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| | Il pianto sottile delle voci | |
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+3Carla Aita Rosario Albano Alessandro Vettorato 7 partecipanti | Autore | Messaggio |
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Alessandro Vettorato Top
Numero di messaggi : 614 Data d'iscrizione : 05.02.09
| Titolo: Il pianto sottile delle voci 11/4/2009, 12:16 | |
| Le strade strette nei cimiteri, le tombe che ogni stagione invade di pianto. Dall'alto, il bocciolo dei gelsi che svela le ombre scure delle vecchine in processione. Nei lumini, l'ocra calda dei decessi, al vento i crisantemi sono prati viola di lutto, le lapidi conficcate dentro gli ultimi istanti che profumano gli orti. In rapida preghiera, ci si inganna per darsi tempo, più tempo, ancora tempo. Di notte, le lucine affianco le tombe rivivono occhi e lo scheletro di un pesce rosso giace fra le gramigne comatose e s'ammuffa l'aria, pesante come squillo di tromba. Così, appeso a un guscio di noce, secca in silenzio dei cipressi la voce
9 - 4 - 2009 | |
| | | Rosario Albano Star
Numero di messaggi : 1464 Data d'iscrizione : 29.09.08
| Titolo: Re: Il pianto sottile delle voci 11/4/2009, 13:37 | |
| Che "strana" questa poesia: c'è Baudelaire ed un po' del Pascoli funerario, ma fa pensare ... C'è un lieve timor panico ed un paesaggio mesto di rassegnazione ... A me è piaciuta, ma stento a riconoscerti ...
Ciao Net | |
| | | Alessandro Vettorato Top
Numero di messaggi : 614 Data d'iscrizione : 05.02.09
| Titolo: Re: Il pianto sottile delle voci 11/4/2009, 13:40 | |
| eheh, nn si può sempre essere furenti e sferzanti, non trovi? ))) ascolta donde esta el grano del grande Rino Gaetano, la so ascoltando a ripetizione. ) | |
| | | Carla Aita Top
Numero di messaggi : 874 Data d'iscrizione : 09.04.08
| Titolo: Re: Il pianto sottile delle voci 11/4/2009, 15:19 | |
| A me piace leggerti cosi' ( perche' tu sei anche cosi' ) Sara' che mi pare di vedere in te qualcosa di umano...hihihihihi.. Davvero, nn scherzavo. Mi piace l'immagine proposta. Bye Reb | |
| | | Gaetano Benedetto Star
Numero di messaggi : 1571 Data d'iscrizione : 01.03.08
| Titolo: Re: Il pianto sottile delle voci 11/4/2009, 16:12 | |
| Su di un campo di pietre il battito verace, inclinato dall'essere sparso, poi fiori appassiti e finestre troppo uguali alle pareti, coperte alla gola.
Il respiro affannoso tra le rocce tra la splendida vista annebbiata, il ricordo di cicale e processioni di riti cattolici, e la sponda del fiume e il canto di sirene, Dopo, un incubo: fetido miscredente dentale affannoso nervoso, irriverente.
La corrente del fiume mi trascina lontano senza onde, e io non nuoto, io non mangio, io non cerco solitario pesci rossi da acquario.
Il giorno è finito. E' finito il giorno. Il finito è giorno. E il giorno è finito.
E' sera. E' notte. E' mattino.
Panna montata. Farina acqua e lievito: ecco il pane. Il vino. E il fuoco.
E poi si ricomincia. | |
| | | Carla Aita Top
Numero di messaggi : 874 Data d'iscrizione : 09.04.08
| Titolo: Re: Il pianto sottile delle voci 11/4/2009, 22:01 | |
| Come adoro queste risposte in versi... Fantastiche visioni. Stupenda empatia. Besitos Carla | |
| | | Luca Curatoli Star
Numero di messaggi : 2173 Data d'iscrizione : 04.01.08
| Titolo: Re: Il pianto sottile delle voci 11/4/2009, 23:06 | |
| la leggo come un malinconico abbraccio, essendo oggi funereo nel cuore (visita al cimitero munumentale di Alverano: più tempo per percorrerlo che per salutare chi non vive più sulla terra) e fuori sole amicizia chiese romaniche vuote parchi familiari e quella calma irreale dei cimiteri di giorno, quell'ordin falso.... la tua poesia ristabilisce quel disordine interiore. inespresso | |
| | | Giampiero Pieri Star
Numero di messaggi : 2332 Data d'iscrizione : 20.01.08
| Titolo: Re: Il pianto sottile delle voci 12/4/2009, 08:28 | |
| Umh... Ri-percorso di S. Agostino? Insolita questa tua, così riflessiva. Ma niente male. | |
| | | Alessandra Grandi Top
Numero di messaggi : 743 Data d'iscrizione : 13.03.09
| Titolo: Re: Il pianto sottile delle voci 14/4/2009, 10:23 | |
| Così, appeso a un guscio di noce, secca in silenzio dei cipressi la voce
Perchè non citiamo anche Carducci, dato che ci siamo, nella immensa "Davanti S.Guido"?
DAVANTI SAN GUIDO
I cipressi che a Bólgheri alti e schietti Van da San Guido in duplice filar, Quasi in corsa giganti giovinetti Mi balzarono incontro e mi guardâr.
Mi riconobbero, e - Ben torni omai - Bisbigliaron vèr me co 'l capo chino - Perché non scendi? perché non ristai? Fresca è la sera e a te noto il cammino.
Oh sièditi a le nostre ombre odorate Ove soffia dal mare il maestrale: Ira non ti serbiam de le sassate Tue d'una volta: oh, non facean già male!
Nidi portiamo ancor di rusignoli: Deh perché fuggi rapido così Le passere la sera intreccian voli A noi d'intorno ancora. Oh resta qui!
Bei cipressetti, cipressetti miei, Fedeli amici d'un tempo migliore, Oh di che cuor con voi mi resterei - Guardando io rispondeva - oh di che cuore!
Ma, cipressetti miei, lasciatem'ire: Or non è più quel tempo e quell'età. Se voi sapeste!... via, non fo per dire, Ma oggi sono una celebrità.
E so legger di greco e di latino, E scrivo e scrivo, e ho molte altre virtù; Non son più, cipressetti, un birichino, E sassi in specie non ne tiro più.
E massime a le piante. - Un mormorio Pe' dubitanti vertici ondeggiò, E il dì cadente con un ghigno pio Tra i verdi cupi roseo brillò.
Intesi allora che i cipressi e il sole Una gentil pietade avean di me, E presto il mormorio si fe' parole: Ben lo sappiamo: un pover uomo tu se'.
Ben lo sappiamo, e il vento ce lo disse Che rapisce de gli uomini i sospir, Come dentro al tuo petto eterne risse Ardon che tu né sai né puoi lenir.
A le querce ed a noi qui puoi contare L'umana tua tristezza e il vostro duol; Vedi come pacato e azzurro è il mare, Come ridente a lui discende il sol!
E come questo occaso è pien di voli, Com'è allegro de' passeri il garrire! A notte canteranno i rusignoli: Rimanti, e i rei fantasmi oh non seguire;
I rei fantasmi che da' fondi neri De i cuor vostri battuti dal pensier Guizzan come da i vostri cimiteri Putride fiamme innanzi al passegger.
Rimanti; e noi, dimani, a mezzo il giorno, Che de le grandi querce a l'ombra stan Ammusando i cavalli e intorno intorno Tutto è silenzio ne l'ardente pian,
Ti canteremo noi cipressi i cori Che vanno eterni fra la terra e il cielo: Da quegli olmi le ninfe usciran fuori Te ventilando co 'l lor bianco velo;
E Pan l'eterno che su l'erme alture A quell'ora e ne i pian solingo va Il dissidio, o mortal, de le tue cure Ne la diva armonia sommergerà.
Ed io - Lontano, oltre Appennin, m'aspetta La Tittì - rispondea -; lasciatem'ire. È la Tittì come una passeretta, Ma non ha penne per il suo vestire.
E mangia altro che bacche di cipresso; Né io sono per anche un manzoniano Che tiri quattro paghe per il lesso. Addio, cipressi! addio, dolce mio piano!
Che vuoi che diciam dunque al cimitero Dove la nonna tua sepolta sta? - E fuggìano, e pareano un corteo nero Che brontolando in fretta in fretta va.
Di cima al poggio allor, dal cimitero, Giù de' cipressi per la verde via, Alta, solenne, vestita di nero Parvemi riveder nonna Lucia:
La signora Lucia, da la cui bocca, Tra l'ondeggiar de i candidi capelli, La favella toscana, ch'è sì sciocca Nel manzonismo de gli stenterelli,
Canora discendea, co 'l mesto accento De la Versilia che nel cuor mi sta, Come da un sirventese del trecento, Piena di forza e di soavità.
O nonna, o nonna! deh com'era bella Quand'ero bimbo! ditemela ancor, Ditela a quest'uom savio la novella Di lei che cerca il suo perduto amor!
Sette paia di scarpe ho consumate Di tutto ferro per te ritrovare: Sette verghe di ferro ho logorate Per appoggiarmi nel fatale andare:
Sette fiasche di lacrime ho colmate, Sette lunghi anni, di lacrime amare: Tu dormi a le mie grida disperate, E il gallo canta, e non ti vuoi svegliare.
Deh come bella, o nonna, e come vera È la novella ancor! Proprio così. E quello che cercai mattina e sera Tanti e tanti anni in vano, è forse qui,
Sotto questi cipressi, ove non spero, Ove non penso di posarmi più: Forse, nonna, è nel vostro cimitero Tra quegli altri cipressi ermo là su.
Ansimando fuggìa la vaporiera Mentr'io così piangeva entro il mio cuore; E di polledri una leggiadra schiera Annitrendo correa lieta al rumore.
Ma un asin bigio, rosicchiando un cardo Rosso e turchino, non si scomodò: Tutto quel chiasso ei non degnò d'un guardo E a brucar serio e lento seguitò | |
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