L’ho conosciuta in una chat tre anni fa e per tre anni l’ho frustata come si deve. Poi questa estate ci siamo lasciati in malo modo. Lei voleva essere ascoltata, ma io, con i miei piatti sporchi da tre giorni, la barba sfatta, ed un lavoro che non so gestire, non potevo dedicarmi a lei. L’ho lasciata li dov’era, con il suo cane, la collina con i fiorellini lilla vicino casa sua, il suo corpo da ventenne e la sua faccia da vecchia. Non l’ho mai amata, l’ho sempre detto.
Forse alla base di tutto c’è che da due anni sono diventato impotente. Si, impotente.
E’ che nella vita ne ho passate tante, ho avuto donne a bizzeffe, sante, puttane, travestiti, ho partecipato ad orge, festini, feste. Ma forse la mia miseria più grande è consistita nel non aver lottato per i miei figli, il tribunale ha deciso che non potevo vederli. Puttane le mie ex mogli, ed il tribunale si è sbagliato, ovviamente. Sono misero, un perdente e se non perdo e soffro sto ancora peggio. Per stare bene devo sentirmi miserrimo, devo trovare qualcuno da odiare, con cui alzare la voce. Si perché se non alzo almeno quella non so cos’altro tirare su.
Nella mia casa, nella periferia di me stesso, riecheggiano solo i passi della mia solitudine, del mio insano essere, della mia distorta realtà; sento solo il fumo che esce dalla mia bocca e allo specchio vedo solo i miei denti gialli che sanno di nicotina. Cadranno, già ballano.
Qualche scema che mi ascolta talvolta la trovo.
Devo accanirmi contro qualcuno per essere a mia volta “qualcuno”, se è una donna è meglio, perché sono vigliacco ed una donna è più facile distruggerla.
Ho un nome, un nome che nessuno deve calpestare e che devo difendere, anche se mio nonno era figlio di NN, ma non ditelo a nessuno.
Baro, invento, distorco, imbroglio, mento e non ho amici, solo pochi coglioni virtuali che mi credono; sono abile, abile davvero trasformo la realtà e passo per vittima, sempre.
Ultimamente ho cercato di avere una donna, certo, vecchio, decrepito, larva come sono, non avrei dovuto; e poi cosa posso offrire ad una donna? Ma pensate, questa di me non ne ha voluto sapere, ha capito esattamente che razza di individuo sono. Non ha voluto farsi sottomettere, figuriamoci farsi frustare! L’ho ricattata, minacciata, insultata in ogni modo, ma incredibile questa stronza non ha voluto proprio saperne di essere triste con me. Si è comportata come se fossi invisibile, mi ha fatto venire anche il dubbio che lo fossi davvero, ho cercato di guardare le mie mani allora per capire se ci fossi sul serio, ma sono chiuse, tenute strette da una camicia bianca.