NON SEMPRE

NON SEMPRE
(UNA STORIA D’AMORE?)

Non sempre le faccende vanno così!
Anche in una grotta appena sotto la pelle
Perle e lapislazzuli splendono nel fondo …
Anche il mare si spegne nella notte
Forte è l’innamorarsi suo del volto di Selene:
S’accorda il vento a questo languido amare
E le stelle partoriscono sorrisi timidi
Ad una intermittenza di ere ed implosioni …

Ora so che beltà volteggia il manto
Su prati e le fattorie ne cantano le lodi.
Sì eri la più bella del castello sopra il colle
Non volli accecarmi al baleno dei tuoi denti
Non volli tendere la mano al tuo seno pan di zucchero
Non volli sfiorare le tue cosce d’avorio
Non volli sfarinarmi al flauto dei tuoi iridi
Voltai il capo all’immenso cosmo magnetico
Ed il castello s’infiammò andando via …

Non sempre le fiabe hanno il lieto fine …
Cavalcando Pegaso il furioso mi cedesti
Per un sacco di farina del demonio
Oh mia leggiadria che saetta all’orizzonte
Mia cometa dalle code di puro sangue
Mia tempesta già annunciata per lo sterminio
Mia morte che mi ravviva tra i singulti
Ma le genti diranno che è questa la ruota
L’oliato saliscendi per attoniti designati:
Come sono stato io assassino d’un cuore cerimonioso …

Non tutte le parole declinano amore.
Le sillabe alzano muri e rampe di granito
Forgiano icastiche belligeranti a fine gioco
Abbattono le montagne con piaghe di perdono
Tu rosa intempestiva che umettavi vampe
Denudandoti porgesti il ventre ad un altro limbo
Ed io persi nel salto il volo e la voragine …

Non tutte le storie sanno di romanzo.
Quando Eos bacia l’orizzonte arcuato
Quando l’ultimo nido s’è spiumato
Quando l’ultimo piolo ha raggiunto lo zenit
Solo allora io compresi la nevrosi del finale:
Mancava qualche vocale allo scempio
E tu ormai alone di ciò che era sogno
Indicasti il viale salato da percorrere
E furono lemmi d’un incantesimo ansimante
Furono paludi vaporose e sulfuree
Schianti di fulmini d’addio taglienti:
Tonfi di porte che s’incatenavano algidamente …

Non tutte le chiuse sono così comprensibili.
Ma non posso che dare le spalle al tuo mito
Non posso che andare come gambero spaurito
Non posso che accettare la sentenza …
Diranno le genti: c’è del nero dietro l’angolo
Fa che ci sia la rugiada del ricordo ogni sera …
Ed io piegandomi all’indomato Liocorno
Che scalpiccia sulla mia anima tappezzata:
Accetterò di svanire dopo l’ultimo barbaglio
E tu sarai galassia eterna d’un amare disincarnato.

Non sempre le poesie d’amore cantano l’amore
A volte checché ne dite amano soltanto il morire.

Tonfi di porte che s’incatenavano algidamente …
Ulla... Rossano, c'è molto amaro in questo tuo poetare. Abbandono, esclusione, indifferenza sorretta dalla strategia dell'alontanamento.

E le stelle partoriscono sorrisi timidi
Ad una intermittenza di ere ed implosioni …

oggi sarò in vena di dolcezze, forse solo agrodolci abbracci
ma così è la vita orgogliosa di se stessa.
ti lascio questi versi dolci e duri
splendidi



Universo
Devetachi il 24 agosto 1916


Col mare
mi sono fatto
una bara
di freschezza


Ungaretti da L'ALLEGRIA