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 CANTO ASMATICO

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Rosario Albano
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Rosario Albano


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MessaggioTitolo: CANTO ASMATICO   CANTO ASMATICO Icon_minitime10/5/2009, 16:53

CANTO ASMATICO D’UN CITTADINO ZOPPO DEL SUD
Come un caporaledigiornata seguo il flusso
- Un tir di grida e poi un rombo di altolà!
Proprio quando ero convinto
Che fosse un assolo di ragtime …
Si dilatano marciapiedi e vicoli fumiganti quotidianamente
E prepotenti nuvole incontinenti:
Ah ma non salterò l’appuntamento sacro
Con la locandiera bionda pseudo veneziana
Dietro l’angolo degli stessi spergiuri
Con un passo azzeccato e l’altro sbilenco
Arranco come matassa policroma di trama africana
E tu nell’alto dei cieli a volta celeste tieni banco:
- Miei avi in America centrale o giù di lì
- Miei cugini alla Fiat imerese
- Salari e speranze sotto la linea del venti ogni mese
Poi dicono che sento un amorale senso di fastidio
Invece penso calura permettendo
Che qualcuno di notte
Ha truccato attorcigliandola poco alla volta
La mia ancestrale tavola pitagorica
- Madre e figlia di tragedia da Magna-grecia
Ed il tuo sorriso bianchissimo filtra un nuovo peana:
“Raspa amico mio raspa e troverai l’isola felice!” …
Poi quando l’apnea diventa blu fornace
Fluidificandosi l’ingorgo mi riporta al centro:
Sempre adiacente ad un calcio in culo
Sempre alla ricerca del sacro graal
Sempre come arrendevole nuotatore di sogni …
Ieri l’altro mi hanno dato del contorsionista animista
- Credevo bastasse votare cominista …
Poi il fetente di turno assai trendy
M’ha scritto in fronte nemmeno tanto lontano dal pulpito:
“Attento omuncolo sei il primo della lista!” …
Anche gli occhi verdi di Maddalena
- La bella artista dal cuore di balena
Hanno registrato l’evento infatti:
Mentre mi chinavo a raccoglierle il fazzoletto
M’ha spinto per il deretano (con una certa delicatezza però)
E poi s’è tuffata nel letto
Certo non con me ma con il suo nordico commercialista …
Ecco ora lo scenario
- Come un ruffiano d’altri tempi quasi borbonico forse
È diventato tutto spighe verdeggianti e pregne
E l’asma somatizzante m’ha fatto cianotico:
In piedi avevo riacquistato un certo equilibrio
Ma è stato questo monsone d’altre contrade
A strattonarmi come barcaccia di incerta sopravvivenza
In un mare aperto cupo ed immenso …
Domani sarò l’alibi d’un castello accusatorio
Però il mare aperto mi da’ lo sturbo
Però l’alfa e l’omega non l’acchiappo mai ché mi gira in tondo
Però resto cittadino anche in questo obitorio …
E la sera poi che me ne faccio di due moine acefale?
- Cattedrali ed ipogei come memoria
- Chiacchiere e sembianze e tette e sgarbi
Se poi gli ardori mi fasciano e mi piegano testa in avanti
E zibidei doloranti a ponente:
Ditemi voi qual è l’errore di circostanza?
Ditemi voi quando avrò il mio minuetto?
Ditemi voi che tono ha la voce della luna?
Ecco ora m’è ripreso l’affanno e zoppico palesemente …