Tra i fiordalisi
la serpe venne al sole,
la serpe dei frumenti
colore dell’ulivo, colore dei bastoni
che guadano il fossato.
Colore del rubino
fu il sangue tuo, perduto
sul fieno appena colto
allagato come un cencio
lasciato al lavatoio.
E con la faccia pesta
alla bocca della terra,
tu ti prendesti i baci più cari
gli istanti,
quegli odori
di pane vendemmiato futuro
d’allegria,
di danze nelle gambe pelose delle donne,
d’arance cosce aperte
di giovani col petto imbrigliato
dalla luna
distesi a farsi bruni, sul fiume
sesso in mano.
E con la faccia pesta
alla bocca della terra,
stringesti tra le mani un’ultima radice
la forza ch’è nel fiore
che spacca pietre e buio,
la grazia della semina del vento
il filo d’erba
da raccattare a sera
e dormire, poi, contenti.
Massimo 08 febbraio 2008