Pochi giorni dopo la morte di mio marito feci un ' esperienza bellissima. Una famiglia marocchina, amica di Giovanni che anni fa diede loro una casetta in comodato, venne a trovarci per mangiare insieme, secondo una loro usanza.
Portaromo della carne speziata e un pane caldo , caldo, fatto dalla mamma. Noi avevamo degli gnocchi
e un dolce fatto da una mia amica. Sapendo che la famiglia marocchina è musulmana recitai , in arabo, imparato da un arabo alla Cittadella di Assisi, il versetto che precede ogni recita di una sura coranica. Poi feci il segno della croce e dissi un Pater noster. "Tanto- dissi alla fine - Dio è uno. Lo chiamiamo con nomi diversi ma non credo che questo sia importante. Il mio nipotino Lorenzo aveva un gioco che il bambino musulmano voleva ad ogni costo. Pianti e strepiti. Poi, mio figlio Francesco, andò al supermercato e comprò un gioco uguale. I bambini furono contenti e, dopo aver mangiato, si addormentarono beati. Sì, fu una bella giornata. Non è poi così difficile ritrovarsi amici anche con le nostre differenze religiose e culturali.