La vendemmia del sangue

La luce sventra i cirri, appostati agl’angoli del cosmo.
Tartaro sui denti dei soldati nel deserto dei Tartari.
Che dolor!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
La carie è a carico del destinatario battezza l’origine dei denti.
Liquido, ma mi manca la nicotina sui politici.
Rendo a festa il perdono che siero abbandona
La docile pittura per una situazione d’inganni.
A qualunque ora; laide, nemica delle fronde.
Gli alberi in sposa al cammino inverso
Per quanto l’evoluzione della specie
Sia didattica di scolarità insonne.
Immobile il destino.
Psichedelica la scelta dell’acqua ragia
A ritorno, eroe suffritto.
Morendo il castrabile, ciò che rimane è telecamera.
Mentre mento il giorno,
la gravità dell’olio sulle verdure
e verza polenta fritta.
Nato ieri il bisogno in circolo.
Né finta né d’oro.
Argento vivo su morti altari di pece.
Di recente, la vendemmia del sangue.
La vendemmia che d’agosto implode.
Dita cariate di seta nera.
Dell’avanzo dei funerali.
La vendemmia del sangue.
Stringo i pugni, gl’occhi, le viscere.
Nuvole nere laggiù.
Non sono temporali.
Non solo, almeno.
Ti scrivo ed è il 1937.
Ti scrivo dal mio pc portatile.
Ti scrivo, perché non tu non possa dimenticarti di me.
Ti scrivo quella che sarà la mia ultima mail.
Ti scrivo, mentre Franco ci attacca e Guernica muore.




( 25 – 11- 2007 )