Non fosse

Pensieri accartocciati
sulle tempie tremule di peso
peso peso e pesantezza
ancora grave sugli sguardi
che schiacciano le voglie
ora mendicanti
ora striscianti
ora ferme
quasi morte
sere senza notte
l'attimo tende all'eternità
alla noia.
Orbita il mio pensiero
pulviscolo galattico
senza fiamma
sole stanco mi volge le spalle
m'ignora pure il dolore
la mia ombra caduta nell'oblio
spero muoia
che l'ecdisi del sogno
muti questa gravità che sento.

pensieri in cartoccio
da sgranocchiare
da vendere un tanto a

pensieri da pensare per sopravvivere
o confezionati già in kit di sopravvivenza...

pensieri di notte, per chi conosce la sera: l'altra notte.

(ma quando i pensieri incontreranno la fisica definitavamente cosa accadrà? nella fisica c'è posto per il dolore?)

Deve sicuramente essere direttamente proporzionale alle aspettative
e inversamente proporzionale al volume dei nostri sogni

la fisica con la matematica diventa qualcosa di metafisico per me caro holly.

arrivo solo alle stelle alla luna e alle orbite disegnate a mano

perchè stai qui?

Il peso della ripetitività alle volte
mi fa venir voglia di gustare un goccio di sofferenza
giusto per smuovere un pò la banalità della noia.
Un pò come quando ci viene voglia di amare
in maniera spassionata:
una pura forma di masochismo artistico.

Voglie che per fortuna/paura cadono
tragicamente.

Perché sto qui?
Una domanda che a volte
dipana la maggior parte dei dubbi.

Semplice risposta:
perché stando qui, posso andare ovunque.

ripetitività fa rima con gravità e relatività e dimmi che non ci avevi pensato

Le rime ingombrano più delle parole
questa sera, in questi giorni
di soffocamento
preferisco lasciarle libere di cozzare
sulla spiaggia.

questo sito non è ovunque. ammesso che tu stia qui come uno sulla terra uno possa effermare - e fortuna per esso - "posso andare ovunque"

Ecco la sostanziale differenza
tra essere ovunque
e andare ovunque..
Amiamo così tanto la libertà,
cerchiamo così tanto la libertà
che tendiamo a sentirci in gabbia
anche quando non lo siamo.
In fondo sappiamo
che solo così
sappiamo e possiamo sentire
la libertà.

qui sembra parlare l'uomo - genericamente parlando - piuttosto che il poeta.

suggestivo che le rime abbiano una loro forza o una loro meccanicità,
che se lasciate libere, cozzano sulla spiaggia.

ci sono scogli sulla tua spiaggia? oppure il cozzare farebbe parte della loro natura?

ho letto da qualche parte che perfino il linguaggio per taluni può non essere una gabbia.
io la sento come gabbia. forse sbaglio

L'uomo, ovvio
come può il poeta sentire il peso
se pure la morte vien da lui tratta
con la "leggerezza" d'un amore.
L'uomo si specchia nel poeta
e il poeta intinge le parole
d'uomo, quando gli piace
farlo sentire importante.



Oh la mia spiaggia
oggi questa sabbiosa distesa di pensieri
è rimini.

Il linguaggio è come un cielo stellato
se sei ignorante
se sei estasiato
se sei felice
non sai mai dove guardare
ti perdi nell'immenso,
si ha sempre la BRUTTA tendenza
a seguire qualcuno/qualcosa
come se le costellazioni non fossero delle convenzioni.

Fortunatamente ho imparato a credere alle parole
più che al loro significato
per questo mi sento libero di parlare con tanta Leggerezza.
Nel presente è tutto così Ovvio
proprio perché ciò che ora è così
dopo magari sarà in un altro modo.
Come posso io avere torto
se la verità muta di secondo in secondo?

Stasera sei stato la mia costellazione
che non è solo un'insieme di stelle
bensì uno spazio dove guardare
E VEDERE QUALCOSA.

Buona notte

Tutto è un’insieme di stelle
Bisogna solo imparare a vederci qualcosa.

Penso sia anche questo al poesia:
una nostra costellazione.

il poeta non è l'uomo e l'uomo non può essere una poesia.

dal mio modesto punto di vista nemmeno il poeta può identificarsi totalmente nella sua poesia:
il poeta può sentire il peso della morte eccome, in quanto essere mortale. nel senso più proprio
che non combacia con quello della poesia. un poeta che si specchia nella poesia ai mie poveri occhi fa la fine di un claunesco narciso. però posso concederti il fatto che l'uomo - senza poesia -possa specchiarsi nel poeta. ci sono tanti che scribacchiano pensieri reputandoli poesia ed io potrei essere uno di quelli...

sei a rimini... luogo magico nonostante le folle estive di bagnanti

Ultimo appunto:
Forse non ti era chiara la mia concezione di Uomo/Poeta
dove entrambi si riferiscono a uno stesso soggetto
io sono uomo e poeta
e ciò che di me è poeta
lascia il peso dei suoi scritti
alla mia parte da uomo.
Finché sarò così
nettamente diviso
eviterò il rischio
di cadere come narciso.
La poesia in fondo non è molto più torbida
di uno specchio d'acqua tremante.


In questo ha fede chi scrive
Poeta = essere immortale.

si ho letto qualcosa di simile sul linguaggio come sulle stelle, la cui luce può essere frutto di un colossale abbaglio: la luce deve percorrere tali spazi che la simultaneità di ciò che crediamo di percepire, è solo illusione... ma tu fai riferimento a un cielo stellato e per mi sfortuna non so nulla di mappe. mi fermo anch'io ai cieli stellati degli innamorati. o di quelli lasciati. o sempre soli. oddio spero di no

Già la luce che vediamo delle stelle non è altro che la radiazione luminosa che esse hanno emesso in passato e che impiegano dai 7/8 minuti del sole a millioni di anni per raggiungerci. Potremmo vedere la vita di qualcosa che è già morto.
Le stelle sono fantasmi.

un pò classica come concezione di se ma è tua

la poesia come specchio d'acqua:

giorni fa al mattatoio, ora museo ho visto una specie di installazione composta da video suono e acqua. se vuoi te la spiego

Le stelle sono fantasmi, dici. e questo potrebbe essere sia poetico che spaventevole

Beh non tutte, spero, sono morte.. beh ho solo la certezza del sole.
Anche se in teoria, smetterei di vederlo, tra otto minuti, se si spegnesse ora..
Ignorando il fatto che è notte

"Come posso io avere torto
se la verità muta di secondo in secondo?"

(sembrerebbe un pensiero, una preoccupazione per filosofi...)

per la definizione di poesia non posso aggiungere niente altro che quello che ha detto tu:

i cieli dei poeti sono bellissimi, lo dicono tutti a parole: è facile e non costa niente dirlo: i poeti campano di poco, così sembrerebbe. i cieli dei poeti sono bellissimi perfino per gli ignoranti.

e oserei dire che tale è la forza di quelle costellazioni, che perfino gli ignoranti hanno diritto a un poco di luce

buonanotte holly ovunque tu sia

Ma che bella discussione poetica, filosofica, fisica, o, meglio, astrofisica! Parlando di gabbie, io mi sento intrappolata almeno in due gabbie, quella del mio io e quella delle parole. Forse mi contraddico perché altrove ho detto che cercare le parole non è mai tempo sprecato. Ecco, le parole mi piacciono. Come potremmo metterci in relazione con gli altri senza le parole? Però sento che le parole non sono l' esatta traduzione dei nostri pensieri. Buongiorno a Luca e ad Holly.