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 “BLADE RUNNER,ESSERE SCHIAVI VUOL DIRE VIVERE NEL TERRORE” FOTOROMANZO WEB

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Carlo Bodeleri
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Carlo Bodeleri


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MessaggioTitolo: “BLADE RUNNER,ESSERE SCHIAVI VUOL DIRE VIVERE NEL TERRORE” FOTOROMANZO WEB   “BLADE RUNNER,ESSERE SCHIAVI VUOL DIRE VIVERE NEL TERRORE” FOTOROMANZO WEB Icon_minitime2/4/2011, 09:03

- A Paola, mia cara amica, presa alla vita da una rara malattia del sangue.


Agli inizi del XXI secolo la Tyrell Corporation ha creato una generazione di robot (i Nexus 6) quasi indistinguibili dagli esseri umani: i “replicanti”, sono macchine impiegate per prestazioni di alto livello nelle colonie dell’”extramondo”.
Il loro creatore, il ricchissimo Tyrell, li ha forniti, infatti, di una memoria (in realtà falsi ricordi, presi in prestito da esseri umani viventi) grazie alla quale gli androidi sono in grado di costruire emozioni proprie; e alcune di esse, come la paura della morte, li ossessionano ancor di più che negli esseri umani.
Chi li ha progettati, quel cervellone di Tyrell, per scongiurare il rischio che i replicanti potessero mimetizzarsi e socializzare completamente con gli uomini, ha installato nei nostri amici un dispositivo di sicurezza (per gli umani, ovviamente) che concede loro solo quattro anni di vita.



- Nostro Padre è una grandissimo carogna!
Vi presento chi sta urlando così, inferocito come un lupo affamato.
Roy Batty, modello guerriero da battaglia, un tipino da prendere con le molle.
Non la prende molto bene la scoperta della sua caducità, e a capo di un gruppo di replicanti ribelli, violano il divieto di ritornare sulla Terra, per incontrare il loro creatore e verificare quali possibilità esistano di allungare le loro vite così brevi.
“Tempo, vogliamo il tempo necessario!”.
Roy non intende conversare con Tyrell in modo contemplativo sul Destino e sulla Metafisica, ma è incazzato nero e spinto dalla disperazione: essere schiavi non è solo essere costretti a lavori impossibili e usuranti ma anche essere obbligati a vivere nel terrore della precarietà annunciata.


Deckard è un agente dell’unità speciale Blade Runner, unità speciale della polizia di L.A istituita proprio per “ritirare” i “ lavori in pelle” dal giro.
Lui vorrebbe lasciare quello sporco lavoro ma il suo Capitano Bryant lo ricatta in modo infame e lo costringe a fare ancora il cacciatore dei poveri replicanti fregati da Tyrell.

Deckard ne ammazza tanti, di replicanti.
La bella Rachael però la lascia in vita. E ci fa sesso unito a un sentimento strano che gli amanti delle fiction chiamano amore.
Siamo a L.A: non è strano fare sesso con finti umani.
Insolito è innamorarsene.



Intanto Roy arriva a tu per tu con quel carognone di Tyrell:
- Parliamoci chiaro, Padre Creatore Scienziato pazzo dei miei coglioni: voglio vivere di più e sono disposto a tutto per far sì che ciò accada.
- Tu sei stato progettato nel modo più perfetto possibile, figlio adorato.
- Ma non per durare, e mi fumano le palle, Padre, perciò vediamo di risolvere.
Non è bello sentirsi un precario, nemmeno per i vicini di casa…
- La luce che arde con il doppio di splendore brucia in metà tempo. E tu hai sempre bruciato la tua candela da tutte e due le parti.
- Mi sembri il prevosto della colonia “Vaticania”, su cui ho servito per due anni.
Un’ipocrita untuoso che parlava di luce e di amore e poi mi sbatteva contro il muro per palparmi le natiche.
Mi vien voglia di ficcarti due dita negli occhi, fino a trovare il cervello bugiardo che mi ha creato.



Così Roy, da tipico sessantottino uccide il Padre, e viene inseguito da Deckard.
Comincia il classico duello finale.
Ma poco prima del combattimento tra i due, la vita in Roy ha iniziato a spegnersi: la morte programmata da Tyrell si avvicina e si annuncia e l’androide con terrore tutto umano se ne rende conto e ulula tutta la sua paura.
La luce che ha brillato nel suo corpo con tanto splendore si sta estinguendo senza rimedio e quest’improvvisa consapevolezza gli fa apprezzare in modo diverso la vita stessa, che dimora in ogni essere vivente (compreso nel suo cacciatore Deckard), e non soltanto le estreme e preziose scintille di energia che ancora gli restano.
Dedica allora questi ultimi bagliori di vita a salvare da una morte certa Deckard, proprio il bastardo (anche se ricattato, povero cristo) che pochi istanti prima voleva farlo fuori.


Deckard assiste, stupito d’essere stato risparmiato e commosso, alla morte di Roy, che declama la famosa battuta, ormai usata da cani e porci:
- Ho visto cose che voi umani blabla, segue messaggio pubblicitario…





Poi pensa a Rachael e a tutto quel casino.
Finti umani che fanno discorsi alla Shakespeare e ti salvano come Gesù?
Finte donne che fanno innamorare?
Sembra di essere sul Web: che cos’è vero e che cos’è falso?

Si accorge della lacrima che gli ha percorso la guancia destra, quando ha assistito alla dipartita di Roy.
Si rende conto dell’altra lacrima che gli scende sulla gota sinistra, ora che sta pensando a Rachael.
Sì, quelle sono emozioni vere e da quelle può ripartire per vivere.



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