo. Se poi il ragazzo precipita sul ramo da dieci metri la vedo brutta...

Nell'insieme una bella lettura condita di particolari storici che a me piacciono sempre.
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 09:06

certo che le pietre palpitano, se hanno condiviso qualcosa con noi!
Bel pezzo, che rimescola in me ricordi ben saldi nelle mie memorie. Chi di noi non ha avuto un certo imprinting negli anni della gioventù, dovuto a luoghi e situazioni poi perse nel tempo?
E chissà se sono veramente i luoghi del ricordo, quelli che poi rimpiangiamo, o se è quella parte di noi stessi che è rimasta con loro!
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 09:08

è vero Mario, il fico diceva mia madre che è traditore, non so se perchè i rami sono fragili o se perchè la storia dice che Giuda s'impiccò ad un ramo di fico ( nel qual caso il ramo non l'avrebbe retto!)
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 09:51

Torno più tadi per commentare.
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 09:54

Sto meditando su qualcosa che non funzione e che non riguarda il brano.
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 10:12

cosa? siamo curiosi.
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 10:18

Non posso usare i messaggi privati e non posso parlare con Daniela. In ogni modo, niente di grave.
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 10:18

Forse ho la casella piena, la svuolo PDG Lunedì
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 10:21

Non puoi però inviare MP come PDG, sono inibiti invio e ricezione ai nick collettivi.
Ciao
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 10:26

miiiiii. anche oggi sono tutti al mare!
ora vado a dare la sveglia al marito, così ci vado anch'io. MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI 854312
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 11:25

Queste pietre parlano e parlano un bel linguaggio. Complimenti.
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 12:05

Basketball ..per rispondere a Mario....era proprio un ramo di fico ma era talmente leggero data la magrezza che il ramo lo ha appena avvertito.....
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 12:13

le pietre palpitano !
per me sì.
PALPITANO delle nostre emozioni, delle nostre curiosità, delle nostre storie.
Palpitano così tanto che qualcuno che nemmeno conosceva la scrittura
pensò di graffiarle coi disegni della vita.
Quindi ci parlano. A modo loro ci dicono emozioni.

Sul brano invece avrei sfrondato anch'io alcune parti. Non ho capito subito in quale contesto storico Anselmo vivesse, dato che avevi creato una atmosfera quasi medioevale, ma poi con l'uso del proiettore ho capito che eravamo nel post-moderno Smile

Una domanda soltanto.
Come poteva amare la caccia se era persino caduto dalla torre per aiutare un gattino ? Surprised

ben scritto nella sostanza, piaciuto.
ciao PDG !!! Smile
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 13:06

...amava la caccia perchè amava le armi. Sembra contraddittorio ma è così, i cacciatori amano (non tutti) i loro cani.....Ovviamente non siamo nel medioevo, ma intorno agli anni cinquanta......
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 13:35

si si ho poi capito il contesto storico, leggendo

Ma scusa se insisto, o si ama la caccia (ben sapendo che il fine è l'uccisione di un animale) o non si amano gli animali. Mi sembra un sentimento non scindibile, almeno per la mia visuale. Anche nella prima parte, tu scrivi che Anselmo amava mettere trappole per faine, pipistrelli, donnole ecc.. e che poi era caduto dal torrione per salvare un gattino. insomma....non so, ma mi sembrano due azioni opposte.

ciao PDG, non odiarmi eh ! Very Happy
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 13:53

Lara Kelly ha scritto:
si si ho poi capito il contesto storico, leggendo

Ma scusa se insisto, o si ama la caccia (ben sapendo che il fine è l'uccisione di un animale) o non si amano gli animali. ...

L'avevo notato pure io ma l'ho classificato tra le contraddizioni non del racconto ma dell'animo umano. Coscevo anch'io dei cacciatori che amavano profondamente i loro cani e magari pure il gatto di casa e poi nella stagione giusta facevano strage di qualunque cosa avesse ali o zampe.
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 15:23

Mio padre da vero macho del ventennio si comperò una carabina per andare a caccia poi per qualche miracolo della mira, ammazzò un passerotto. Ci rimase così male che depose l'arma. Praticamente è gli anni 50 fa bella mostra di sè attaccata al muro.
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PDG Martedì
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 16:38

Il tempo scorre con la sua presenza remota. Il castello ed i suoi elementi primitivi e trasformati, i segreti riposti nei sotterranei, il paesaggio aspro e selvatico condiviso dagli uomini ( il borgo ). Il trapasso in altra epoca, più recente, quello del vissuto adolescenziale raccontato ed immedesimato dall'autore, tutto mescolato nell'ambiente.
Poi, il ritorno, la descrizione dei ricordi attraverso il simbolo . Un castello in disfacimento, come la misura del flusso della vita umana, delle cose che perdiamo. Scolpire, incidere nella pietra nel marchio perenne che riconosce la persistenza della presenza individuale.
Un racconto nel quale le impressioni si confondono e si dilatano nella finale e leopardiana cosmica interstellare. Il tutto descritto in modo fluido e senza fronzoli.
Ciao penna... tanto lo so chi sei.
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Natascia Prinzivalli
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime23/6/2010, 20:21

Separarsi dalla propria casa è sempre un grande dolore. Sei riuscita a ben delineare un personaggio bizzarro e romantico. Alcuni periodi risentono di un eccesso di descrizione, che però non alterano la godibilità dello stesso.

_____nat
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime24/6/2010, 09:36

Grazie a tutti per l'attenta e approfondita analisi. Volevo solo precisare a Laura che la contraddizione tra amore per gli animali e caccia esiste davvero, lo conferma anche Mario. Comunque il protagonista raccontò che decise di appendere il fucile definitivamente quando durante una battuta di caccia colpì un'anatra (femmina) in volo, il maschio, pazzo di dolore tentò di soccorrerla incurante del fuoco incrociato....capì così che gli animali possono talvolta essere migliori degli umani....(io credo sempre!) MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI 877851
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MessaggioTitolo: Re: MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI   MEMORIE NELLA PIETRA - MARY CORBI Icon_minitime25/6/2010, 17:00

Un brano che si sarebbe trovato a suo agio anche nel round sulla memoria.
Il personaggio mi rimanda al Barone Rampante ( chissà perchè ma in questo periodo mi va di "citare")
Sono d'accordo sulla necessità di una piccola opera di potatura.
Ma è solo un'opinione personale, è sempre chi scrive che ha la giusta visione e decide cosa fare.
Qualche correzione di verbi tipo :
Citazione :
non aveva mai esercitato la professione; diceva che avendo perso l’unica causa da lui patrocinata decise
Mi è piaciuto.
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