Puro e folle
Di non poter assaporare la tua pelle
conosco stanotte il dolore scolpito
a ferro e fuoco di lancia nelle vene.
Non assaggerò il profumo della tua bocca,
ma nella penombra percepisco
le tue labbralumache nude strisciare sul mio volto
e la nebbia soffiare al limite del giardino di Klingsor.
Con gesto sprezzante
ho rinchiuso l’ossessione
del tuo ventre di tarantola
in un astuccio di ebano screziato,
per fingere di non amarti più
mentre abbraccio il nuovo giorno
come muso affilato di un lupo ammalato.
Ma saprai sempre dove trovarmi, Kundry,
per deridermi in un rantolo di luna,
finchè nella cattiva sorte
la pioggia ci riunisca.