- serena94_anima in poesia ha scritto:
- Cuor d’ altrui amore mai scalfito
D’ amor vive e perisce.
Perder testa per chi indifferente sei
Peccato non è mai,
ma di certo sofferenza.
Non è mia colpa voler te
Del tuo ricordo inebriarmi
E soffrir che mio non sei mai stato.
Ma perché tutto questo?
Perché con il fuoco giocando
Mi sto scottando?
Ti perderò, ti avrò
Tutto su un filo a giocar lascio
E io di cader rischio.
Questo pugnale mi penetra
E non so per quanto ancora
Senza te a star riuscirò
Ma l orgoglio mi trattiene,
belva che mi incatena
a te lontana mi tiene
ma perché questo male
perché non lasci invece
che il ghiaccio sciolga
e al sol dei miei baci
il tuo fuoco lasciato venir fuori
illumini la mia notte.
CHE BELLO!
CHE TENEREZZA!
Si può dire che in questi giorni tristi di danze macabre, trovarti qui su questo forum, mi da una sensazione di immensa bellezza!
Hai l'età di milo figlio, nato anch'egli il 1994 (fine secolo!), anche lui scrive poesie, ma il discolo non me le fa leggere, ho dovuto carpirne qualcuna di nascosto e capire che scrive ossessionato dalla metrica e che farcisce le sue con riferimenti filosofici (amando la filosofia sic!) frammisti all'esistenzialismo elettrico proprio della sua età ...
Allora, mia cara degli avvertimenti generali, su questo forum scrivono in maggior parte dei "vecchietti" rispetto alla tua età e qualche trombone me compreso,
chissà se si riuscirà a stabilire il giusto rapporto dialettico, ma non mettiamo limiti alla provvidenza ...
Veniamo alla tua, ehm, ...
Ho notato, che anche tu ti tieni su una certa misura, in questa scrivi in versi nonari per la maggior parte con qualche endecasillabo imperfetto: è un segnale di forte tensione, a mio avviso, hai capito la prima cosa essenziale della poesia: che ha regole e leggi!
Infatti ad un adolescente che si avvicina a quest'arte, io ricorderei sempre, che la poesia non è nata ieri, ha secoli e secoli di gestazione, quindi dapprima bisogna esercitarsi a interpretarla, leggerla, studiarla, e scrivere secondo la sua natura di scrittura regolata e strutturata ...
Poi col tempo, si può fare il salto per accedere ad un proprio stile (il processo è lungo e mai completo) ed anche destrutturarla in modo creativo e sperimentale ...
Sai io ho cominciato a scrivere a sedici anni, due anni dopo di te, ma prima ho letto tantissimo e forse anche questo m'intimidiva nell'esercitarmi ...
Ed anch'io usavo le strutture (le rime, le parole tronche, l'elisioni eccetera ...) della poesia "scolastica", un po' come fai te: ma è un bene!
Nella tua vedo anche che cerchi il tono e la musicalità, anche questo dimostra talento e passione, a scapito di un verso un tantino più chiaro e piano (non dico moderno perchè a questo ci si arriva dopo), ad esempio:
" ...
D’ amor vive e perisce.
Perder testa per chi indifferente sei
Peccato non è mai,
ma di certo sofferenza. (...)"
in questa strofa deliziosa, a leggerla ad alta voce, c'è una musicalità molto ariosa, però la frase è scritta con i verbi finali, e con i soggetti lontani dai complementi eccetera; nella poesia classica (neoclassica, dell'ottocento e per la prima parte del novecento) le cose andavano così, ma col tempo imparerai a trovare un ritmo diverso e a strutturare le frasi in modo più vicino al parlato comune e/o moderno ...
Tutto sommato il tema che affronti (la scoperta dell'amore e delle sue conseguenze...) è sviluppato, direi, in modo egregio e, lo affronti anche in termini più maturi dell'età che hai (ma su questo aspeto non sono un esperto eh!)...
Ma io non posso che concludere questa mia noiosa disamina, con quel che ho iniziato:
CHE BELLEZZA!
CHE TENEREZZA!!
Ciao
Net