ORIGAMI TRA LE RIGHE

ORIGAMI TRA LE RIGHE

Trattengo il respiro leggendo, occhi sbarrati, mani che tremano, sorpreso del vuoto che crea l'assenza. Sono le parole che scrivi a colpire non Tu, sconosciuta che arrivi inattesa come una cometa sul finir della sera.
Sussurri, vibri, sogni; mi nutri di parole, stendi un filo sottile tra noi, annullando ogni baluardo di buonsenso e ragione, facendo crescere l’ansia di non poterlo smaltire questo languore che stringe in un angolo la vita, ogni volta che mi rapisci e immagino quello che potresti scrivere.
E cresce l’attesa.
Seduto lascio volteggiare le parole; rileggo col cuore in gola, senza respiro, nutro la mia anima annichilita da questa nuova giornata finita senza averti ancora incontrata.
Sospiro leggendo somiglianze inattese, sussurro un nome sconosciuto, eppure familiare, chiudo gli occhi e assaporo il gusto di ogni parola che cuci, prima di spedire.
E immagino di conoscerti in questa o in un’altra vita, mi convinco di poterti incontrare in una futura, per sopportare il dolore che non si placa se penso che non ti potrò mai baciare.

Origami tra le righe.

eMescolo virgole, punti, esalto gli esclamativi, mi soffermo con un sorriso sugli interrogativi resto stupito di averti perduta, ancora prima di averti incontrata.
E del marinaio da banchina, dell’uomo avventuroso che cammina tra le bombe inesplose, che resta?
Un uomo che cerca negli occhi di sconosciute, un sorriso simile al tuo, - ignoto - , per attraversare burrasche e maree di questo oceano di mancanza e distanze mai colmate, desiderando di fuggire ovunque, pur di venirti a cercare.

E se fossi Tu l’oasi del sentire in un futuro a venire?
Se fossi Tu lo spiraglio di voglia in un vuoto che deprime, capace di farmi tornare a sognare?
Se fossi Tu musa, cambio di passo, ritmo nuovo di respiro, voglia sconosciuta che anima e fa morire?
E se fossi non solo un banale episodio di vita, non saranno poche parole a dirlo, né gli altri, né noi, ma il destino che ci farà incontrare o dimenticare.

E nell’attesa dell'ora cruciale, invento parole, scrivo di speranze deluse; e uso inchiostro indelebile per non cancellare un futuro che non conosco o che forse non ci sarà mai, tra noi due.

Ti aspetto mia sconosciuta idea, però non tardare. È lungo il peregrinare di chi vive incatenato al passato in un presente che impedisce di vivere il sogno ormai nato smarrito.