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 GODERE DI BUONA STAMPA

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MessaggioTitolo: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime23/5/2008, 23:36

Godere di “buona stampa”

Ho frequentato la Scuola Elementare Cianfarini che sorgeva nei pressi dello stabilimento Polymer, dove si produceva il polipropilene,commercialmente conosciuto come Moplen, un materiale sintetico molto in voga in quegli anni e reclamizzato nei vari caroselli da Gino Bramieri, col famoso tormentone “e mo e mo e mo? Moplen!”. Lo stabilimento della Polymer sorgeva all’estrema periferia della città e la gente comune lo chiamava “lo stabilimento della gomma sintetica”!

Devo dire però che all’epoca gli industriali erano più illuminati di adesso se è vero – come è vero – che Polymer, ovvero Montecatini (in seguito si fonderà con la Edison e diventerà Montedison), le Acciaierie, Fonderie Bosco ed altre Società, costruivano gli alloggi per i dipendenti. Posterò in seguito una pagina su questo tipo di edilizia.

Ma con una differenza: mentre tutti costruivano principalmente per la classe operaia, Polymer lo faceva per i dirigenti. E così nei pressi dello stabilimento, lungo la via Flaminia, in seguito denominata via Narni, fu edificato il Villaggio Polymer! Un villaggio privato, con campi da tennis, circolo ricreativo, bar, ristorante, un albergo e tante case immerse nel verde di varie tipologie ed in fondo due grandi ville riservate al Direttore ed al suo vice. Per tutti quelle erano “le Villette”! Un sogno per me che ci passavo tutti i giorni davanti, a piedi, sorbendomi due chilometri e mezzo per andare e altrettanti per tornare, a scuola! Lo scuolabus? E chi lo conosceva!

Un sogno perché noi si viveva in 5 in una casa con cucina e due camere e bagno. Ma tutto sommato i miei mi dicevano che non stavamo male, c’era chi stava peggio! Un modo di pensare quello dei miei che non condividevo: io guardavo chi stava meglio! Cazzo! se tutti avessero guardato a chi stava peggio il mondo non sarebbe progredito.

In seguito fu edificato anche un altro villaggio, parte con edilizia industriale e parte con quella privata, ovvero venivano ceduti lotti di terreno edificabili a prezzo politico e chi comprava si impegnava a costruire la sua casa grazie ad un mutuo della locale Cassa di Risparmio.

Questo villaggio, denominato Campomaggio, era duplice: da un lato l’edilizia industriale popolare e dall’altro edilizia privata. E se quelle erano “le Villette”, questi erano “i palazzoni”. Facile immaginare il motivo. Complessi di 6 e 7 piani, senza verde, che però garantivano un tetto agli operai.

In seguito nasce il terzo villaggio, questo tutto di edilizia privata. Era un grande appezzamento tra il fiume Nera e “le Villette”, ricco di acqua vi scorrevano infatti molti rii (in seguito saranno coperti) e la modalità era la stessa: costruire la casa grazie al mutuo concesso dalla Cassa di Risparmio, acquisendo il lotto ad un prezzo di favore. Questo villaggio fu denominato Pallotta, dal nome del proprietario dell’appezzamento, un facoltoso imprenditore edile. E le vie che compongono questo villaggio portano tutte il nome di un fiume. Facile capire il motivo.

Ricordo che noi non potevamo prendere il terreno perché non c’erano soldi in casa e si faticava ad arrivare a fine mese. E nelle nostre condizioni c’erano altre famiglie e venivamo chiamati “quelli che stanno di là dal fiume”! Gli sfigati, insomma.

La scuola sorgeva nel villaggio Campomaggio ed era sia Scuola Media (il pomeriggio), sia Scuola Elementare (al mattino). Gli orari erano 8.30/12.30 per la scuola elementare e 14.00/ 18.00 per la scuola media o anche 14.00/19.00, dipendeva e si facevano 4 o 5 ore.

Siamo in terza Media ed ecco il fatto.

A scuola andavo molto bene: il primo della classe. Classe mista dove i più intraprendenti si atteggiavano a tomber de femme! E per fare “i grandi” bestemmiavano e tiravano le prime sigarette, andavano di moda le Peer, le Pall Mall, le Edelwaiss. Io non fumavo ed ero considerato un virtuoso. Quello educato bene, quello incapace di azioni vandaliche. In questo ero equiparato a quelli che abitavano nelle “villette”. E frequentavo i miei compagni di classe delle villette perché loro mi invitavano a studiare così risolvevo il problema della versione di latino.

Frequentavo, Ezio, Tinto, Stefano, Gualtiero, Giovanna, Cinzia e poi anche chi non era compagno di classe. Avevo il mio tornaconto che consisteva in una colazione extra lusso! La mia colazione a casa consisteva in una tazza di latte con l’orzo con dentro il pane duro perché mia madre diceva che “il pane non andava sprecato”. Invece, capperi, quando ero a casa di qualcuno delle “villette” mangiavo le paste di Pazzaglia (pasticceria storica di Terni) le fette biscottate con burro e marmellata, il cappuccino del bar che veniva ordinato e ci veniva servito fumante, poi c’era la spremuta d’arancia e l’acqua minerale. E si faceva la colazione anche di metà mattinata! Quando ero a casa e avevo fame a metà mattinata mia madre mi preparava pane, olio e sale. Alle “villette” mangiavo i sandwich col prosciutto o lo sfilatino fresco di forno sempre col prosciutto. A chi non piaceva il prosciutto c’era sempre qualcos’altro, e bevevo la coca cola! Qualche mattina, per variare, ci mangiavamo i tramezzini! Buoni! Io preferivo quelli col prosciutto cotto e formaggio oppure quelli con mozzarella e pomodoro.

Confesso: avevo sempre fame! Anche oggi è così e purtroppo si vede. All’epoca mangiavo ed ero un grissino. Sarà perché mi sorbettavo 5 Km a piedi al giorno. Anche se, ad onor del vero, in terza media andavo a scuola in bicicletta, regalo per la promozione dalla seconda alla terza. Una bicicletta rossa, fiammante come una Ferrari.

I fatti dicevo. Avevo una insegnate di matematica che era una arpia! E gli stavo anche sulle scatole. Non ho mai capito il perché. Resta il fatto che nei compiti in classe non posava penna sul mio foglio protocollo e io mi ritrovavo 7 e gli altri nelle mie condizioni 9! Sta di fatto che in prima media, durante la fine del secondo trimestre, chiesi alla Professoressa Spataro – l’arpia di matematica – del perché di un diverso trattamento. La sua risposta fu che gli altri erano più ordinati nello scrivere, io avevo un modo di scrivere confuso, ovvero una pessima grafia.

Mi sembrò debole come scusa e ne parlai al mio Maestro che, come ho avuto modo di dire, mi insegnava lettere per essere passato dalle Elementari alle Medie. Che confermò la mia impressione ma che non potè fare nulla perché l’arpia era irremovibile. Questo non pregiudicò la mia media per ottenere la borsa di studio, che era vitale nella mia famiglia (la media doveva essere del 7.5 ed io la superavo), ma mi impediva di accedere a quelle borse di studio che Montecatini, le Acciaierie, la Terninoss mettevano a disposizione dei meritevoli in assoluto, che voleva dire la media del 9! Erano bei soldi! 100.000 lire! Una fortuna! Che pochissimi ottenevano.

Io ero una frana in Educazione Fisica ma il mio insegnate, viste le mie capacità nelle altre materie e il bisogno che ne avevamo a casa, mi “regalava” 9 o l’8 per mediare. La Spataro, stramaledetta, mi dava 7 e non ce la facevo a mediare. Ma che cazzo le avevo fatto! Vabbè!

Siamo in terza Media, era il mese di aprile e ti vedo arrivare una Douphine celestina, nuova di zecca, con la Spataro alla guida. L’arpia s’era motorizzata.

La Douphine era una machina francese, venduta a prezzo modico, aveva tre marce e la colorazione era di tre tipi: celeste, gialla e bianca. Era la risposta francese al proposito che Germania ed Italia avevano lanciato di motorizzare tutti, se possibile. In Germania, infatti, la Wolksvaken (auto del popolo) nasce con questo intendimento e lancia quello che ancora è un mito: il maggiolino! Da noi la FIAT risponde con la “500”. E i francesi con la Douphine. C’è da dire che anche la Germania comunista propone una cosa simile ed immettono in commercio la “Trabant”, una utilitaria familiare, carrozzeria in plastica, divenuta famosa perché alla caduta del Muro, nel 1989, un fotografo immortalò una Trabant infilata in un cassonetto dell’immondizia. Di questi quattro esemplari di auto, chi non ebbe fortuna fu proprio la Douphine. Maggiolino e “500” sono ancora dei miti, la Trabant è diventata – dal 1989 – un culto per collezionisti e la Douphine fu la beffa alla Grandeur francese.

Resta il fatto che la Spataro arrivò con la fiammante Douphine. E arrivò presto, erano circa le 13.30 e voleva farla vedere ai colleghi! Tutti a farle i complimenti ed anche noi studenti si stava lì intorno a curiosare. E cosa noto? Che le valvole per gonfiare le gomme sono molto più lunghe delle altre auto e…fu un attimo…suona la campanella per entrare e io passo vicino alla Douphine e con il tallone..zacchete, faccio saltare la valvola di una gomma e poi la seconda e poi la terza e poi la quarta!!! Che musica sentire l’aria che fuoriusciva…psssfffsssfffss….

Entro in classe e mi sentivo un eroe! Aspettavo solo il momento che suonasse la campanella delle 18 per godermi la scena.

Ore 15.30 arriva il bidello Luigi, in classe c’era l’insegnante di disegno, professoressa Bizzarri (le più belle gambe dell’epoca), e dice all’insegnante che dobbiamo scendere in palestra situata nel piano interrato. La Bizzarri chiese cosa era successo e il bidello rispose un “non so”.

In fila per due, come quando si usciva al termine delle lezioni, e usciamo dall’aula. Che movimento! C’era anche il Maresciallo dei Carabinieri con due agenti. La Preside era accigliata. Ezio, che mi era vicino mi fa:

- Dani ma che sarà successo?
- Non so! Ora sapremo.

Tutto l’Istituto era in Palestra! Tre sezioni, A, B e C ovvero 9 classi con una media do 30 alunni per classe, tutti i professori, la segretaria e i due bidelli.

- Dani, qui è successo qualcosa di grave!
- S’è impiccata la Spataro – rispondo io, visto che era assente.

Gente trista nominata e vista! Eccola arrivare insieme a Giancarlo, il gommista che stava in Via XX Settembre, non lontano dalla scuola. Fu una folgorazione e capii tutto.

Cosa era successo? Che l’arpia, fatta la prima ora, ovvero dalle 14.00 alle 15.00, aveva poi un’ora di buco, fino alle 16.00 e la dedicò a fare vedere l’auto nuova ai colleghi che non l’avevano vista. E posso immaginare come sia rimasta quando vide le quattro gomme quattro, afflosciate.

La Preside prese il megafono e iniziò a parlare.

- Non voglio ripeterlo due volte, capito? Voglio il colpevole dell’azione contro l’auto della Professoressa Spataro.

Silenzio assoluto!

- Badate ragazzi che se non esce il colpevole sospendo tutto l’Istituto e non mi fermerò qui. Potrei anche fare perdere l’anno a chi è in attesa di licenza. La Professoressa Spataro ha subito un danno enorme dal punto di vista meccanico e da quello morale perché un idiota - o più idioti – vigliacchi hanno commesso un gesto vigliacco.

Silenzio assoluto.

Ma quando fece verbalizzare dalla Segretaria Elsa, con l’avallo del Maresciallo, che tutto l’Istituto veniva sospeso per 10 giorni con tutte le conseguenze che ciò comportava, beh…misi da parte il “vigliacco coraggio” e uscii dalla fila, andai davanti alla Preside e:

- Sono stato io, signora Preside.
- Non dire stupidaggini. Ti fa onore che tu ti assuma una colpa che non hai commesso, ma non ci serve un “Salvo d’Acquisto” ma un colpevole vero.
- Davvero sono stato io.
- Torna al tuo posto.

Nessuno si fece avanti perché nessuno aveva colpe. Vengono decisi 10 giorni di sospensione ed allora ancora io:

- non può farlo signora Preside, un colpevole lo ha e sono io!

Poi mi rivolsi al maresciallo e:

- vero che non può farlo? Un colpevole c’è e sono io!
- In effetti Preside se un genitore impugna questo documento e va a fondo della questione, lei finirà per avere seri problemi. Sembra quasi voglia proteggere sto ragazzo.

Intervenne anche la Spataro:

- Ma non è lui Maresciallo! Conosciamo l’alunno, non è lui! Non ha la cattiveria per fare una cosa simile.
- Sarà come dice lei signora, ma non si può sospendere un intero istituto avendo un reo confesso.

Morale della favola, nessuno fu sospeso e io divenni un eroe perché avevo salvato tutti.

La morale? Avere “buona stampa” aiuta molto!

Per chiudere una chiosa. Era il 1985 ed ero stato invitato nella casa di campagna di un famoso industriale di Terni che festeggiava gli anni. E’ lei o non è lei, pensavo tra me! Era la Spataro, invecchiata, ma era lei.

Mi avvicino e la saluto. Non mi riconosce e allora mi presento.

- Professore quale onore! Sono orgogliosa che lei sia stato un mio alunno!
- Professoressa Spataro non mi metta in imbarazzo, lasci a me il dovere di darle del lei e riservi il tu a me!

Dialogammo come vecchi amici poi – all’improvviso mi dice:

- Ascolta Dani, sono passati tanti anni ancora Antonietta (la Preside) ed io ci chiediamo perché hai coperto un delinquente che mi aveva distrutto le gomme dell’auto.
- Non ho protetto nessuno! Ero davvero io!
- Tu!! Dai! E perché lo avresti fatto?
- Per via della sua durezza nei miei confronti! Se li ricorda i miei compiti in classe? Non ci metteva penna – come in quelli di altri – ma con una differenza: a loro dava 9 e a me 7 se andava bene. E si giustificò dicendo che era per la mia pessima grafia.

Scoppiò a ridere, mi abbracciò e si scusò! La guardai, mi faceva tenerezza.

- E quella Douphine che fine ha fatto?
- Ti devo ringraziare perché non mi piaceva ma il mio povero marito – pace all’anima sua - stravedeva per quel bidone ed allora se la prese lui mi dette la sua vecchia “600” perché gli dissi, dopo quello che tu avevi combinato, che non la volevo più!

S’avvicinò il padrone di casa:

- Professoressa Spataro…professore…
- Sai, è stato mio alunno. Ah ma io lo sapevo che…sarebbe…che testa…che testa…

Incorreggibile Nicoletta Spataro.
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 09:32

Il tuo Truman Show non sarebbe sfigurato nel round della scuola...
Bravo Danilo.
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 10:12

Alle superiori ebbi una prof di scienze che, come la tua di mate, non era molto corretta. Ma lei se la prendeva con mezza classe addirittura: quelle che non le erano simpatiche, e non sapemmo mai perché. A me dava con grande difficoltà il 6, proprio perché andavo molto bene dappertutto.

Un giorno, dopo molti anni, la incontrai in Provveditorato (dove andavo ad informarmi per gli incarichi ecc) e mi chiese cosa ci fcevo lì. Dopo che glie lo ebbi detto, con fare dolce e mieloso (l'avrei strozzata) mi disse: "L'avevo sempre detto che eri una brava scolara!"

E' passato circa mezzo secolo, ma non me ne posso dimenticare... Sad
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 10:22

Io vado bene SU tutte...
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 10:29

Massimo Guisso ha scritto:
Io vado bene SU tutte...

Promosso sempre con la media del 10? study
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 10:37

No: sedici!! pig pig pig pig pig pig pig pig pig pig pig pig pig pig pig pig
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 10:43

"Se dici cosa?" scratch
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 10:45

... purtroppo non ci sono i appositi smileys: il numero 16, Twisted Evil , la chiave ed il remo... (rebus frase: 2-4-2-6-4).
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 10:47

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Birbaccione!
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 18:32

Bello questo racconto, fresco e vivace come l'argomento svolto.
Piaciuto assai.
Colgo anche l'occasione (chi se ne frega della privacy) per dirti che non potrò venire al tuo meeting di Perugia.
Ti ringrazio lo stesso
luciano
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime26/5/2008, 21:06

Volevo avvisare che non posso mangiare i Baci Perugina perchè sono a dieta da anni per seri motivi di salute. Grassie!
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MessaggioTitolo: Re: GODERE DI BUONA STAMPA   GODERE DI BUONA STAMPA Icon_minitime

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