Disperazioni di un belloccio innamorato

Il solito blues da sabato sera
Che quando lo sento mi raschia appena sotto la pelle
E poi, di solito, chi lo suona
È quel buffo omino senza denti,
ma con più dita per pestare sulle note,
quasi fossero burattini
e fili di saliva morenti agli angoli.

Le stesse facce d’ogni sabato sera,
d’ogni week – end spolpato,
quadretti appesi in affitto di fiato
alle finestrelle d’orzo.

Come tutti mi ritrovo anch’io qua
E c’era il tempo che scivolavo fra queste ombre
A mangiargli in testa il piatto colmo di umiliazione.

Lasciandomi, la mia ragazza ha inciso incisivi
Dove prima avevo ventricoli
E si sa
Che non si muore per amore è una gran bella verità,
però che rottura di coglioni farsi i mestieri da sé.

All’inizio non potevo credere di essere stato lasciato.
Dopotutto sono il più bello, il più macho della città
E ogni volta che sorrido alle donne spunta un terzo seno,
il culo si rimpicciolisce
e basta un soffio del mio alito per crear nuove acconciature.

Poi, quella mattina in cui faceva così freddo
Che gli orsi polari giravano con pellicce d’uomo
Torno a casa,
la casa che dividevo con la mia ex
e noto subito che qualcosa non va!!!

Attaccato al naso del cane un biglietto,
quattro parole,
un’immensa verità:
“ME NE VADO! ADDIO”

l’immensa verità sta nel mezzo del punto esclamativo,
naturalmente.

L’ho cercata a lungo
E c’è chi mi diceva che si era fatta suora,
chi mi giurava che si era fatta clonare nel cervello di una sardina
( guadagnando punti, a mio parere ),
c’è chi mi assicurava di essersela spupazzata il giorno prima
( quei pochi che han detto questo ora mangiano semolino e brodo Knorr mestruato ),
c’è chi mi sussurrava che forse me l’ero sognata.
Che non era mai esistita!

Ma sono decine di anni che conviviamo,
rispondevo,
anche se non sembra perché restiamo giovani nel tempo,
capelli perfetti, lisciati all’indietro per me,
tette sode, lisciate in avanti per lei,
muscoli rassodati sempre in forma grazie a lemmings stimolanti per me,
natiche stimolate sempre piuttosto aperte grazie alle mie dita stimolatrici per lei.

Per lei solo la carriera, la bellezza, l’essere sempre al centro dell’attenzione,
per me il mio lavoro, la palestra, essere sempre al centro delle sue gambe,
ma quanto mi manca!!!!

Piango e le mie lacrime restano appiccicate alla pelle olivastra abbronzata
Che tanto so non cambierà mai,
per questo forse mi piace,
per questo forse non le piaccio più!!!

Monotonia da star
Che anche noi, a volte,
sogniamo di cagare merda invece di petrolio,
che anche noi, a volte,
sogniamo di abbracciarci con amore invece che per convenienza.


Estratto di una chiamata intercontinentale

<<< “Pronto, Jim? Si, sono proprio io… Sorpreso di sentirmi? Mmm… Non sto passando un periodo felice, a dir la verità. Sono stato mollato… E tu, come fai a saperlo? Ah, capisco. Lei, quindi, non è da te? Sicuro sicuro sicuro? Potrei passare a fare una visita di controllo. Non sono dottore, hai capito bene. Ok, se sai qualcosa richiamami, il mio numero è sempre lo stesso. Ah, un’ultima cosa. Mi spiace per quella volta, sì, del jet che si è schiantato sopra la tua villa. Ero un tantino inviperito nei tuoi confronti. Acqua passata. Beh, si ti ho perdonato di avermi cacciato di casa, mollandomi dietro i tuoi ferocissimi barboncini. Va bene, ne riparleremo un’altra volta, quando sarò più in vena. Buona serata, riguardati >>>.

P.S.: fra l’altro un barboncino che ti attacca alle palle è temibilissimo.


Devo preparami per andare al lavoro.
Lo faccio da 50 anni, ormai,
ma la gente che mi vede deve credermi un istruttore di palestra.
Così mi vogliono.
Così appaio loro.

Il mio nome vero è Ramona,
il trans più affascinante che possiate mai incontrare
E sono l’attrazione principale del Mucca Assassina,
anche se la maggior parte di voi mi conosce col mio nome d’arte.
Per i più piccoli,
i segaioli collezionisti
e le femministe arrapate
ero, sono e sarò per sempre Ken.

E, prima o dopo,
ritroverò quella troia della mia ex,
quella Barbie da strapazzo
che, a un certo punto,
ha preferito rincorrere gli arcobaleni
piuttosto che vivere fino in fondo
il mio magnifico e innamorato cuore di plastica