E Antonia racconta...

Antonia riflette sulla natura delle cose.
Orde di pensieri le attraversano la mente. Argomenti grandi, che lei ritiene ben oltre la sua portata, e altri piccoli, che forse son semplici corollari o forse parte sostanziale.
Antonia si sofferma sulla funzione delle parole come elementi convenzionali per la comunicazione. Un flash, inevitabile! Poi riflette sulla proprietà insita nei nomi che connotano e identificano, ricevendo valenza dagli stessi utilizzatori.
“Una sorta di osmosi nel dare e nel ricevere”, pensa.
Un nome ora le frulla insistentemente per la testa, divenendo una sorta di tormentone.
Ed è un nome che, in realtà, nulla avrebbe a che fare con la nostra cultura, essendo di chiara provenienza sovietica.
“L’esterofilia di noi italiani è così radicata, tranne che per alcune forme d’intolleranza…!”.
Tuttavia, pur essendo brutto e duro, esso mostra una strana e forte assonanza con il termine comunemente usato per indicare l'atto d’amore dichiaratamente breve.

“La chiameremo Antonia”, decisero i genitori alla sua nascita, “e come il nobile Antonio, si fregerà di bellezza e di grandi virtù”.
Questo fu il bene augurale pronostico, per quanto la riguarda, e lei sente di portare quel nome come fosse un valore aggiunto, salvo a fornire prova e supporto di fondamentali pregi.

“Si dice, invece, che mai storia d’amore sia stata più bella e naturale e che il nome di quella creatura non susciti ombra di dubbio”.

E Antonia racconta.

“Naturina aveva una vita parallela alle piccole vicende che affliggono l’umano genere, riuscendo a scrollarsele di dosso come inutili orpelli, e, se tutto procedeva nel fiume della normalità, lei ne era lievemente sfiorata, intanto che assumeva virginee forme e mente svagata.
Fu così che i sogni arrivarono a occupare totalmente il suo tempo, mentre con rara leggiadria si aggirava nel tempio sacro della vita senza timore alcuno e neppure di espedienti dei quali non avrebbe saputo immaginare la ragione.
Naturina crebbe e un giorno pensò di spingersi in un bosco mai percorso, tesa a sperimentare una nuova e dolce melodia.
Tutti gli esseri di quel fatato mondo furono da lei conquistati. Uccelli, leprotti e persino lucertole godettero al suono melodioso della sua voce, arrivando ad applaudire ciascuno a proprio modo e lasciandole la scena, così che gratitudine albergasse nel suo cuore.
Fu a quel punto che dalla cavità di un albero sbucò un elfo solitario e che, preso da improvvisa malia, volle manifestarle tutta la sua prestanza.
Naturina scorse quel solitario figlio indenne di bosco in estinzione e, per sentito compiacimento, si concesse a lui come unico e speciale anfitrione, donandogli le virginee forme e il cuore in repentino slancio d’amore.
E accadde così che, nel tempo da Natura calcolato, in lei maturasse una creatura oltremodo dolce e garbata e che, per magico intendimento, Svetlana fosse alfin chiamata”.

Ci ho pensato un po' su...
Gli indizi erano solo fonetici...
Poi mi è venuto in mente!
Alla fine della lettura ho visto che avevo indovinato!

Scherzi a parte, lettura intrigante, piaciuta particolarmente la fiaba finale.

Anche io ieri ci ho pensato su. Questo racconto mi è piaciuto per la scrittura raffinata e per l' aria poetica che l' attraversa.

i nomi hanno in se una storia che ne richiama altre. i nomi sono amuleti, i nomi ciondolano, da una lingua all'altra, e hanno la forza di evocare sensazioni, anche se molti di noi ne hanno dimenticato l'etimo... i nomi richiamano miti e leggende. i nomi fanno innamorare e forse per questo genere di cose abbiamo ancora il pregiudizio che un nome faccia esistere in intero universo di cose. le cose senza nome dovrebbero essere immonde, seppure persistono nella loro inconcepibile esistenza... curiosa questa pagina che inizia con tono saggistico e finisce in una metamorfosi fantasiosa. se avessimo tutti la consapevolezza da quale commistione e capriccio derivano i nomi, allora il mondo ci si presenterebbe molto più mobile di quel che immaginiamo

Mario Malgieri ha scritto:

Ci ho pensato un po' su...
Gli indizi erano solo fonetici...
Poi mi è venuto in mente!
Alla fine della lettura ho visto che avevo indovinato!

Scherzi a parte, lettura intrigante, piaciuta particolarmente la fiaba finale.

Eh, sì, Mario e...grazie per il gradimento

Grazie, Anna. Bellissimi i fiori e la danza dell' elefantino.

Luca Curatoli ha scritto:

i nomi hanno in se una storia che ne richiama altre. i nomi sono amuleti, i nomi ciondolano, da una lingua all'altra, e hanno la forza di evocare sensazioni, anche se molti di noi ne hanno dimenticato l'etimo... i nomi richiamano miti e leggende. i nomi fanno innamorare e forse per questo genere di cose abbiamo ancora il pregiudizio che un nome faccia esistere in intero universo di cose. le cose senza nome dovrebbero essere immonde, seppure persistono nella loro inconcepibile esistenza... curiosa questa pagina che inizia con tono saggistico e finisce in una metamorfosi fantasiosa. se avessimo tutti la consapevolezza da quale commistione e capriccio derivano i nomi, allora il mondo ci si presenterebbe molto più mobile di quel che immaginiamo

Perché no? L'universo in un nome. Un nome che è una storia, unica e ineguagliabile...!

Ho gradito molto, Luca!

Piaciuto molto

Grazie, Annamaria!
Come va?
Un caro saluto.

Già, Annamaria. Come va? La situazione è migliorata? Un abbraccio.