E’ notte.
Ascolto Jeff Buckley.
Penso che mi piaccia andare al cinema, per gustarmi l’ultima proiezione. E poi tornare a casa quando in giro non c’è più nessuno, e vedere scorrere le precise fila di neon nella stazione o i portici dove di giorno i vù cumprà vendono di tutto. Direi anche di più.
Ci sono pochissime macchine, l’aria è rallentata.
I cartelloni elettorali sono divertentissimi.
I finestrini iniziano timidamente a non essere più chiusi del tutto, e due tipi alla radio si divertono e, divertono.
Di notte non ho il problema della punteggiatura e l’Hallelujah diventa davvero il pezzo perfetto.
Non mi spiego come molti film abbiano nella soundtrack i pezzi di Nick Drake che di giorno non conosce nessuno.
Scelgono i brani di notte, i produttori?
Stupida domanda, non oso pensare alla vostra stupidissima risposta, che inevitabilmente tenete per voi.
Si lo so, guardate lo schermo.
“che fa offende? Dove andrà a parare sta volta” pensate.
Lo so.
Lo so.
Lo ri-so.
E non vedo l’ora arrivi l’estate per andare a Trani e tenere i finestrini abbassati di notte, e ascoltare un pezzo di Silvestri, tipo “mi persi” a bassissimo volume. E non dire niente.
Perché basta così, le parole (molte volte inutili) non hanno molta importanza.
Tante cose non sono importanti.
Ecco: non voglio essere né scontato né banale! Quindi cambio argomento.
Non mi manca niente adesso. In questo preciso momento.
Amo la tastiera su cui scrivo, e svariate altre cose.
E sono sveglio a quest’ora senza voglia d'andar a letto.
Però, penso che ascoltar canticchiare il pezzo che adori, dalla donna che ami sia una cosa formidabile.
L’ho provata quella sensazione.
Adesso mi manca.
Ecco cosa mi manca adesso.
A dir la verità non so perché continuo a scrivere.
Potrei fermarmi.
Adesso.
Così.