Il giorno prima ero stata in chiesa a parlare con Don Mimmo, un prete piccolo, giovane e barese. Si, don Mimmo parla con uno spiccatissimo accento barese. Un accento quasi comico che gli attribuisce il ruolo di un personaggio da telefilm.
Oggi sono tornata prima del funerale per lasciare la busta con l'offerta per la messa (quanto deve essere poi un'offerta?) e a dare i nomi dei genitori di mia nonna: Fatica Libera (che non è uno slogan comunista, ma era la mia bisnonna che io ricordo appena come una donna piccola che rideva sempre) e Ciancibello Giovannantonio, di cui ignoro tutto, o meglio non ricordo nulla, se non che il fratello di mia nonna fu chiamato, appunto, in sua memoria, Giovannantonio
Erano anni che non entravo in una sacrestia e il trovare al tavolo una signora un po' rallentata che stava mettendo dei timbri alla prima pagina di alcuni libri, presumibilmente sacri e dalla copertina blu, non mi ha meravigliato. La parrocchia in fondo mi ricorda un po' i posti comunali per le specie protette, handicappati e simili. I posti dove la carità di Dio assume tutti, anche gli ultimi.
Appreso che la messa non la diceva Don MImmo ma Don nonmiricordo il nome, il parroco, questi mi ha iniziato a fare delle domande sulla nonna. Che faceva, viveva a casa, lavorava? Chi sono i figli, quanti nipoti?
Gli ho comunicato che mia nonna viveva per la chiesa, ma lui - uomo di chiesa - non l'aveva mai conosciuta, perchè giustamente anche in una chiesa i preti si succedono e mia nonna con i suoi 99 anni ne aveva seppelliti già molti.
Quindi restava il fatto che non sapeva chi fosse, nemmeno che aveva fatto la tovaglia per l'altare, opera manuense d'ingegno di cui mia nonna era andata fiera per anni.
A dipanare la nebbia è apparsa una signora di relativa giovinezza che ha pronunciato: io la conoscevo Pasqualina, era una santa donna. L'ho pregata di dirlo al parroco.
Ed è stato così che la predica è stata una santificazione di mia nonna come donna semplice ma dedita alla preghiera, ecc ecc. Ho ammirato il parroco per le sue doti oratorie e ho pensato che fa sempre bene parlare bene di qualcuno, vivo o morto che sia. Meglio la positività. Mi sono chiesta anche se in fondo in una omelia per un assassino si sarebbe potuto trovare qualcosa di positivo comunque da dire.....
Mio nipote aveva una posa compita e osservatoria, come il ramo giovane della famiglia, lui sta, educato e in silenzio, ed osserva. Non so cosa pensi, ma posso immaginarlo. Davanti ad un cadavere la sua reazione è stata: Ma come è morta?. I particolari tecnico- scientifici dell'evento. Spero gli basti questo a darsi delle risposte alla sua vita
Ho ripensato al film del re Leone, di cui vidi uno stralcio un mese fa. A quando nasce il personaggio e lo sciamano del villaggio compie dei gesti propiziatori e lo presenta alla comunità. Così il parroco dopo l'omelia e dopo aver parlato di morti e resurrezioni, cosa in cui io non credo affatto, ha incensato manualmente la bara, compiendo quei gesti che a me sembrano sempre tanto buffi, tanto privi di significato, ma tanto necessari.
Tra gli astanti c'era la donna che l'ha accudita per due sere che mi ha rivolto uno splendido sorriso. Una donna mora, con le mani fredde. Più tardi mi ha raccontato che aveva le mani fredde perchè avendo perso da poco una persona cara, quando assiste a dei funerali si emoziona.
C'erano anche degi amici di famiglia e una di queste mi ha detto di aver conservato delle poesie scritte da mia nonna, le ho chiesto di farmele avere.
Perchè mia nonna, che aveva la seconda elementare, scriveva...E' bello sapere che una persona viene ricordata per qualcosa. Mi è piaciuto vedere le amiche di mia madre venire a casa. E' bello il senso di appartenenza, di amicizia, di famiglia. Quel senso che si è perso con l'ultima generazione prima di me. Quel senso che io non ho, che spero riacquisti mio nipote.
Ho avuto la febbre fino a trentanove in questi giorni e niente mi ha mai fatto sentire così disperata come il fatto di non poter essere attiva e presente a mia nonna, oltre a fatto di non poter badare nemmeno a me e non poter chiedere aiuto a nessuno, perchè non avrei saputo a chi... Al che ho saltato la cena.
L'hanno portata via con carro funebre e cuscino, alla guida una simpaticissima e energica autista donna, la stessa che ha saldato la bara, di nome Monica (nonna lo avresti mai detto ai tuoi tempi che certi lavori li avrebbero fatti le donne?)
A quest'ora stanno facendo i funerali in Molise, a casa sua. Saranno passati davanti al "suo portoncino" verde dove tante volte mi ha rievocato i suoi fantasmi narrandomi storie, su quella stessa pietra che ha accolto tanta neve, davanti all'uncino dove attaccavano l'asino e poi la porteranno al cimitero appena fuori, dove d'inverno "abbl'vina" e dove anche io andrò tra un tempo non stabilito, dopo che mi è passata la febbre.
Dimenticando si dorme.
E questo è, Pasqualina.
Titolo: In ricordo di un funerale 
2/12/2009, 15:58
