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Le mie parole
Lirica di Vittorio Fioravanti
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Le parole che scrivo
scivolano tra le mie dita
giù dallo specchio che coglie
riflessioni e sospiri d’un uomo
vissuto fra incroci e binari
e sponde di tutto un oceano
Sono parole
che van sciogliendosi in pianti
e mi colano lungo la faccia interna
della maschera fatta in serie
che di gesso ricopre il volto
nascosto ogni giorno
perfino a me stesso
Parole affiorate nei gorghi
d’un fiume che mi scorre dentro
per andare a perdersi
per sempre in un mare
d’incomprensioni
Queste mie scarne parole
scritte di notte
tracce che non graffiano l’aria
che non lasciano strisce
nei cieli alti e lontani
del mio sopravvivere estraneo
lungo i margini del mondo
Parole che mi si spengono
appena lette negli occhi
come cerini nel buio
come gemiti esalati
tra la gente
nel chiasso fluorescente
che circonda i miei gesti
Passioni represse
espresse in parole
E’ come stare in silenzio
nel frastuono degli altri
strepito che m’imprigiona
straniero a tutti
Ed è un lento morire
restando in piedi
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Caracas, autunno 1989
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