Elegia del sorriso
Quand'avevo un mondo,
ero proprio uno stronzo,
frugavo
nel cielo,
nei mari dove nasce
la luna,
e piano piano
alzavo
ogni tela di ragno
per scorgervi
dentro
il vero significato
di quello che sono,
oppure di un pianto,
ovvero,
quello che ero.
e adesso?
Piovevano
allora,
a quel tempo,
in quel posto,
alla solita ora
i fottutissimi versi,
picchiando
alle porte
e scappando,
prima che
qualcuno li potesse
aprire.
ero proprio un ingordo.
L'insicurezza
d'amare la fuga.
E adesso?
L'intermittenza
dell'essere:
gioia di esserci ,
guardarsi
da un sipario
di sogni
densi,le coperte!
Anzi no ,
grumi di sogni
eravamo noi !
Sogni coi piedi
e le mani
per stringere
un sogno
e portarlo lontano.
Ero proprio un balordo.
E ora ?
e poi
" stammi vicino ",
che apriva i portoni ,
durante le piogge lievi
e torrenziali,
non vi era molta
regia, devo dire,
in quelle
notti ,
e la strana fotografia
della nebbia mischiava
le carte , i tarocchi ,
la vita ,
la luna ,o forse era
la morte.
" ma che ce ne fotte! ".
Mia ombra ,
ombra mia ,
non c'è posto per noi,
per me,
per te:
Chi è che lo sà ?
come faremo a saperlo?
perciò in un momento,
spariamo nel dentro,
per questo malombra,
adesso vieni,
andiamo via.
[Amor(tadella) me piace tanto!]